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Élite – Storie Brevi 2: La Recensione di un viaggio

Dopo l’ennesimo scossone nel finale della quarta stagione, Élite è tornata per la seconda volta nel suo formato breve, con 3 appuntamenti: “Philippe, Caye e Felipe”, “Samuel e Omar” e “Patrick”.

Il ruolo di questi capitoli extra continua ad essere quello di congiunzione tra una stagione e l’altra, apportando dei piccoli sviluppi alla trama. La differenza tra il primo e il secondo esperimento sta nel fatto che mentre a maggio la necessità era di attutire il colpo del cambio generazionale tra terza e quarta stagione, questo inverno la principale preoccupazione sembra quella di dare nuova linfa alla trama e riportarla al focus originale sulle differenze di classe sociale.

Al netto delle ultime stagioni, Élite storie brevi si conferma una modalità narrativa forse più utile e interessante della serie vera e propria, che, nonostante l’ottima accoglienza del pubblico Netflix, è ormai trainata da un mix stantio di sesso e crimini involontari. Basti guardare il primo punto di forza di queste storie: non sono vincolate alla dinamica del flashback investigativo, tanto intrigante nelle prime stagioni quanto forzata nelle ultime. Slegate dal contesto scolastico de Las Encinas, queste storie brevi rimescolano le carte in gioco, creano nuove alleanze e riabilitano personaggi poco amati, proprio come era avvenuto con Cayetana e ora con il principino Philippe. Intorno ai protagonisti principali ci si prende la libertà di far ruotare nuove amicizie, mentre il pubblico può realizzare coi suoi tempi che altre se ne sono andate per non tornare (vedi Ander e Gùzman). In sostanza una buona soluzione per oliare quel ricircolo dei personaggi tipico delle telenovelas latine, che Élite ha deciso di fare proprio nonostante la portata internazionale.

Ma entriamo più nel dettaglio e scopriamo cosa hanno combinato i nostri spagnoli preferiti durante le feste.

(ATTENZIONE, DA QUI SPOILER SU ELITE STORIE BREVI 2)

PHILIPPE, CAYE E FELIPE

Philippe è arrivato nella quarta stagione con la sua nobiltà indefinita e francofona a dare un po’ di brio alla vita sociale de Las Encinas. Una location regale per le feste vale tutti i problemi che ha portato? Probabilmente no, e se ne erano resi conto tutti. Dopo aver fatto irrigidire il protocollo scolastico in nome della sua sicurezza e aver spezzato il cuore da arrivista di Caye (macchiandosi anche di qualche reato), usciva dal finale di serie come il personaggio meno gradito. In questa storia breve è tempo di scordare le sue malefatte e riabilitarne un pochino il nome, facendo riaccendere le speranze di un ritorno romantico con Caye. E pensare che Cayetana, prima di scontrarsi con Philippe si trovava perfettamente nel suo mondo e con un partito sinceramente migliore. Infatti ila narrazione si apre con lei e Rebe in un centro donazione di vestiti sotto effetto di qualche sostanza. Caye rimane ammaliata dall’interessante capo del volontariato – che guarda caso si chiama Felipe -e tra scambi di idee e sguardi romantici si fa incastrare a dare una mano con la macchina da cucito. Purtroppo, questo flirt viene interrotto dal francesissimo Philippe, che cercherà di riconquistare la sartina in maniera esosa, costringendola a riflettere sui suoi sentimenti. Purtroppo o per fortuna questa congiunzione tra miseria e nobiltà sembra destinata a continuare ancora un po’.

ELITE

SAMUEL E OMAR

Tra le mura della casa di Samuel, lontano dagli sfarzi della scuola privata, inizia a rinascere il nucleo originale di Élite, con qualche piccolo aggiornamento. Samuel e Omar ora convivono nello stesso appartamento delle prime feste, quelle dove Nano e Marina erano ancora in circolazione. Durante le vacanze di Natale si spaccano la schiena per mantenersi da soli. Tutto fila liscio, se non fosse che la madre di Samuel, ormai latitante da non si sa quante stagioni, è indietro con 3 anni di affitto e i due rischiano lo sfratto. In effetti il bisogno di soldi è sempre stato un problema in Élite, un personaggio senza volto che sembrava essere uscito di scena e ora torna a tormentarci. Samu e Omar sono ben consapevoli che per la loro classe sociale le uniche fonti di guadagno sono soluzioni poco fruttuose e degradanti. Allora scelgono il tutto e per tutto e si aprono un profilo di Only For You (che sarebbe OnlyFans). È interessante vederli soppesare le varie alternative senza risparmiare ai loro fan di oltreoceano frecciatine sulla bellezza servizio sanitario pubblico, e lo è anche vedere Samuel spaventato dal rendere pubblico il suo corpo. Il tutto si conclude con un – possiamo dire ovvio? – lieto fine, dal quale i creatori di Élite sembrano non volersi scollare.

PATRICK

ELITE

Questa storia breve rappresenta il viaggio in tutti i sensi possibili. È un viaggio nel futuro, perché è ambientata nel gennaio del 2022. È il viaggio di redenzione per un personaggio che fa da incubatore dei sensi di colpa della propria famiglia. Ed è un viaggio nel mondo parallelo creato degli acidi, dal quale Patrick si promette di astenersi, ma che sarà la chiave di volta per sbloccare il suo carico emotivo. Scopriamo in questi episodi che la perenne tensione che aleggia nella famiglia Blanco è nata proprio sotto le feste natalizie, quando la madre di Patrick, Mencia e Ari è morta in un incidente d’auto. Quest’anno Patrick decide di sfuggire alla tristezza della casa e anche ai suoi eccessi festaioli, affittando una baita nei boschi come nei migliori film dell’orrore. Ma siamo in Élite quindi la cosa più spaventosa che può spuntare dalle tenebre è un branco di bei ragazzi pronto a molestare la quiete. E così accade. Patrick si trova alla festa di Natale a tema dissolutezza per cui ogni spettatore di Netflix paga l’abbonamento, ma non riesce a godersela. In preda all’ansia causata dal suo trip tornerà di corsa a casa, per chiedere scusa e sciogliere i nodi familiari. Si riaccendono le luci di Natale insieme a un po’ di affetto a casa del glaciale preside Benjamin, che finalmente riesce a prendere una posizione chiara sulla morte della moglie, guadagnandosi una nuova stima da parte di figli e spettatori.

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