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And Just Like That 3×05 – La Recensione: proprio così, la storyline della casa continua

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Qualche giorno fa stavo scrollando i social quando mi sono imbattuta in un articolo su And Just Like That. Ovviamente l’ho letto, e uno dei concetti che portava avanti era legato al fatto che, non riuscendo a dare ai suoi personaggi delle storyline davvero interessanti, la serie porta avanti un tema sul quale la generazione alla quale parla è molto sensibile: la casa. Comprare la casa, arredare la casa e sentirsi davvero a casa in questa nuova casa sono topic che continuano a svilupparsi settimana dopo settimana, tanto da rendere la casa praticamente un personaggio protagonista. Mi sono detta: quanto è vero. E mi sono chiesta: chissà se la storyline della casa continuerà anche nel prossimo episodio. La risposta, miei cari lettori e mie care lettrici, è sì.

Anche nell’episodio 3×05, Sotto al tavolo, disponibile in Italia dal 27 giugno su Sky e NOW, la casa resta una grande protagonista della trama. E, come il titolo dell’episodio anticipa, lo è anche il famoso tavolo da pranzo al quale pensavamo di aver detto addio alla fine dell’episodio precedente. E invece no, è ancora qui. Un tavolo che continua ad agganciare Carrie ad Aidan, ma con una consapevolezza ben precisa: per quanto sappiamo quale sia la strada che vogliamo percorrere, non sempre le cose vanno come vorremmo noi. E a volte a questa consapevolezza non possiamo fare altro che adeguarci. Ma come sempre, per arrivare a capire come siamo arrivati a questa riflessione, dobbiamo passare per un po’ di trama.

And Just Like That 3×05: cosa succede

Terminato il suo periodo nella prateria (qui la recensione della 3×04 se te la sei persa), Carrie riprende il ritmo della sua vita newyorkese e il possesso del suo armadio. Non c’è niente che faccia sentire Carrie Bradshaw se stessa più di indossare outfit che hanno senso solo su di lei. Outfit che chiaramente prevedono i tacchi. Immagino i suoi piedi un po’ come quelli di Barbie, naturalmente sulle punte. Ma mentre passo dopo passo le sue scarpe rovinano inesorabilmente il pavimento, c’è qualcuno a cui questo ritrovato empowerment crea non pochi problemi: l’uomo del piano di sotto. Un vicino di cui non sapevamo nulla, che vive in una casa della quale non avevamo colto l’esistenza con una porta che dà nel giardino di Carrie. Che a questo punto è davvero di Carrie o è comune? Bho, non ho ben capito.

Credits: HBO

Fatto sta che il noioso vicino non è altri che un affascinante scrittore di biografie, almeno in apparenza emotivamente indisponibile. E dopo Sex And the City sappiamo quanto a Carrie gli uomini emotivamente indisponibili piacciano da morire. Mentre scrivo non ha ancora manifestato interesse nei suoi confronti, ma sono pronta a scommettere che questo momento arriverà. Perché la verità è che le persone interessanti non arrivano quando meno ce le aspettiamo: a volte sono già lì, siamo solo noi che a un certo punto siamo pronti a vederle.

Carrie ancora non lo è, ma come confermato a Miranda, adesso accetta la sua relazione così com’è, consapevole del fatto che la lontananza non dipende da lei e che non c’è nulla che lei possa fare. Insomma, la presenza di Aidan si percepisce ancora forte e chiara, grande come un tavolo da pranzo in regalo. Ma è anche vero che questa presenza/assenza non può essere per sempre abbastanza. Vedremo.

A fare i conti con qualcosa che non si può controllare è anche Charlotte.

La 3×05 di And Just Like That è la prova che i miei personaggi preferiti delle serie tv sono sempre quelli meno fortunati. Harry, di cui ho tessuto le lodi nelle ultime recensioni, scopre di avere il cancro alla prostata. Una condizione che descrive come presa in tempo e con ottime probabilità di sopravvivenza. Ma l’impressione è che questa sia ancora la fase di negazione: se non penso di poter morire, allora non morirò. Se non lo dico, magari, non è vero.

Il suo sembrare assolutamente non turbato si contrappone però all’agitazione della moglie, che su sua richiesta non dice niente a nessuno, compresi Lily e Rock. Charlotte, così bisognosa di avere il controllo, deve affrontare la realtà: non c’è niente che lei possa fare. Non dipende da lei. Ma questa consapevolezza si accompagna a un’altra: i momenti passati insieme, in famiglia, con le persone che ami, sono preziosi. E si prepara così ad affrontare un periodo complicato, che credo possa però anche dare alla serie l’umanità che, come detto e ridetto, spesso le manca.

Charlotte e Harry in And Just Like That
Credits: HBO

Un accenno anche alla quota nuova gioventù di And Just Like That

Miranda, dopo il master e il tirocinio, vive una nuova fase dei suoi ritrovati vent’anni: essere una pessima coinquilina. Temporaneamente trasferitasi a casa di Carrie, consuma l’ultimo yogurt, l’ultima banana, l’ultima Coca-Cola messicana. Se fossi stata in Carrie, avrei sbroccato. Perché va bene essere amiche praticamente sorelle, ma anche un po’ meno. Fa smart working sul suo nuovissimo tavolo da pranzo, gira nuda per una casa non sua: insomma, è nella sua fase “sono finalmente indipendente e faccio quello che mi pare”. Anche in questo caso, quindi, i sessanta sono i nuovi venti, ma anche meno. Mai come in questa puntata di And Just Like That mi sono ritrovata a rimpiangere la Miranda che fu.

Già che ci siamo, piccolo accenno anche a Seema e Lisa (sì, ci ho messo 3 stagioni ma ce l’ho fatta a memorizzare i nomi). Due rappresentazioni di un femminismo tirato in ballo ma poi lasciato lì, privo di una vera riflessione. Seema cerca di avviare la sua attività e si impelaga nel pensiero “donne che devono aiutare le donne” senza essere minimamente intenzionata a mettere in discussione uno stile di vita che non va troppo d’accordo con il bisogno di un prestito. Lisa invece, dopo aver scelto un montatore uomo per il suo documentario sulle donne, si prende una cotta per lui. Porterà il suo matrimonio a vacillare? Mi sa che lo capiremo presto.

I personaggi di And Just Like That sono in punti parecchio diversi dei loro percorsi.

C’è chi si concentra sul lavoro e chi sulla famiglia, chi ha una relazione duratura e chi è al principio della sua. C’è chi vive come se avesse un terzo dei suoi anni e chi invece fa i conti con il tempo che passa. Ma in una serie come And Just Like That, patinata e con quel velo di irrealistica perfezione che la contraddistingue praticamente sempre, Sotto al tavolo porta una riflessione molto umana: quella di avere sempre il controllo sulla nostra vita è solo una grande illusione. Un’illusione di cui a volte abbiamo bisogno per andare avanti, ma che nel momento della verità si rivela per quello che è: una grossa bugia. Certo, siamo noi a scegliere la nostra strada, chi vogliamo essere, come vogliamo comportarci. Ma ciò che troviamo sulla strada scelta è assolutamente fuori dal nostro controllo.

Miranda e la sua nuova fiamma di And Just Like That
Credits: HBO

Carrie sceglie una vita con Aidan e trova sulla strada un figlio problematico che la separa da lui. Charlotte sceglie di invecchiare con Harry e sulla sua strada si palesa il cancro. Seema sceglie di investire tutta se stessa in un’agenzia e poi la sua nuova proprietà le toglie tutti i meriti che ha. Per quanto proviamo ad avere il controllo, a far virare il nostro percorso dove vogliamo noi, a volte siamo impotenti davanti alla vita. E quindi che si fa? Si vive, si affronta l’imprevisto, ci si adegua. A volte ci si toglie le scarpe, per camminare più comodamente su un percorso diverso da quello che pensavamo di intraprendere, ma non per questo meno giusto. Che poi, quando abbiamo qualcuno con cui condividerlo, fa anche meno paura. E la giusta compagnia è l’unica certezza che And Just Like That non ci toglie mai.

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