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Peaky Blinders 6×04, la recensione: non sai mai cosa porterà il fiume

Il finale della scorsa puntata di Peaky Blinders (qui trovate la nostra recensione) aveva letteralmente stroncato in due le speranze della famiglia Shelby. E ora, dopo questa quarta puntata, il tutto si fa sempre più tenebroso.

ATTENZIONE: l’articolo CONTIENE SPOILER sull’ultima stagione di Peaky Blinders. Se attendete il rilascio della stagione su Netflix, non proseguite con la lettura.

Non c’è più speranza a Birmingham

peaky blinders

La puntata si apre con una delle scene più struggenti di tutta la serie, ovvero il funerale della piccola Ruby, svolto rigorosamente secondo la tradizione gitana. La figlia di Thomas e Lizzie non ce l’ha fatta, e mentre suo padre era alla ricerca di chi, a detta sua, aveva maledetto la bambina, quest’ultima si è arresa alla malattia (la tubercolosi), morendo in ospedale tra le braccia di sua madre. Tra le note di In This Heart si celebra la cerimonia. Cerimonia che mostra un Thomas come mai l’avevamo visto, quasi incapace di leggere il discorso che si era preparato, ma pronto a promettere di cogliere da questo terribile fatto un insegnamento, ovvero quello di essere una persona migliore. Subito dopo la conclusione del rito funebre, però, il capo della famiglia Shelby si dirige nel campo in cui vive Evadne, la donna che aveva maledetto sua figlia, armato di mitra, e comincia a sparare sui presenti in preda ad una furia disumana. Thomas così si sente al sicuro forse, si sente più libero, aveva bisogno di un capro espiatorio e in questo modo ha punito chi ha voluto arrecargli così tanto dolore.

Non c’è niente di spettacolare nell’atto compiuto da Tommy, è pura e lugubre vendetta servita nel modo più animalesco e liberatorio possibile. E mentre consegna ad Esme dell’oro, quel maledetto oro che altro non porta che devastazione all’interno della sua famiglia, ripagandola per averlo portato da Evadne, questa gli rivela che per un figlio morto, la vita gliene vuole donare un altro, del quale non conosceva nemmeno l’esistenza. Apprendiamo infatti che Thomas, nel lontano 1914, prima di arruolarsi, aveva avuto una storia di una notte con una donna, tale Zelda, anche lei gitana. Da questa unione è nato un figlio che ora è orfano di madre, Duke, un giovane ladro che, a detta di Esme, può rappresentare un nuovo, seppur forse insufficiente, barlume di speranza per Thomas e per una famiglia sempre più allo sfascio.

Peaky Blinders: il racconto di un mondo che va verso l’oscurità

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Ma comunque si sa, in casa Shelby, the show must go on, sempre e comunque. E mentre sulle angoscianti note di Blackbird siamo investiti da immagini che raccontano come il fascismo sia ormai alle porte anche in Inghilterra, con in particolare le minacce ricevuta da Ada, colpevole di essere la madre di una bambina nera e di un figlio dal sangue sporco, oltre che lei stessa una gitana, a casa Shelby si consuma una cena di affari con presenti sia Mosley che Nelson. I volti compiaciuti degli ospiti sono in netto contrasto con la tristezza sul volto di Thomas (il tutto sottolineato da una panoramica a frusta sui commensali degna di nota), che viene costretto a provare la sua fedeltà alla causa con un saluto nazista. Ma quello che vediamo è un Tommy che semplicemente fa sempre più fatica a coprire la sua riluttanza riguardo gli ideali dei suoi nemici, imponendosi autocontrollo onde poi riferire tutte le informazioni direttamente a Churchill. E a proposito di questo, grazie ai suoi mille e uno informatori, Thomas scopre che Oswald ha una relazione segreta con Gina, la moglie di Michael, e corre da lei per minacciarla di spifferare tutto, a meno che non accetti di fare da spia, essendo molto più vicina di lui ai suoi nemici. Ma anche l’inventiva di Thomas sembra essersi esaurita. La più banale delle trovate potrebbe non bastare per sterminare tutto questo odio sul nascere, sembra troppo insignificante come piano di battaglia, ma per ora, a quel che resta dei Peaky Blinders, serve aggrapparsi a qualsiasi cosa, anche ad una così remota possibilità.

Non sono un diavolo, ma solo un comune mortale

Peaky Blinders

La più classica delle puntate Thomas-centriche rende sempre più palpabile l’immenso dolore e la tristezza di un uomo solitario, giunto al capolinea della sopportazione. Per tutta la puntata il volto di Thomas appare spento, ed il suo sguardo impenetrabile. Era stato Michael, sulla tomba di sua madre, a giurare vendetta su di lui, definendolo il diavolo in persona. Ma quello che questa stagione fino ad ora ci ha insegnato, è che Thomas Shelby non è affatto il diavolo, bensì un comune mortale. E la beffarda rivelazione del dottore di Thomas, sul finale di puntata ci riporta con i piedi per terra, per farci capire che Peaky Blinders non è una serie sul super eroe che sconfigge tutti i nemici che si pongono sul suo cammino e su quello dell’intera umanità. I primi segni di cedimento li abbiamo avuti nel momento in cui si è scoperto che Thomas aveva smesso di bere dopo la morte di Polly (ve ne abbiamo parlato più nel dettaglio qui), non tanto perché tenesse alla propria salute, quanto per chiudere un capitolo della sua vita, un capitolo in cui poteva contare sulla donna che fino a quel momento gli aveva tenuto la mano mentre si trovava penzoloni sul ciglio di un baratro. Ed ora l’uomo, vulnerabile creatura, è venuto fuori. E, rimasto solo a meditare sulla notizia appena ricevuta, Thomas invoca Polly, della quale sentiamo la voce echeggiare, chiedendole tempo a sufficienza per fare quello che deve essere fatto, ricevendo pertanto una risposta lapidaria: uccidi, uccidi, uccidi.

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