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Polly Shelby: madre di troppi figli, ma non del suo

Peaky Blinders e Sons of Anarchy sono solo alcuni esempi di serie tv dove possiamo trovare famiglie criminali in cui una donna ricopre un ruolo fondamentale.

Polly Shelby, cosi come Gemma Teller, non è solo membro della famiglia che vigila sui propri figli e si assicura che gli affari e le tensioni che ne derivano non intacchino i rapporti familiari.

Lei è anche e soprattutto una donna che, a differenza delle altre che gravitano attorno all’universo in cui si muovono antieroi come Thomas Shelby (che non vediamo l’ora di scoprire quali altri indimenticabili citazioni ci lascerà nella prossima e ultima stagione), ha sposato a pieno la filosofia criminale della famiglia.

Polly Shelby non è solo la tesoreria del clan, ma anche la zia divenuta madre putatitva dei suoi nipoti, che ne consiglia le mosse e dipana le matasse mentali che aggrovigliano le anime dei suoi ragazzi nel corso delle stagioni.

È anche e soprattutto la coscienza dei Peaky Blinders.

Peaky Blinders

Non è un caso infatti che sia l’unica a cui Tommy dà ascolto.
Le sue parole non sono mai banali, mai casuali e sempre centrate.
Per questo, nei suoi rari momenti di incertezza, è a lei che Tommy affida i suoi dubbi.

Detto questo, si potrebbe erroneamente pensare che Polly sia una donna lucida e razionale, imparziale circa i suoi sentimenti. Niente affatto.
Polly è sì una donna concentrata e astuta – come ogni Shelby del resto – ma è anche una donna preda delle proprie passioni.

In più di un’occasione, infatti, queste l’hanno trascinata verso una temuta deriva verso cui ha saputo non naufragare mai veramente.
Merito dei suoi ragazzi che sono le sue radici esattamente come lei lo è per loro. Pur non rivendicando mai questo ruolo ne è stata la madre fin dall’inizio, osservando, rimproverando e commentando senza mai prevaricare.

Sempre con quella punta di sarcastica comprensione che ha prodotto perle come: “Parla. Dio e Zia Polly stanno ascoltando.

Tuttavia c’è stato un momento in cui la sua natura di madre ha preso il sopravvento. Quando l’abbiamo vista crollare dopo aver saputo della morte della figlia perduta, cosi come con l’arrivo di Michael.

Il figlio ritrovato che vuole diventare parte integrante della famiglia e della sua attività criminosa, ma che lei tenta di tenere lontano da essa per garantirgli un futuro migliore.

Il rapporto tra Polly e Michael si presenta inizialmente molto più intenso di quanto si potrebbe credere. Il bisogno di lei di recuperare gli anni perduti e di dimostrarsi all’altezza del tipo di madre che voleva essere si percepisce fin dai primi episodi della seconda stagione. In alcune situazioni fino a farsi condizionare dal suo amore per il ragazzo, ma sempre senza perdere di vista il bene comune.

Anzi, sarà proprio quello – giunti alla resa dei conti nella quinta stagione tra Thomas e un sempre più ambizioso Michael – a farla propendere per il clan.

Perché in fondo, se Michael rappresenta la possibilità di riscattare un doloroso passato e di realizzare la fantasia materna che avrebbe sempre voluto ricoprire, Tommy, John, Ada e Arthur sono invece la prova di che tipo di madre è stata davvero. Sono la realtà con cui si è misurata ogni giorno, la prova di come il suo amore per loro e la sua lealtà verso la famiglia sia la più vivida essenza della sua identità.

E questo, nel momento in cui viene chiamata a prendere una posizione, dimostra di chi sia davvero la madre alla fine della fiera.

Michael sarà sempre il suo unico vero figlio, per quanto traditore e manipolatore lui si sia rivelato. Ma lei sarà sempre – come Tommy del resto – una Peaky Blinders, e come tutti sappiamo non si può fottere un Peaky Blinders.

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