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La linea comica di Ozark c’era, ed era finissima

Ozark è una delle serie più intense che Netflix ha prodotto da quando, nel 2010, ha cominciato a implementare il proprio catalogo con prodotti originali. La tensione che avvolge la trama rende ogni scena, anche la più innocente, carica di un’elettricità irresistibile che trascina il pubblico in maniera impetuosa.

Sin da subito il genere della serie viene stabilito e presentato con le scelte di fotografia e tono (ne abbiamo parlato in particolar modo qui): l’ambientazione risulta tutt’altro che accogliente e gioiosa, i colori trasmettono un senso di inadeguatezza e disagio mentre i nostri protagonisti devono riuscire a risolvere un problema dietro l’altro.

Una serie di questo tipo deve saper sapientemente giocare sul ritmo degli episodi.

Alternando scene ad alto tasso di adrenalina ad altre più “tranquille”, Ozark riesce dunque a costruire un’ambientazione realistica, stimolante e creare così tre stagioni avvincenti. Nell’ultima andata in onda, poi, gli autori hanno voluto sperimentare libertà artistiche che, all’interno di questa ambientazione, potevano portare delle novità interessanti e più divertenti.

Impostare e introdurre una situazione – o, come in questo caso, un’intera trama secondaria – più comica può aiutare molto la serie: il pubblico così ha un momento di respiro, una pausa da tutto ciò che succede e che preoccupa i protagonisti e può svagarsi senza però distogliere l’attenzione dal tono complessivo che ormai arrivati alla terza stagione ci si aspetta.

Ecco perché la storyline che riguarda la terapista dei coniugi Byrde è una nota di colore molto importante: Martin e Wendy decidono infatti di lavorare sul loro rapporto parlando dei propri problemi con Sue Shelby, una terapista matrimoniale, convinti soprattutto dalla figlia maggiore Charlotte. La terapista è un personaggio apparentemente molto innocuo: le sue fattezze non sono minacciose, il suo modo di fare è accomodante, gentile e paziente. È da questa caratterizzazione del personaggio che deriva molto del drive comico della sua storia.

La situazione è, di per sé, molto divertente (in stretta opposizione con i momenti più drammatici): scopriamo sin da subito che la dolce vecchietta si fa in realtà pagare da Martin dopo le sessioni per dargli più spesso ragione durante gli appuntamenti in cui marito e moglie si confrontano suoi propri problemi. Questo modo di fare “sporco” è da un lato completamente nelle corde del nostro protagonista maschile e dall’altro è un twist inaspettato dal personaggio della donna: pur mantenendo le apparenze, la voglia di aver ragione e di risolvere il problema porta Martin a cercare il successo tramite un incentivo così importante come il denaro. Questa parentesi nelle puntate non è certo al pari di sketch di serie tv comedy, ma è il giusto pizzico di assurdo che può far comparire un sorriso sulle labbra degli spettatori.

La situazione si complica, e allo stesso tempo diventa ancora più divertente, quando anche Wendy decide di corrompere la Shelby per convincerla a darle ragione più spesso: la terapista quindi accetta e viene pagata tre volte dai coniugi Byrde: da Marty, da Wendy e da entrambi. Questa piccola “truffa”, che nel grande schema di Ozark risulta assolutamente innocente, dimostra come nella realtà tutti possono avere un prezzo e possono essere comprati.

Ozark

Il punto di massima comicità, però, arriva durante un appuntamento in cui Sue Shelby, per cercare di farli ragionare, li provoca e racconta la verità a entrambi:

Cosa dice di un matrimonio il fatto che sia il marito che la moglie provano a corrompere la loro terapista?

Questa confessione fa crescere esponenzialmente la tensione tra Martin e Wendy, la quale dall’inizio della stagione cercava un punto di rottura. I due, infatti, iniziano a litigare animatamente davanti alla terapista. Mentre durante le sessioni precedenti i nostri protagonisti erano riusciti a rimanere molto vaghi riguardo ai propri problemi come collaboratori di un cartello della droga, in questa scena i due invece perdono ogni tipo di cautela e si rinfacciano molto della propria attività criminale davanti a un’allibita psicologa.

Il momento di realizzazione del grande errore è, allo stesso tempo, esilarante e preoccupante: lasciandosi sfuggire tutti questi segreti i coniugi Byrde devono farle tenere la bocca chiusa e anche proteggerla dal cartello, pronto a uccidere chiunque sappia più del dovuto. Decidono quindi di pagarle un’enorme tangente per comprare il suo silenzio, sperando così di aver risolto il problema.

L’idea che questi due personaggi così machiavellici, così astuti e col sangue freddo vengano ricattati da una signora apparentemente inoffensiva strapperebbe un sorriso a chiunque, ma ciò che succede dopo è ancora più comico.

sue

Quello che sembrava un problema risolto, però, si ripresenta più tardi nella stagione: durante una puntata infatti Martin scopre cosa la terapista ha fatto con l’enorme quantità di soldi richiesta e la notizia lo infastidisce moltissimo (per certi versi Martin Byrde di Ozark sembra trasformarsi e diventare Michael Bluth di Arrested Development). Veder arrivare la signora con una macchina sportiva nuova di zecca con portiere ad ala di gabbiano e accessori super costosi accende un enorme campanello d’allarme nella famiglia Byrde, ma diverte molto gli spettatori proprio per l’assurdità dell’accostamento.

Anche lo scambio di battute tra i due è quasi grottesco e rappresenta un punto di comicità inedita per Ozark:

Sue: Ho sentito alla radio dell’incidente col camion. Dicono sia un problema creato dalla mafia, ma mi sembra possa essere legato al cartello invece. Siamo stati noi?

Martin: Non c’è un noi [indica la macchina]. Cos’è questa?

Sue: È una macchina

Martin: È un Transformer, non una macchina.

Ovviamente questa storia, per quanto divertente, non poteva che finire in tragedia. Durante questo scambio di battute, la macchina viene vista da Helen che, già sospettosa delle capacità di Martin e Wendy di mantere il proprio segreto, intuisce subito cosa sia andato storto tra i coniugi e la loro terapista.

Ecco dunque che il cartello fa quello che sa fare meglio: un assassino viene inviato per liberarsi della terapista fingendosi un nuovo cliente. Questo eccesso di ingenuità si trasforma nella caratteristica fatale della donna, ma la sua storyline ha permesso alla terza stagione di sperimentare i momenti di sollievo comico senza però discostarsi dal realismo – e dalle conseguenze – che gli spettatori hanno imparato ad aspettarsi da serie come Ozark.

Sebbene alcuni fan abbiano trovato questi espedienti poco necessari – e forse un po’ demenziali -, moltissimi hanno invece apprezzato questa linea comica sottilissima che, lungi dallo snaturare il prodotto, ha invece permesso di creare un ritmo ancora più altalenante e piacevole che gioca molto col genere drammatico della serie.

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