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Outer Banks è all’altezza dei teen drama del passato?

Outer Banks è uno dei titoli originali Netflix che ha debuttato durante il lockdown. La serie, capace di coinvolgere ed emozionare il pubblico a tal punto da essere divorata nel giro di pochi giorni, è stata definita come un mix tra Dawson’s Creek e The OC.

Ma possiamo davvero paragonare Outer Banks ai teen drama che ci hanno tenuto incollati davanti alla tv negli anni 2000?

La vicenda si svolge nell’omonima località balneare della Carolina del Nord, dove gli abitanti del luogo sono divisi in Pogues e Kooks: quest’ultimi rappresentano l’èlite dell’isola rispetto ai primi che provengono dalla parte più povera e disagiata della zona. I protagonisti sono un gruppo di quattro adolescenti che nel tentativo di scoprire la verità sulla scomparsa del padre del protagonista, John B (Chase Stokes), innescheranno una serie di avventurosi eventi. Tuttavia, un teen drama che si rispetti non può fare a meno di una storia d’amore travagliata e fondamentalmente sbagliata, ed è qui che entra in scena Sarah (Madelyne Cline), una Kooks ribelle, contesa tra il protagonista e la sua abbiente famiglia.

I presupposti per un primo confronto ci sono tutti: le diverse classi sociali, una storia d’amore ostacolata, un gruppo di adolescenti alla scoperta della propria sessualità e alle prese con le prime esperienze. La novità che i creatori Jonas Pate, Josh Pate e Shannon Burke, hanno voluto apportare è la componente mistery, caratteristica che mancava ai teen drama del passato e la cui assenza li rendeva tutte simili tra di loro.

outer banks

Outer Banks, a differenza di serie come The OC, Dawson’s Creek e Una mamma per amica, in cui la fruizione poteva essere passiva (magari in un lasso di tempo che precedeva lo studio pomeridiano), è una serie che va seguita con attenzione se si vuole riuscire a cogliere tutti gli snodi narrativi. Ciononostante, come abbiamo già constatato, questa storia ha molto in comune con quelle passate, tuttavia, porta con sé tutte le qualità che la collocano in un contesto più attuale e più adatto a una generazione che va di fretta. I teen drama del passato vantano dai venti episodi in su per stagione, quantità che oggi porterebbe la maggior parte degli spettatori ad abbandonarne la visione. Le serie di oggi, infatti, contano pochi episodi, parliamo di sei o quattro per le miniserie, mentre quelle con più episodi adottano sempre più spesso la durata massima di 25 minuti.

In generale Outer Banks funziona perché si discosta dallo script standard di serie passate con le quali siamo cresciuti.

Se provassimo a immaginarla senza scene action e omicidi altro non sarebbe che una copia sbiadita di cose che abbiamo già visto, e delle quali, forse, siamo anche stufi.

Come molti teen drama, anche Outer Banks fa largo uso di stereotipi, pur non dandogli un effettivo spessore, i creatori costruiscono una narrazione basata sulla contrapposizione fra le classi sociali: lo stesso John B, ospitato a casa di Sarah, e quindi reso un Kooks, ci ricorda molto la condizione di Ryan ospitato dai Cohen. La focalizzazione appare frammentata e questo ci porta ad affezionarci a quasi tutti i personaggi, un po’ come in Gossip Girl. Se chiedessimo infatti ad un numero vasto di adolescenti il proprio personaggio preferito otterremmo risultati molto diversificati, chi per Serena, chi per Blair, Chuck e così via. Anche in Outer Banks, complice anche il mondo dei social, allora assente, il fandom si è espresso a favore di diversi personaggi, e se pensiamo che John B detenga il primato di preferito dalle teen ci sbagliamo di grosso. JJ (Rudy Pankow) è senz’altro il più apprezzato, al contrario di personaggi meno caratterizzati, come ad esempio Pope (Jonathan Daviss) e Kiara (Madison Bailey) che per questo motivo passano in sordina.

Le relazioni tra i personaggi sono vicende che abbiamo già visto.

All’interno del gruppo di amici, John B è inizialmente attratto dalla migliore amica Kiara e quest’ultima alla fine della prima stagione si accorge del suo spasimante Pope. Non manca ovviamente l’antagonista, al pari di Luke in The OC, fidanzato di Marissa, della sua stessa classe sociale che non accetta la relazione tra l’ex fidanzata e Ryan (di una classe sociale nettamente più bassa), Topper allo stesso modo ostacola la relazione tra Sarah e John B. E se volessimo ricercare un parallelismo con Gossip Girl? Basti pensare al trio Serena, Dan e Nate, che la storia riprenderebbe forma.

Outer Banks vanta di alcune caratteristiche tecniche che lo rendono un prodotto adeguato alla piattaforma per il quale è stato creato. Una fotografia impeccabile, con toni caldi, e una colonna sonora malinconica ma d’impatto, fanno in modo che il teen drama Netflix sia, perlomeno a livello tecnico, superiore alle serie di cui abbiamo già parlato, il cui scopo evidentemente era solo quello di intrattenere il pubblico alle prime armi e non ancora abituato a una fruizione assidua di contenuti.

In conclusione, possiamo paragonare Outer Banks alle serie del passato, essendo riusciti noi a trovare caratteristiche comuni.

Tuttavia, è come se Outer Banks avesse preso le caratteristiche principali dei teen drama del passato e le avesse rese attuali, adatte ai tempi e ai mezzi utilizzati dagli spettatori 2.0. Non eccelle in originalità, ma l’ottima accoglienza ricevuta denota l’efficacia della sua trama e dei suoi personaggi. Non ci resta che aspettare la seconda stagione, attualmente in produzione e in uscita nel 2021, per capire se entrerà nell’olimpo degli irraggiungibili ma forse banali teen drama del passato.

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