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One Tree Hill si è saputa evolvere

Attenzione: evita la lettura se non vuoi imbatterti in spoiler di One Tree Hill

Da quando Prime Video ci ha restituito One Tree Hill, chiunque sia cresciuto con questa serie ha avuto modo di fare più di un rewatch. E in ogni rewatch abbiamo trovato qualcosa di nuovo da imparare. One Tree Hill (in onda prima su The WB e poi su The CW) ha infatti la particolare peculiarità di saper sorprendere ogni volta, di saper trasmettere ancora e ancora quei valori di cui si fa portavoce. Abbiamo avuto, insomma, più di un’opportunità per poterla analizzare nel dettaglio e scoprire ogni volta qualcosa di diverso. La caratteristica che più ci coinvolge, in ogni rivisita sul campo di River Court, è forse quella legata alla sua particolare evoluzione.

Un’evoluzione legata non solo alla crescita dei personaggi o alla coerenza delle trame portate avanti, quanto piuttosto ad un contesto culturale e popolare che coinvolge i personaggi e gli spettatori nello stesso modo. One Tree Hill, infatti, sa sicuramente come portare avanti delle storie intrigate e passionali e sa benissimo come far sì che chi la guarda si senta in tutto e per tutto parte di quelle stesse storie. Ma ciò che lascia quasi stupefatti è la dimestichezza che la serie ha nell’evolversi restando sempre fedele a se stessa. E facendo ciò ha avuto modo, negli anni, di rimanere un caposaldo della serialità a cui più siamo affezionati.

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La generazione che ha avuto modo di crescere con One Tree Hill ha sicuramente capito di cosa stiamo parlando: la crescita dei nostri beniamini e delle loro vite ha influenzato, infatti, molte delle nostre scelte. Se inizialmente One Tree Hill si basava su trame prettamente adolescenziali i fan erano pronti a replicarle, affrontando la vita (o almeno provandoci) come Lucas, Peyton o Brooke. Quando i protagonisti hanno fatto uno scatto di crescita e si sono evoluti in adulti con obiettivi diversi e ostacoli diversi da affrontare, gli spettatori, con loro, hanno cominciato ad intraprendere una via diversa, più matura e pensata. Tutto ciò senza mai distaccarsi da quel modello di vita appreso tra le strade di Tree Hill.

L’evoluzione della serie, perciò, non è solo una questione di narrazione quanto piuttosto un percorso tracciato in contemporanea con lo spettatore. Ed è proprio questa la forza della crescita di One Tree Hill. Le trame, in quest’ottica, sono centrali: se nelle prime stagioni i protagonisti sono coinvolti in intrecci adolescenziali e liceali (pur sempre con una certa dimestichezza nel saper cogliere i punti nevralgici) man mano che le stagioni si susseguono abbiamo modo di vedere come i temi diventano più maturi e più seri, grazie anche a delle puntate specifiche (come quella dell’attentato alla scuola, o quella del rapimento di Jamie) che affrontano in maniera anche molto dura una realtà che conosciamo fin troppo bene.

Veniamo al dunque: in che modo One Tree Hill ha dimostrato di saper evolvere e maturare?

Semplicemente restando coerente e portando avanti un certo tipo di narrazione che fosse capace di coinvolgere lo spettatore. Prendiamo Nathan Scott come esempio su tutti: il ragazzino viziato che pensa solo a giocare a basket della prima puntata ci mette molto poco a diventare un uomo maturo capace di conciliare la sua passione con la costruzione di una famiglia. Eppure, sembra quasi che non ce ne accorgiamo nemmeno; avviene tutto in maniera talmente naturale da risultare quasi scontato. Ma scontato non lo è per nulla. L’evoluzione dei personaggi viene preservata dalla serie come uno dei capisaldi della stessa. One Tree Hill ci tiene alla crescita dei suoi protagonisti in una maniera davvero accurata e dettagliata.

Così vediamo Lucas prendere piano piano consapevolezza dei suoi sentimenti e diventare un uomo premuroso e pieno di creatività. Vediamo Brooke passare da un’adolescenza spensierata e a tratti superficiale diventare una donna complessa e interessante, capace di creare un suo impero e costruirsi una sua carriera. Allo stesso modo ci appassioniamo all’evoluzione di Hayley e di Peyton, che passano dall’essere ragazze apparentemente più mature della loro età, ad essere donne indipendenti e con un futuro costruito con le proprie mani. Insomma, è il destino dei personaggi e il destino di One Tree Hill che ci tiene col fiato sospeso e che ci restituisce un sogno a cui tutti, almeno una volta, ci siamo aggrappati.

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L’originalità di One Tree Hill sta anche e soprattutto nell’evoluzione della trama legata al contesto culturale. Le storie dei protagonisti hanno sempre come sfondo un radicato background artistico e musicale che completa il quadro. Una delle caratteristiche che ci ha fatto amare One Tree Hill è, infatti, proprio la colonna sonora che accompagna ogni puntata e che va ad integrare le vicende e a renderle ancora più appassionanti. Un esempio su tutti è proprio quello della sigla iniziale: I don’t want to be di Gavin DeGraw segna l’immaginario collettivo per chiunque abbia amato One Tree Hill. Dalla sigla si arriva direttamente all’ultima puntata in cui Gavin DeGraw appare per cantare proprio la sua amata canzone al Tric, il locale di Peyton che rappresenta uno dei posti più iconici della serie. E DeGraw è solo uno dei molti artisti che hanno preso parte, anche solo per un cameo, alla serie o a qualche puntata della serie.

Molti ricorderanno i Fall Out Boy, Jimmy Eat World, Kid Cudi, e Sheryl Crown solo per dirne alcuni tra I più conosciuti. Questo attaccamento alla musica dimostra una forte propensione della serie alla crescita personale: nei personaggi di Hayley e Peyton, infatti, notiamo fin dalla prima puntata una forte passione per l’ambiente musicale e proprio grazie a loro l’aggancio al mondo della discografia e della cultura pop e rock degli anni 2000 diventa quasi spontaneo. La colonna sonora cresce assieme ai personaggi e cresce proprio grazie ad essi. Il Tric come luogo di aggregazione sociale legato alla musica diventa un fortissimo espediente che fa sì che i protagonisti possano mettersi in gioco, anche grazie alla musica. Pensiamo proprio ad Hayley che, nella seconda stagione, rischia di mettere a repentaglio il suo intero mondo pur di intraprendere i suoi primi passi nel mondo musicale e arriva alla nona stagione (ma anche già molto prima) a fare della musica il suo lavoro, oltre che la sua più grande passione.

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Insomma, grazie a vari espedienti culturali, musicali, artistici e adolescenziali i protagonisti di One Tree Hill crescono e noi cresciamo insieme a loro. L’evoluzione della serie in sé per sé è palese. La serie stessa matura e diventa più complessa attraverso trame e temi che evolvono con lei. One Tree Hill nasce come una serie adolescenziale che avrebbe potuto rimanere tale e diventa, invece, una serie adulta e complessa che punta molto più in alto e che conquista proprio grazie alla sua audacia. Ci vuole coraggio a crescere, questo lo sappiamo. E se lo sappiamo è anche grazie a One Tree Hill che, con la sua tenacia e la sua voglia di mettersi in gioco continuamente, ci ha insegnato ad evolverci come esseri umani e come persone in grado di raggiungere degli obiettivi, dei sogni. La serie, grazie soprattutto ai suoi personaggi e alle loro caratterizzazioni, ci ha fatto capire quanto evolvere sia fondamentale per andare avanti, quanto fermarsi non serva mai, quanto affrontare il cambiamento può solo aiutare a crescere in maniera più matura e consapevole. E ha fatto tutto ciò riuscendo, allo stesso tempo, a rimanere iconica grazie anche ai suoi rimandi alla cultura pop degli anni 2000 che tanto ci ha segnato come generazione.

One Tree Hill lo ha capito e ne ha fatto tesoro, rendendo quella cultura una risorsa e facendo sì che venisse fuori come qualcosa di interessante e strepitoso, in un momento in cui molti la credevano frivola. Insomma, One Tree Hill cresce e fa crescere e ancora oggi, nonostante non vada più in onda, continua nella sua impresa: insegnarci il coraggio.

Ancora a proposito di One Tree Hill – For Blue Skies