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Il regista spiega il significato che si nasconde dietro il finale di Hellbound

Hellbound, la serie tv horror diretta dal famoso regista Yeon Sanh-ho, è la nuova scommessa della piattaforma di streaming Netflix. Dopo lo straordinario successo di Squid Game, che in poco tempo è diventata il prodotto più visto sulla piattaforma in assoluto riuscendo persino a battere Bridgerton, Netflix ha deciso di puntare su questa nuova serie coreana. E pare proprio che in termini di risultati non deluderà le aspettative, dato che in pochi giorni ha già battuto ogni record. Infatti in 5 giorni è stata vista per oltre 781 milioni di ore e si è classificata tra le serie più viste in ben 80 paesi. Era ovvio che, sulla scia di Squid Game, anche Hellbound riscuotesse un grande successo ma dobbiamo vedere se ha gli elementi chiave che la trasformeranno in un fenomeno globale, come è accaduto all’altro prodotto coreano.

Il regista di Hellbound, Yeon Sang-ho, ha spiegato in un’intervista il significato che si nasconde dietro il finale della serie.

Non continuate a leggere se non avete visto il finale, per non beccarvi degli spoiler sulla serie.

La serie horror fantasy è una versione live-action dal webtoon creato da Yeon e dal fumettista Choi Gyuseok. È ambientata in una versione fantasy della Terra, dove a un certo punto delle creature soprannaturali danno a dei cittadini delle profezie di morte che si rivelano fondate. Dopo aver assistito al brutale massacro di alcuni cittadini compiuto da questi mostri, nella città scoppia il panico. Per riportare la calma nasce una nuova setta religiosa, La Nuova Verità, che tranquillizza i cittadini affermando che coloro a cui era toccata quella terribile sorte erano peccatori e quindi avevano meritato una morte così tremenda. Quando però lo stesso triste destino tocca a un neonato, questo getta di nuovo tutti nello sconforto e smaschera il fallace credo de La Nuova Verità. Allora l’avvocata Min Hyejin, essendo convinta che le manifestazioni non sono un modo per punire i peccatori, si schiera dalla parte di questi ultimi e affronta il presidente Jung.

Il regista Yeon Sang-ho ha spiegato che dietro il finale della serie si nasconde sicuramente una critica alla corruzione dei gruppi di culto coreani, ma anche un messaggio più universale. Ecco cosa ha detto in un’intervista al The Korea Times:

“Il messaggio più importante che volevo trasmettere attraverso questo lavoro sia l’importanza di farsi delle domande sull’umanità e su cosa significa essere un essere umano… Sebbene la serie sia ambientata in Corea, penso che le questioni che tocca siano molto universali, come la vita e morte, peccato e punizione, cosa significa essere umani e così via. Tutti noi abbiamo queste domande come esseri umani indipendentemente da dove vivi, quindi penso che questo abbia aiutato la serie a entrare in contatto con gli spettatori di tutto il mondo“.

Dopo il cliffhanger con cui si è chiusa la prima stagione di Hellbound, tutti gli spettatori si chiedono se ci saranno dei nuovi episodi, che daranno una risposta a tutte le questioni rimaste in sospeso. Yeon Sang-ho in un’intervista ha ammesso che ancora non ha alcun piano per una seconda stagione. Però ha assicurato che, se decidesse di continuare a raccontare questa storia, farebbe prima uscire la versione a fumetti e poi lavorerebbe al live-action. Ha detto:

È stata un’esperienza molto bella lavorare con Netflix – ha dichiarato Sang-ho – È stato bello potermi concentrare esclusivamente sulla mia creatività per un determinato periodo di tempo, ma se devo pensare a un futuro per Hellbound so che sarà prima sotto forma di webtoon e poi potrebbe essere trasformato in un live-action per la piattaforma di streaming. Dato che la serie è appena uscita su Netflix non abbiamo ancora avuto tempo di discuterne bene.”

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