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Il Ministro della Cultura ucraino prende di mira Emily in Paris 2: «É inaccettabile»

Questo passato Natale la piattaforma streaming Netflix ci ha “deliziati” con la seconda stagione di Emily in Paris (qui la nostra recensione), la serie televisiva originale che vede Lilly Collins nei panni della protagonista. Emily in Paris ha debuttato per la prima volta sul catalogo dello streamer nell’ottobre del 2020; scritta da Darren Star, autore di altre note serie come Beverly Hills Sex and The City, la serie tv racconta della permanenza a Parigi di Emily Cooper, ragazza americana di 28 anni che da Chicago si trasferisce nella capitale francese per un’opportunità di lavoro. Sfortunatamente non è la prima volta che la serie si ritrova nel mezzo di critiche: al suo debutto la critica francese definì lo show di Netflix “imbarazzante e ridicolo“, ma anche “pieno di cliché” che si sarebbero potuti risparmiare. Pochi mesi dopo, in occasione dei Golden Globes, lo show televisivo venne attaccato per delle candidature considerate “immeritevoli“, parlando addirittura di corruzione. Insomma, da quando Emily in Paris è sui nostri schermi, non ha mai smesso di essere al centro dell’attenzione, per un motivo o per un altro. E adesso, a poco più di due settimane dall’uscita della seconda stagione, è tornata nuovamente in un nuovo scandalo che vede coinvolto il Ministro della Cultura ucraino.

Nuove critiche nei confronti dello show Netflix

Le critiche del Ministro della Cultura ucraino riguardano il quarto episodio della seconda stagione della serie televisiva.
Tkachenko ha lamentato la costruzione del personaggio secondario di Petra, una ragazza originaria della città di Kiev con cui la protagonista va a fare delle spese, interpretata dall’attrice ucraina Daria Panchenko. Nel corso dell’episodio in questione Petra, descritta come priva di gusto estetico e senso della moda, ruba dei vestiti in un negozio e scappa. Viene poi rimproverata dal personaggio della Collins, che riporta i vestiti indietro per pagarli.

Il Ministro della Cultura ucraino, che è anche giornalista ed esperto di media, ha detto al riguardo:

“In Emily in Paris c’è un’immagine caricaturale di una donna ucraina che è inaccettabile, e anche offensiva. È così che i cittadini ucraini sono visti all’estero?”

Tkachenko lo ha scritto su un suo canale Telegram, secondo però quanto riportato dai media della nazione avrebbe anche inviato una lettera ufficiale alla piattaforma streaming, formalizzando le lamentele esposte.
Le critiche del ministro ucraino sono state condivise sui social network, ma ci sono state anche opinioni diverse. La produttrice cinematografica ucraina Natalka Yakymovych ha infatti criticato il ministro dicendo:

“Quindi in una serie tv i personaggi negativi possono essere tutto tranne che ucraini? Ovviamente tutti noi vorremmo che fossero russi, ma non sempre si ottiene ciò che si vuole”.

Durante questa stagione però anche un’altra rappresentazione aveva sollevato polemiche, e stiamo parlando del personaggio secondario Alfie (interpretato da Lucien Laviscount), ragazzo inglese, è stato presentato come qualcuno che passa tutto il suo tempo nei pub a bere e a guardare partite di calcio in televisione.
Rispondendo a queste critiche, Derren Star ha detto di aver scritto la serie televisiva basandosi sulla sua esperienza personale di Parigi, e che la sua intenzione era far innamorare il pubblico della città, come era successo a lui.

Che cosa ne pensate?

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