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Banshee: il creatore rivela il finale originale pensato per la serie

Banshee, serie di genere poliziesco/thriller, è andata in onda dal 2013 al 2016 sulla rete televisiva via cavo Cinemax (in Italia su Sky Atlantic) per un totale di quattro stagioni. La serie è una scarica di adrenalina, nonostante si sia fatta prendere dalla frenesia da ultima stagione.

Banshee ha avuto come protagonista l’attore neozelandese Antony Starr, che attualmente interpreta Patriota nella serie Amazon Video The Boys (qui trovate 7 curiosità su Starr).

La serie è stata cancellata nel 2016. In un’intervista il creatore Jonathan Tropper rivela che i suoi piani originali per la conclusione erano diversi da quel che abbiamo visto nel finale.

Banshee: per Lucas non la morte ma la ricerca della sua identità

Banshee racconta la storia di un uomo di cui non si conosce la vera identità che, dopo essere stato in carcere per quindici anni a seguito di una tentata rapina, vive in libertà ma sotto falsa identità. Si mette sulle tracce della sua ex amante e complice, Anastasia, ma si trova inseguito dagli uomini del boss criminale che aveva tentato di rapinare, Mr. Rabbit.

Le sue ricerche lo portano a Banshee, immaginaria città della Pennsylvania abitata da una popolazione Amish. La città è in apparenza bella, pacifica, ma in realtà abitata da alcune persone orribili. Il protagonista qui rintraccia Anastasia, che nel frattempo ha cambiato identità ed è nota come Carrie Hopewell. Dopo essersi ritrovato casualmente in uno scontro a fuoco tra Lucas Hood, il nuovo sceriffo appena arrivato in città, e alcuni criminali del posto, il protagonista ruba l’identità dello sceriffo e rimane “sotto copertura” in città.

In un’intervista con Collider il creatore Jonathan Tropper ha rivelato il finale che aveva originariamente pensato per la serie. I suoi piani sono stati gli stessi fino alla fine delle riprese della terza stagione; poi ha iniziato a ripensare a come dovesse concludersi l’arco narrativo del protagonista.

Tropper rivela di aver inizialmente considerato il protagonista come un eroe tragico che si sarebbe redento dei suoi crimini tramite il sacrificio. Anche se non lo dice esplicitamente, tra le righe capiamo che Lucas sarebbe morto nel finale della serie, forse per proteggere un altro personaggio.

Tropper ha poi cambiato idea: durante le riprese è diventato chiaro che la lotta di Lucas con la sua identità era la base della serie e che un destino tragico non sarebbe stato necessariamente il modo più toccante per concludere la sua storia.

Ecco la sua spiegazione del perché ha cambiato il finale:

Avevo un’idea diversa di come la serie dovesse finire, l’ho cambiata solo quando abbiamo concluso la terza stagione. Ero abbastanza sicuro di come concludere e poi ci siamo allontanati da quella conclusione.
Ho sempre pensato la storia di Lucas Hood fosse una tragedia e che alla fine la sua redenzione fosse legata al sacrificio. Quel che ho compreso, mentre scrivevo la serie, è che quest’uomo che non ha un nome, che noi abbiamo chiamato Lucas Hood, è andato in prigione quand’era così giovane e non ha potuto diventare nessuno e quando è uscito di prigione ha assunto un’altra identità falsa.

Non ha mai avuto l’occasione di diventare qualcosa, quindi ho capito che la fine della storia non ruotava attorno alla morte e al sacrificio, ma più alla possibilità per il protagonista di arrivare alla fine del suo viaggio come nessuno e iniziare a essere la persona che è. Il punto focale è la ricerca della sua identità, al posto della non-identità di un prigioniero e di quella finta di Lucas. Quindi doveva finalmente essere libero per poter cercare la sua identità.

Che ne pensate di questi piani originali per il finale di Banshee?