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Dovete assolutamente guardare Non ho Mai, una delle teen dramedy più intelligenti dell’ultimo decennio

Amanti o meno dei prodotti seriali che raccontano vissuti adolescenziale, fatevi un favore e recuperate al più presto Non ho mai (Never Have I Ever) su Netflix, perché vi state perdendo una delle serie più divertenti e toccanti degli ultimi anni. Questa commedia adolescenziale, creata da Mindy Kaling e Lang Fisher, da poco conclusasi dopo quattro apprezzatissime stagioni, vi farà ridere, ma anche commuovere,(qui trovate 10 motivi per amare la serie). Vi immergerete infatti nelle avventure quotidiane di Devi Vishwakumar interpretata in modo magistrale da Maitreyi Ramakrishnan. Una ragazza indiana-americana di prima generazione che cerca di navigare tra le sfide dell’adolescenza e di sperimentare tante prime volte.

Ecco perché dovreste dare al più presto una possibilità a Non ho Mai.

non ho mai... blake lively
Devi in Non ho mai

Dopo la morte improvvisa del padre, Devi cerca di navigare le sfide della vita liceale mentre affronta il dolore della perdita e cerca di gestire la sua duplice identità culturale. La ragazza ha infatti subito un trauma tanto grande da somatizzare il dolore e sviluppando un’incapacità a reggersi in piedi. Una volta guarita fisicamente, Devi decide di mettersi in carreggiata. Rincorrendo l’utopico ideale di popolarità e di amore, desiderosa di diventare grande e matura, e di perdere la propria verginità con il bello e fascinoso Paxton Hall-Yoshida, nonostante la propria goffaggine e inesperienza.

Perché Devi Vishwakumar è un personaggio veramente complesso e ben scritto e proprio per questo può piacere non solo a ragazzini, ma a spettatori di tutte le età.

Potrà essere a volte davvero troppo impulsiva ed egoista, a tratti arrogante, ma la ragazza non è insopportabile come tanti personaggi tipici dei teen-drama. Devi è una ragazza con uno spirito ribelle e determinato. È audace, intraprendente e non ha paura di affrontare le sfide che la vita le presenta. È intelligente, ambiziosa e scaltra e quando sbaglia (cosa che succede molto spesso) se ne rende conto e trova sempre un modo per rimediare ai propri errori. Il suo sarcasmo e la propria autoironia contribuiscono a farcela apprezzare anche quando raggiunge i punti più bassi del suo percorso.

Fin dall’inizio della serie, in Non ho mai vediamo Devi affrontare una serie di ostacoli e difficoltà. Dalla morte improvvisa del padre alla lotta per trovare il suo posto nella gerarchia del liceo e non essere solo la “ragazza indiana“. Inizialmente, la protagonista fatica a esprimersi in maniera onesta e cerca di evitare il dolore e la tristezza che la circondano, spesso nascondendo i suoi veri sentimenti dietro un’esternazione di sicurezza e audacia.

Tuttavia, man mano che la serie progredisce, vediamo Devi affrontare direttamente i suoi demoni interiori e confrontarsi con le sue paure e insicurezze. Attraverso l’aiuto dei suoi amici, della sua famiglia e dei suoi mentori, tra cui la sua psicologa, Devi inizia un viaggio di auto-riflessione e crescita personale che la porta a una maggiore comprensione di sé stessa e dei suoi desideri più profondi.

I desideri di popolarità e successo sono quello che davvero più le importa?

Un momento significativo nel viaggio di crescita di Devi è quando inizia a esplorare il concetto di perdono e riconciliazione. Dopo aver fatto delle scelte che hanno causato dolore ai suoi cari, Devi impara a prendersi la responsabilità delle sue azioni e ad affrontare le conseguenze dei suoi errori. Questo processo di auto-riflessione e accettazione la aiuta a maturare e a diventare più consapevole delle conseguenze delle sue azioni.

Oltre alla crescita individuale, Devi sperimenta anche una crescita nelle sue relazioni con gli altri. Si apre alle persone intorno a lei. Impara ad accettare l’aiuto e il supporto dei suoi amici e della sua famiglia, e sviluppa una maggiore empatia e comprensione per gli altri.

Ma in Non ho mai non c’è solo Devi.

La serie si concentra infatti molto anche sulle dinamiche familiare della protagonista. Dal rapporto stretto ma spesso conflittuale con l’esigente e protettiva madre, a quello con l’apparentemente perfetta cugina Kamala, Devi cerca di trovare un equilibrio tra le aspettative culturali della sua famiglia e la sua desiderio di integrazione nella società americana.

Non Ho Mai

A sostenere Devi nel suo viaggio troviamo le sue inseparabili amiche Eleanor e Fabiola. Insieme, esse formano un trio dinamico che affronta con impaccio ma anche grande unione insieme le sfide dell’adolescenza. La serie esplora le loro relazioni, i loro alti e bassi. Il modo in cui si sostengono a vicenda attraverso le difficoltà della vita scolastica e personale. Non manca poi il nemico-amico Ben Gross, rivale di sempre ma anche complice. L’unico che forse riesce a comprendere fino in fondo le sue ambizioni e il suo spirito competitivo.

Grazie a personaggi ben scritti e a cui viene facile voler bene, Non ho Mai scorre che è una meraviglia. Nonostante trame a volte eccessivamente complicate (così come lo sono gli adolescenti) laddove non dovrebbero a causa di malintesi e incomunicabilità tra i protagonisti, Never Have I Ever brilla per la sua capacità di affrontare temi come l’integrazione, la famiglia, il lutto, il perdono e il rapporto con la propria sessualità, mantenendo sempre un equilibrio perfetto tra comicità e introspezione. Il tutto senza mai perdere la sua leggerezza.

Una serie inclusiva che non si sforza mai di risultare tale e che trasmette i giusti messaggi in maniera naturale e mai banale.

non ho mai
Il famoso triangolo di Non ho mai

Se tutto questo non bastasse a rendere appetibile Non ho mai, aspettate di scoprire chi svolge il ruolo di narratore delle vicende della giovane protagonista. La geniale voce narrante della dramedy è infatti quella di un personaggio che poco avrebbe a che fare con un’adolescente ribelle: il famoso e burbero tennista John McEnroe. Trattasi di una presenza costante che offre commenti ironici e divertenti sull’azione che si svolge sullo schermo. Il suo stile unico, che oscilla dalla critica alla paternale, fino al tifo più manifesto, aggiunge un tocco di originalità alla serie, fornendo una guida spirituale attraverso il mondo caotico di Devi e dei suoi amici. Il contrasto tra la sua personalità notoriamente irascibile e scorbutica con i drammi amorosi e personali della protagonista sono la ciliegina di una torta già di per sé squisita.

Se cercate una serie che vi catturi dal primo episodio e vi tenga incollati allo schermo fino all’ultimo, con una scrittura vivace e scorrevole, non fatevi frenare dai pregiudizi e date un’occasione alla serie. Potreste emozionarvi come dei ragazzini. Vi ricordiamo che Never Have I Ever, disponibile solo su Netflix. Buon viaggio!

Non ho Mai: la recensione del finale di serie