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La classifica dei 5 migliori personaggi di Mr Robot

Mr Robot è giunto al termine con un finale che ne ha sancito la definitiva consacrazione. La serie di Sam Esmail, trasmessa su USA Network dal 2015 al 2019, è riuscita lì dove in molti hanno fallito: nel darsi una conclusione degna del percorso compiuto, un percorso mantenutosi su alti livelli qualitativi per la sua intera durata. Il successo di critica e pubblico che Mr Robot è stata in grado di riscuotere è dovuto a una molteplicità di fattori: il dosaggio di una scrittura che si prende i suoi tempi per progredire al giusto ritmo, la profondità di temi che intrecciandosi restituiscono un quadro dell’umano intenso e complesso, la cura dei personaggi che si muovono dentro la cornice tracciata dagli eventi. È proprio a loro che Esmail ha dichiarato di attribuire una priorità assoluta, dal momento che sono i veicoli della narrazione, il mezzo che consente agli spettatori di calarsi all’interno della storia con il tramite dell’empatia e dell’immedesimazione.

Quelli offerti da Mr Robot sono personaggi differenti tra loro, ma accomunati da un disagio esistenziale che trova in ciascuno una sua specifica declinazione. Sono nevrotici e ossessionati, incompiuti e inquieti, rotti e drammatici.

Sono tutti caratterizzati in maniera eccellente, ma quali sono i migliori in assoluto? Secondo noi, questi cinque.

Attenzione: la classifica contiene spoiler!

5) Dominique “Dom” Di Pierro

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Una donna integerrima e ligia al dovere, un personaggio genuinamente positivo in mezzo ad altri con un lato oscuro più o meno pronunciato.

Parliamo di Dominique “Dom” Di Pierro, agente federale che fa il suo ingresso in scena durante la seconda stagione di Mr Robot.

Le indagini sulla Dark Army portano Dom ad affrontare una vera e propria discesa negli Inferi, una spirale che la costringerà a tradire gli ideali in cui crede con le armi del ricatto e della manipolazione. Malgrado i compromessi che si ritrova ad accettare, Dom mantiene la propria natura incorrotta e riesce a riappropriarsi di quella vita che le era stata rubata. Dom è il personaggio più ordinario di Mr Robot, eppure riesce ad essere straordinariamente eroica nella sua normalità. È caparbia, volenterosa e animata da un senso del dovere che la guida e la motiva. Dom è una medaglia a due facce: se a lavoro è sicura e padrona di sé, nel privato è affetta da una profonda solitudine che racchiude il suo lato più fragile e umano. Dom è una persona normale che cerca di dare il meglio in un mondo in cui è fin troppo facile sfoderare il proprio peggio e che ha il merito di restare fedele a se stessa nonostante le minacce che mirano a corromperla.

4) Angela Moss

All’inizio Angela appare come il più ordinario della gamma di personaggi offerta da Mr. Robot. La classica ragazza della porta accanto, senza particolari doti né demeriti, una persona comune nel senso più proprio del termine.

A dispetto di queste premesse, Angela è quella che attraversa l’evoluzione più imprevedibile e, ci azzardiamo ad aggiungere, la più interessante.

Il motore da cui il suo sviluppo prende le mosse è la scomparsa di sua madre Emily, uccisa da una leucemia provocata dalla fuoriuscita di rifiuti tossici nella fabbrica per cui lavorava. Quando viene confermato che i responsabili dell’accaduto sono rimasti impuniti grazie a prove opportunamente insabbiate, Angela imbraccia le armi e scende in campo per ottenere giustizia. La sete di vendetta la porterà a entrare a far parte della Evil Corp prima e a mettersi al servizio della Dark Army poi, in una parabola discendente che la condurrà dritta al lato oscuro. Angela pagherà a caro prezzo questa svolta: manipolata da Whiterose, finirà per avere sulla coscienza centinaia di morti, e sarà un peso che farà scricchiolare pesantemente il suo equilibrio mentale. Morirà senza aver avuto modo di redimersi, al termine di quello che è stato un percorso cupo e profondamente tragico.

3) Tyrell Wellick

Tyrell Wellick

Tyrell si presenta con le sembianze di un perfetto vincente: brillante, affascinante, ambizioso; sembra incarnare il prototipo del giovane manager destinato a un’ascesa inarrestabile.

L’apparenza che ostenta è un involucro di cristallo destinato ad andare presto in frantumi.

Tyrell si rivela insicuro e ossessivo, instabile in un modo che lo porta a perdere il controllo proprio nei momenti in cui andrebbe tenuto ben stretto e a commettere errori potenzialmente fatali. Le fragilità di Tyrell si scontrano con la sua brama di potere, un fardello di cui non sembra in grado di reggere il peso. Eppure Tyrell non è disposto a depositarlo a terra per alleggerirsi. Insegue i suoi obiettivi con totale dedizione, sia quando essi si identificano con il ruolo di CEO sia quando vanno a coincidere con la causa di Elliot, che perora con devozione cieca e assoluta. Lunatico e imprevedibile, costantemente in bilico tra lucidità e follia, Tyrell è un personaggio magnetico e ottimamente interpretato da un Martin Wallström che proprio con Mr Robot ha raggiunto fama di internazionale.

2) Whiterose

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Enigmatica, visionaria, carismatica; un’antagonista di quelle che rappresentano un valore aggiunto per la storia.

Whiterose è, insieme ad Elliot, uno dei due perni su cui si regge l’impalcatura di Mr Robot.

Leader e fondatrice della Dark Army, Whiterose resta avvolta nel mistero fino a quando il suo background non arriva a diradarlo e a rivelare le motivazioni che muovono le sue azioni. Dietro i piani che Whiterose coltiva si nascondono un passato in cui è stata costretta a reprimere la sua vera identità e un gravissimo lutto giunto a segnarla per sempre. È per questa ragione che Whiterose mira a distruggere il mondo così come lo conosciamo: perché si tratta di quello stesso mondo che le ha negato la libertà e che necessita di essere demolito per cedere il passo a uno totalmente nuovo, in cui ognuno possa essere ciò che è al di là di vincoli e costrizioni. Obiettivi condivisibili perseguiti attraverso mezzi discutibili: una formula che ha reso accattivanti un gran numero di villain e che applicata a Whiterose non ha mancato di sortire lo stesso effetto.

1) Elliot e le sue personalità

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Se analizzato dal punto di vista del protagonista, Mr Robot è un processo di ricomposizione più che la storia di una rivoluzione fallita.

Questo processo riguarda Elliot e le personalità in cui il suo essere è scisso, riflessi di traumi mai superati e desideri repressi che trovano modo di emergere nel disturbo dissociativo da cui è affetto.

Mr. Robot, la Madre, Elliot bambino e infine The Mastermind, da cui il “vero” Elliot è stato soverchiato al punto da perdere il controllo di se stesso e da finire assopito, racchiuso nelle profondità del suo inconscio. Alla fine di tutto vediamo questo Elliot riemergere, con Darlene che è lì a dispensargli un saluto che sa di bentornato. La sua parabola è un cerchio che si chiude, conferendo alla narrazione un perfetto senso di compiutezza. La grandezza di Mr Robot coincide con quella del suo protagonista, che si presenta con più identità ma con un’unica, complessa, straordinaria psicologia perfettamente colta dall’estratto di uno dei tanti monologhi introspettivi in cui lo vediamo cimentarsi.

Provo questa sensazione: non so se lottare o scappare, costantemente. Dovrei scegliere una delle due opzioni. Io, Elliot Alderson, sono fuga, sono paura, sono ansia, terrore, panico.

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