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Mozart in The Jungle: la leggiadria dell’arte, la giungla del marketing

Ci vuole del sangue freddo non indifferente per riuscire a nuotare nelle acque del mondo dello spettacolo e, ancor di più, serve probabilmente un grande ego per non andare a fondo. Di serie tv sulla fama e i suoi pericoli ne sono state prodotte a bizzeffe ma mai tanto sagaci e brillanti come Mozart in The Jungle. Prendendo in esame il mondo poco conosciuto delle orchestre sinfoniche, la serie tv targata Amazon Prime Video ci permette di sbirciare nei dietro le quinte di una parte dell’industria musicale moderna, offrendoci uno sguardo approfondito sulle sfide, le passioni e le complessità che la riguardano.

Contrariamente a The Idol, la serie tv del 2014 non scade mai nella romanzesca bufala. Anche negli eccessi e nelle esagerazioni, è possibile trovare una motivazione che ci permette di comprendere meglio quel mondo e quelle contraddizioni. Senza risultare immotivatamente spinto, volgare o scandaloso, lo show non ha mai bisogno di alzare la voce per catturare la nostra attenzione. I personaggi, inoltre, contribuiscono senza dubbio alla qualità complessiva del prodotto. Troviamo giovani e ambiziosi emergenti, pilastri del settore musicale che si stanno via via sbriciolando, direttori d’orchestra freschi e innovativi che si contrappongono a leader ancorati al passato: sono tutti accomunati dai tentativi di bilanciare la passione per la musica con la sete di grandezza. Il desiderio di diventare qualcuno nel panorama musicale si scontra spesso con la volontà di mantenere la propria integrità morale. Vengono richiesti dei compromessi ed è affascinante osservare come e perché ognuno di loro decida quale strada seguire, e come.

Mozart in the Jungle
Mozart in the Jungle (640×350)

Variegati e diversi come i loro strumenti, i personaggi della serie suonano una diversa musica e vibrano al tocco di mani predilette. La bella e determinata Hayley, oboista dai grandi sogni, inizierà come assistente di Rodrigo per trovare poi la propria strada. Hayley si rispecchia nel suo strumento, forte e deciso. Anche Cynthia è un tutt’uno con lo strumento che suona, il violoncello. La sua presenza si nota anche in mezzo a mille altri strumenti. Lo stesso vale per Cynthia, una donna impossibile da non notare e in grado di fare sentire la propria voce anche in una stanza piena di gente. A loro si aggiungono Thomas e Gloria, il primo è il vecchio direttore d’orchestra legato alla tradizione e a un approccio classico e per questo paragonabile al pianoforte o all’organo. Come questi due strumenti, Thomas condivide il legame con una musica più classica, precisa e rigorosa dal suono inconfondibile. Gloria è, invece, colei che gestisce gli aspetti meno affascinanti dell’orchestra. Si tratta di una donna pratica, razionale ma anche sensibile all’occorrenza e, per questo motivo, verrebbe da associarla a uno strumento a fiato come il clarinetto. Scattante, agile, affusolato ma anche vivace e limpido come la voce di Gloria.

Su tutti campeggia Rodrigo de Souza (Gael Garcìa Bernal), direttore d’orchestra eccentrico e impulsivo, sempre alla ricerca di nuove idee e lidi inesplorati. Come un violino, Rodrigo cattura il suo pubblico e non ha paura di osare, di spingersi oltre i propri limiti, mentre con il banjo, il direttore d’orchestra condivide il lato più esotico e passionale del proprio carattere.

Mozart in the Jungle (640×366)

Personaggi eterogeni per uno show che non ha, tutt’oggi, trovato paragoni o eredi. Purtroppo però, forse proprio in virtù di quel carattere così particolare e per la sua natura duplice, Mozart in The Jungle non ha ottenuto il successo meritato risultando troppo “snob” per il pubblico medio. Ma cosa significa dunque quel titolo enigmatico? Il titolo fa riferimento, da un lato all’idea di mostrare il fascino e l’eleganza della musica unita, però, anche alle sfide e alla complessità della stessa; soprattutto quando la musica non è più un piacere fine a se stesso ma fonte di guadagno e successo. La giungla del marketing diventa allora l’habitat naturale in cui i protagonisti devono riuscire a destreggiarsi, bilanciando la passione personale con le dinamiche professionali e quell’ego che tutti gli artisti possiedono. Creata da Roman Coppola, Jason Schwartzman e Alex Timbers, la serie tv affronta così svariate tematiche – amore, successo, benessere – utilizzando sempre la musica come chiave di lettura e affidandole le risposte alle domande dei personaggi.

In alcuni momenti, soprattutto quelli riguardanti Rodrigo, Mozart in the Jungle si lascia andare a scene surreali e a visioni indispensabili per aiutare i protagonisti a uscire da situazioni di impasse. Come è il caso, appunto, di Rodrigo, tormentato dal fantasma di Mozart in persona quando la vena artistica inizia a esaurirsi e il maestro rimane privo di ispirazione. La musica rappresenta, allora, il faro che ci guida in un mare in tempesta, che ci permette di avere una visione cristallina sul mondo e sulle sue complicazioni. Celebrata in tutta la sua bellezza, la musica diventa anche strumento di connessione che ci aiuta non solo a compiere un viaggio in noi stessi ma anche nei confronti dell’altro. La “leggiadria dell’arte” è allora proprio la possibilità di innalzarsi oltre i limiti imposti dalla gravità, di raggiungere, seppur con poche semplici note e e per qualche ora, uno stato di libertà assoluta e gioia pura.

True Detective
Rodrigo e Hayley (640×356)

Ma la musica presenta anche un lato oscuro, una giungla, come dicevamo, in cui abitano bestie feroci pronte a trasformare la semplicità e l’innocenza in nuovi metodi di guadagno. La competitività, l’ambizione tossica, la scalata al successo, le crisi personali e non solo, sono l’equivalente delle controindicazioni di un foglietto illustrativo. Rodrigo e Hayley sono indubbiamente i personaggi che risentono maggiormente di questa dualità, a volte chiamati a decidere tra autenticità e fama. Le esigenze commerciali e il business senza scrupoli sono gli inconvenienti del mestiere, riuscire ad accettarli e a saperli gestire è l’unico modo per non farsi trascinare via dalla corrente. Anche un viaggio a Venezia può trasformarsi in una occasione ghiotta di rinascita o fallimento, tenere sempre a mente i propri sogni è l’unico modo per mantenersi sul tracciato in una giungla impietosa.

La parentesi italiana di Mozart in The Jungle