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Genesi delle famiglie disfunzionali nelle Serie Tv: trend topic o stanco revival?

Il family drama è un genere televisivo che conosciamo piuttosto bene. Ce lo hanno proposto un po’ in tutte le salse: famiglie felici ma conflittuali, famiglie disastrate, rapporti tra familiari sempre in bilico. Insomma, quando iniziamo a guardare una serie tv che ha come protagonista un gruppo familiare, sappiamo bene che nessun equilibrio è al sicuro. Il genere family tuttavia non comprende unicamente l’accezione drammatica, ma può esistere anche in versione commedia e sitcom come Modern Family.

La nascita di questo genere (nel vero senso della parola) arriva con l’inizio della diffusione dei televisori e i conseguenti primi approcci del pubblico ai programmi di intrattenimento. Sono anni in cui si era fortunati ad avere un vicino di casa con la televisione perché l’avrebbe messa a disposizione anche di chi ancora non ne possedeva una. Di conseguenza gli show che vanno per la maggiore sono quelli che possono riunire l’intera famiglia, a prescindere dall’età, davanti allo schermo.

Nasce così la tv per famiglie che parla di famiglie.

L’evoluzione cinematografica ha poi voluto che il genere puntasse verso un tipo di famiglia quanto più classica e tradizionale possibile. Il nucleo familiare rappresentato era idilliaco e ammetteva ben poche eccezioni. I ruoli, i doveri e gli obblighi appartenevano ad ogni membro della famiglia televisiva in modo imprescindibile. Proseguendo su questa linea temporale, c’è stata poi un’apertura verso elementi più concreti e reali che le famiglie vere dovevano affrontare. Negli anni ’70 è anche stato introdotto il delicato tema dell’omosessualità, altro aspetto cardine nella trama della sopracitata Modern Family. Si stava quindi già abbandonando l’ideale di famiglia perfetta e irraggiungibile, a favore di rappresentazioni più dirette di ciò che si affrontava in quegli anni: emancipazione femminile, difficoltà economiche, divorzi e famiglie afroamericane a cui si collegavano i temi di razzismo e integrazione. Non a caso gli anni ’80 si stavano avvicinando e una delle sitcom più seguite era I Jefferson.

La genesi si conclude qui, con l’addio alla famiglia del Mulino Bianco e con l’inizio della rappresentazione di famiglie disfunzionali, che nulla hanno a che vedere con l’idillio di un tempo. Si affrontano perciò sullo schermo le sfide quotidiane di famiglie comuni, che hanno a che fare con il rapido cambiamento dei modelli genitoriali e con la difficoltà di crescere dei figli al giorno d’oggi. Famiglie che si devono misurare costantemente con le diversità sociali, il multiculturalismo, l’infedeltà matrimoniale e sempre più spesso anche con il crollo dei valori e la violenza. Da diverso tempo quindi le serie tv family ci presentano un nucleo composto da personaggi problematici e apparentemente incompleti. Non c’è più un padre autoritario e una madre casalinga sottomessa con due bambini biondi e beneducati. Per stare al passo con i tempi questo modello è stato quasi raso al suolo.

Ne è stato però eretto un altro che è proprio la famiglia disfunzionale

La sua caratteristica principale è la conflittualità, sia espressa direttamente sia interna ai personaggi. Jay Pritchett in Modern Family, ad esempio, è un uomo americano dai valori tradizionali e patriottici. È piuttosto chiuso verso le novità, ma nonostante questo ha sposato Gloria, una donna colombiana, ed ha anche dovuto fare i conti con l’omosessualità di suo figlio Mitchell che ha causato un rapporto piuttosto complicato tra i due.

Modern Family

La famiglia disfunzionale si basa quindi anche sui difficili processi genitoriali. Infatti essere padri o madri è molto più complesso di quanto qualsiasi serie tv riesca ad esprimere. Gli errori sono inevitabili e, come questi, anche le loro conseguenze. In This Is Us questo è addirittura il tema centrale dell’intera serie. Come essere cresciuti in un determinato contesto influenzi la tua vita è ciò che cercano di scoprire Kevin, Kate e Randall. Nonostante agli occhi di molti spettatori il loro ambiente familiare, soprattutto durante l’infanzia, possa sembrare più che positivo, questi adulti hanno crepe, scalfitture e piccole cicatrici che fanno parte di loro e che sono nate all’interno della famiglia.

Ormai questo prototipo di famiglia è molto più comune e abituale nel mondo delle serie tv. A volte anche utilizzato come gancio narrativo proprio per approfondire le dinamiche psicologiche del personaggio. In Gossip Girl, Blair ha una famiglia altamente disfunzionale. Il divorzio che lei fatica ad accettare, l’orientamento sessuale del padre non accettato e la scarsa attitudine alla maternità di Eleanor Waldorf fanno sì che lei sia per la maggior parte della serie una ragazzina immatura e il cui principale ruolo di riferimento materno sia la domestica Dorota. Avere una famiglia anomala è ormai quasi una prerogativa di ogni personaggio profondo ed enigmatico.

Modern Family

Anche in serie tv che non hanno al loro centro trame familiari questo modello è comunque presente. In The Handmaid’s Tale la protagonista June Osburne ha un difficile rapporto con la madre, a cui viene dedicato un intero episodio nella seconda stagione, che non appoggia le scelte di vita di sua figlia e questo ha inevitabilmente un forte impatto su June. Ed è così che lo straordinario diventa ordinario, l’anomalo diventa normale, l’eccezione diventa regola e tutte la famiglie delle serie tv, se pur disfunzionali, un po’ si somigliano.

Sia che ci facciano piangere o ridere, nella maggior parte dei casi queste serie tv family fanno centro nel mirino di interessi degli spettatori. Per un motivo molto semplice: tutti abbiamo una famiglia. Si fa leva quindi su un dei nodi più antichi del mondo come il rapporto con i genitori, che condiziona l’infanzia e senza rendersene poi conto anche tutta l’esistenza. E non è una novità da serie tv dell’ultimo momento, Sofocle ci scrisse la tragedia Edipo Re in cui emerge la conflittualità tra figli e genitori. Conflittualità che si crea inevitabilmente e che quindi è, anche se in piccola parte, presente in ogni aspetto della nostra vita. Dalla tragedia greca si ispirò poi Freud che teorizzò i rapporti famigliari e da cui Kafka si ispirò a sua volta per tradurre la psicologia in letteratura. Allora, l’abbiamo capito, è un tema caldo e sempre attuale. Per questo anche il mondo delle serie tv ha deciso di attingere sapientemente a questo bacino di esperienza umana condivisa che è la famiglia, declinandolo nella sua forma cinematografica.

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