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Cosa è mancato a Locke & Key per compiere il salto di qualità

Ha da poco terminato la propria corsa la serie Netflix Locke & Key, conclusasi con la terza stagione. Un finale (qui il racconto di cosa è successo) che ha portato a compimento le trame della famiglia Locke e messo la parola fine a un percorso durato poco più di due anni. Dall’uscita della prima stagione il 7 febbraio 2020 la serie si è delineata, è cresciuta e si è sviluppata seguendo un tragitto sempre ben definito e coerente. Il finale della terza stagione arriva in modo forse nitido e rende giustizia all’intero apparato complessivo della serie.

Eppure, una volta terminata la visione dell’ultima puntata di Locke & Key, risulta difficile scollarsi di dosso un senso di incompiuto. Non tanto a livello narrativo, perché le trame arrivano a conclusione e si esauriscono, lasciando poco o nulla di intentato. Più che altro a livello mediatico, perché Locke & Key è una serie che ha fatto poco rumore e avrebbe avuto le caratteristiche, intrinseche ed estrinseche, per farne molto di più.

Un genere primario, un ruolo secondario

All’interno della ormai sconfinata produzione di Netflix, il genere fantasy sembra occupare un ruolo di punta. Molto è dovuto all’exploit incredibile di Stranger Things, divenuta praticamente la serie ammiraglia della casa di Los Gatos. Un successo incredibile, che ha spianato la strada a molte altre produzioni simili. Netflix ha cercato di impegnarsi moltissimo in questo tipo di progetti, slittando progressivamente dalla fantascienza al fantasy puro, con l’allestimento di super produzioni e di lavori mediaticamente molto rilevanti e impegnativi.

Da Stranger Things siamo passati a Umbrella Academy e poi a opere cardine del genere fantasy. Da Shadow and Bone a The Witcher, fino all’ultimissima Sandman. Un impegno costante e sempre più ambizioso, che ha reso Netflix una sorta di casa del fantasy, col chiaro obiettivo anche di concorrere sul campo delle super produzioni del genere con altri attori importanti come HBO e Amazon, che dalla loro hanno il super modello Game of Thrones e l’imminente Gli anelli del potere. A differenza di altri produttori, Netflix ha puntato moltissimo sulla quantità, riempiendo il proprio catalogo di titoli prestigiosi e propagandandoli all’inverosimile per portarsi a casa il più alto numero di spettatori possibile.

All’interno di questa cerchia di opere fantasy rientra anche Locke & Key, che però a differenza delle opere sopracitate pare aver avuto un trattamento diverso. O meglio, sembra essere passata maggiormente sotto traccia e non per suoi limiti. Locke & Key non è mai stato “spinto” come un prodotto di punta da Netflix, ma le sue tre stagioni sono state distribuite con pochissimo rumore, nonostante un livello mantenuto molto alto per tutta la durata della serie.

Locke & Key

I limiti di Locke & Key

Verrebbe da chiedersi cosa la serie tratta dai fumetti di Joe Hill abbia in meno di altre opere dello stesso genere prodotte da Netflix. I limiti di Locke & Key non sono da ricercare al suo interno, ma all’esterno. Prima abbiamo nominato The Witcher, Shadow and Bone e Sandman. Tre opere che hanno una fanbase molto importante, indipendente dalla realizzazione televisiva. Locke & Key non arrivava con un carico di aspettative e di spettatori tanto ampio, ma doveva costruirsi la propria utenza e Netflix non l’ha aiutata a farlo.

Nelle sue operazioni di acquisizione di visibilità, Netflix ha preferito puntare su prodotti più “sicuri”, esponendo maggiormente quelle serie che potevano vantare un pubblico già precostituito e fedele. Rispetto a questi prodotti Locke & Key partiva indietro e non è mai riuscita a recuperare questo svantaggio. Idealmente, sarebbe servita un’operazione mediatica alla Stranger Things, una sorta di bombardamento che avrebbe portato più visibilità alla serie e contribuito a diminuire lo scarto derivante dalla minore appetibilità dell’opera originaria che ha dato l’ispirazione alla serie.

Mancando questo passaggio, Locke & Key è finita per passare in secondo piano, affermandosi come un prodotto di qualità notevole, ma mediaticamente non di primo piano. Il rimpianto sta però nel fatto che la serie di Joe Hill avrebbe avuto tutte le carte in regola per essere un elemento di spicco di Netflix, una serie con una sua riconoscibilità, con personaggi iconici e un universo narrativo estremamente caratterizzante.

I tanti pregi di Locke & Key

Ciò che stona, riflettendo dopo la conclusione della serie, è lo scarto che c’è tra il suo livello e la sua notorietà. Quella sensazione d’incompiuto che si percepisce alla fine dell’ultima puntata della terza stagione sta proprio qui. Viene da chiedersi: com’è possibile che non si parli abbastanza di Locke & Key?

La serie, come detto, possiede tutte le potenzialità per essere un prodotto mediaticamente rilevante. Ha tre protagonisti ben definiti, giovani, sfaccettati e molto interessanti, in cui la gran parte degli spettatori può identificarsi. Soprattutto nelle prime due stagione ha un villain molto potente. Dodge è un personaggio veramente riuscito, un cattivo che mescola alla perfezione sensualità e malvagità e ha una presa magnetica sul pubblico. Infine, tutto il meccanismo delle chiavi magiche e l’ambientazione di Key House sono decisamente affascinanti. Il contesto è di primissimo livello e costituisce un punto di partenza ideale per una storia dalle grandi ambizioni.

Insomma, gli elementi per un fantasy di primo livello ci sono tutti e la resa della trama è stata impeccabile. La storia non cala mai di ritmo, non smette mai di intrigare e regala svolte e colpi di scena. Al suo interno Locke & Key ha veramente tutto, eppure se pensiamo a una serie fantasy di Netflix non è la prima a venirci in mente, ma nemmeno la seconda, la terza, la quarta o la quinta. C’è uno scarto troppo evidente tra resa della serie e ricezione del pubblico e l’impressione è che ciò sia dovuto quasi esclusivamente a fattori esterni, perché dal canto suo Locke & Key ha fatto il possibile per brillare.

Locke & Key

La chiave mancante

Rimanendo in tema con la serie, possiamo dire che Netflix non ha trovato la chiave giusta per la consacrazione di Locke & Key. Qualunque siano i motivi, facili comunque da rintracciare però nella mancata spinta pubblicitaria, è evidente che la serie di Joe Hill avesse un potenziale molto più grande da esprimere, destinato ormai a rimanere per sempre irrisolto. La fine di Locke & Key lascia molti sentimenti contrastanti. Il lieto fine e la risoluzione di ogni trama lasciano lo spettatore in pace, soddisfatto per la sorte dei personaggi. Uscendo dalla cornice narrativa, però, l’insoddisfazione cresce.

L’impressione di fondo è che Locke & Key avrebbe avuto molto più da dire. Avrebbe potuto fare molto più rumore di quanto ne ha fatto, se solo Netflix gli avesse garantito una cassa di risonanza più ampia. Il rimpianto cresce soprattutto vedendo che altre serie hanno potuto avere a disposizione questa maggiore portata mediatica, mentre Locke & Key è rimasta sempre sullo sfondo. Come un alunno che fa alla perfezione tutti i compiti ma non riesce comunque a farsi notare dalla maestra.

Tirando le somme, Locke & Key è un’ottima serie tv fantasy, l’ennesima testimonianza delle abilità di Netflix in questo campo. Il suo finale lascia parecchie sensazioni. A livello narrativo risulta soddisfacente, ma non si può celare quell’amara incompiutezza per un salto di qualità per cui c’erano tutte le carte in regola, ma che fino alla fine non si è concretizzato.

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