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Locke & Key 3: tutto è bene quel che finisce bene

ATTENZIONE! SEGUIRANNO SPOILER SULLA TERZA STAGIONE DI LOCKE & KEY!

Il gran finale di stagione di Locke & Key, tratto dal graphic novel di Joe Hill e Gabriel Rodriguez, è finalmente arrivato e devo ammettere che mi mancheranno le avventure della famiglia Locke alla scoperta delle chiavi magiche, tra chiavi testa, chiavi fantasma e metallo sussurrante.

Il target della serie è, come accaduto nelle precedenti stagioni, prettamente adolescenziale nonostante i valori trasmessi. Il messaggio che lascia non è poi così superficiale, al contrario mi fa pensare possa essere recepito da qualsiasi tipo di pubblico, perché in Locke & Key non vediamo soltanto amori adolescenziali ma prima di tutto la storia di una famiglia, scossa da un lutto (quello del padre). Scopriamo gli errori del passato di Nina, alle prese con la sua ossessione per l’alcol, e il dolore dei suoi figli, soprattutto del piccolo Bodie. Insomma tutto è bene quel che finisce bene, in una serie non poi così scontata.

Tra atmosfere immaginifiche e successione ereditaria

Locke & Key

Abbandoniamo le tinte cupe, quasi horror, che avevano contraddistinto la seconda stagione per tornare nell’universo immaginifico e fantastico della primissima stagione, quella della scoperta delle chiavi e del loro utilizzo in diversi contesti. Analogamente accade nel finale di stagione, dove le chiavi vengono usate in ogni modo, sfruttandone le qualità magiche (dalla chiave Arlecchino all’importantissima chiave Creazione) per poi essere distrutte abbandonando purtroppo (o per fortuna) per sempre la magia.

I due filoni principali della terza stagione sono essenzialmente legati, con le chiavi da un lato e l’eredità della famiglia Locke dall’altro. Quest’ultima si scontrerà con la famiglia Gideon che cerca da secoli la porta per l’aldilà; non è un caso che Josh, intimo amico della famiglia, sia proprio antenato di Frederick Gideon, capitano della flotta britannica durante la Rivoluzione americana (arrivato come eco a Keyhouse per impossessarsi delle chiavi). I destini di queste due famiglie sono quindi legati, con la differenza che alla fine tra le rivalità del passato nasce un amore: quello tra i due discendenti Nina e Josh.

La famiglia prima di tutto

Locke & Key

La famiglia è la chiave principale che muove l’ingranaggio di Locke & Key. Abbandoniamo per un attimo le altre chiavi, quelle reali, perché la vera magia di Keyhouse la fanno i protagonisti grazie al loro senso di unità e amore che li lega. All’inizio della stagione vediamo una Kinsey (Emilia Jones) emotivamente distrutta per via della partenza del fratello maggiore Tyler (Connor Jessup), che sul finire della seconda stagione aveva abbandonato Keyhouse e con essa i ricordi della magia. Quando però Tyler torna a casa in occasione del matrimonio dello zio, la famiglia è di nuovo al completo.

Nonostante la loro unione sia una cosa tangibile, la mancanza del padre aleggia ancora durante tutto l’arco narrativo. Esemplare è in questo caso la scena in cui tutta la famiglia, tramite la chiave tempo, torna indietro per poter passare gli ultimi attimi con il padre. Devo ammettere che è un momento che mi ha fatto scendere qualche lacrima.

A ben vedere, tutti i componenti della famiglia trovano sempre un modo per salvarsi a vicenda; capiterà raramente di vedere uno di loro alle prese con la magia oscura delle chiavi da solo o senza un aiuto da parte di esterni. Basti pensare all’importanza che rivestono Ellie e Rufus, sempre pronti ad aiutare gli amici nel momento del bisogno. Locke & Key è una storia di legami, prima di tutto e su tutto, e senza questi la storia non avrebbe senso di esistere. Ciò che ci insegna è che la vera magia non è data da elementi materiali, ma è creata da noi stessi e dai nostri sentimenti. In questo senso la serie si pone anche in un’ottica estremamente educativa.

Tutto è bene quel che finisce bene

Ormai è chiaro che la quarta stagione di Locke & Key non si farà. Nella mente dei produttori, infatti, l’idea è sempre stata quella delle tre stagioni, ritenute idonee e di lunghezza esatta per raccontare la meravigliosa storia di Keyhouse. Siamo sicuri che realmente le strade siano chiuse? Alla fine della terza stagione, i produttori hanno volutamente inserito il metallo sussurrante prima dei titoli di coda. In maniera quasi inconscia ci hanno fatto capire che, nonostante la loro distruzione, le chiavi continueranno a essere presenti nella vita dei protagonisti, perché tutti ricordano volutamente la magia, compresa Nina.

Insomma, il finale è stato volutamente positivo e ci ha lasciati intendere che tutte le questioni si sono concluse per il meglio: Tyler è innamorato e torna in Montana pur ricordando la magia, Nina ha una relazione con Josh e le chiavi sono state distrutte insieme al portale creato da Gideon. Il finale è volutamente in linea con gli happy-ending tipici di una favola della Disney, il classico lieto fine.

Avrei voluto vedere un finale più audace? No, il finale è in linea con l’intera storia e non sarebbe potuto essere più bello di così. Anche se la sua scontatezza potrebbe far arricciare il naso, l’idea che “l’amore trionfa su tutto” rimarrà il messaggio di chiusura più bello di sempre. D’altronde le storie sono fatte per sognare.