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Chi è Alan Arkin, il geniale coprotagonista de Il Metodo Kominsky

Il Metodo Kominsky ha fatto scelte ben delineate per quanto riguarda il proprio cast: i due protagonisti della serie, interpretati da Michael Douglas ed Alan Arkin sono stati in grado di rapire il cuore del pubblico con delle interpretazioni di altissimo livello, e le aspettative non erano certo basse.

Da una parte abbiamo un Michael Douglas famosissimo per ruoli da attore o regista in film come Basic Instinct e Wall Street che gli sono valsi ben due premi Oscar più altri svariati premi.
Ma dall’altra abbiamo Alan Arkin, forse meno noto ai più giovani o meno appassionati di cinema, ma di certo un’icona. Che oggi andiamo a riscoprire.

Il coprotagonista della serie Il Metodo Kominsky nasce a New York il 26 marzo 1934 da una famiglia ebraica, figlio di un pittore e scrittore e di una maestra. A 11 anni si trasferisce a Los Angeles, dove inizia a studiare recitazione presso il “Bennington” per poi iniziare a recitare in teatro nel 1958.

Più di una carriera

Alan Wolf Arkin nel corso della sua carriera ha lavorato in qualsiasi ambito immaginabile.
Debutta da attore nel 1966, arrivando quindi a Il Metodo Kominsky dopo oltre 50 anni di carriera.
Nel 2007 riceve un Oscar come miglior attore non protagonista per Little Miss Sunshine superando la concorrenza di Jackie Earle Haley, Djimon Houson, Eddie Murphy e Mark Wahlberg.

Nel 1969 inizia una seconda carriera, quella da regista, anche’essa lunga e gloriosa.
È inoltre un autore di svariati libri, tra cui due autobiografie, l’ultima uscita nel 2018.
Per non farsi mancare nulla appare nell’album Contemporary Broadway Revisited di Ben Bagley, cantando due brani.

Un grande uomo per il piccolo schermo

Alan Arkin

Alla sua carriera non manca neanche la televisione, la sua prima apparizione è datata 1964 durante un episodio di East Side/West Side per poi non allontanarsi mai neanche da questo mondo.

Nel 2005 appare durante una puntata della settima stagione di Will & Grace (che ci riserverà un finale sorprendente, come potete leggere qui) nei panni del padre della donna: Martin Adler, uno stereotipato patriarca ebreo che prova molto affetto per la figlia, pur facendo intuire di preferire la sorella minore Joyce. Durante la nona stagione viene rimpiazzato nel ruolo da Robert Klein a causa di impegni lavorativi.

Durante vari episodi di BoJack Horseman, presta la voce al personaggio di J.D. Salinger, un autore e produttore televisivo che ha finto la propria morte per poi lavorare anonimamente prima di essere riscoperto da Princess Carolyn nell’episodio Higher Love della seconda stagione.

Alan Arkin come Norman Newlander

Alan Arkin

Ovviamente il suo ruolo più noto nel piccolo schermo è quello ricoperto ne Il Metodo Kominsky, con il personaggio di Norman Newlander.

Ex agente dell’attore Sandy Kominsky (interpretato da Michael Douglas), che deve superare la perdita della moglie appoggiandosi al suo miglior amico e affrontando la vita con un’apparente insofferenza, ogni tanto spezzata da battute taglienti, lamentele stereotipate o crolli emotivi.

Non è un caso che un attore così esperto sia riuscito a trasmettere grandi emozioni attraverso un personaggio prosciugato della voglia di vivere dalla vita stessa.

Eppure, proprio come nella vita di Alan, anche Norman sembra non riuscire proprio a stare con le mani in mano. Nonostante la pensione vuole continuare a dirigere la propria azienda, darsi da fare, combattere contro la situazione in cui si trova.

È forse per questo che Arkin riesce a trasmettere al meglio la crescente voglia di vivere di Norman: perché l’ha provata in prima persona durante la sua vita artistica, non sentendosi mai soddisfatto.
È innegabile che la lunga carriera di Alan sia stata più che un semplice susseguirsi di film, telefilm o serie tv, eppure lui sembra tutt’altro che arrivato.

Pur non avendo annunci ufficiali è probabile che Il Metodo Kominsky (se ancora non l’avete vista vi spieghiamo qui perché dovreste farlo) continuerà almeno con una terza stagione nel 2020 inoltrato.
E, se dovesse succedere, la qualità attoriale dei suoi protagonisti è una certezza sulla quale si possono porre ottime aspettative.

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