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Don’t forget: you’re here forever

Capita di rado che una sitcom animata riesca a equilibrare perfettamente comicità e profondità nell’arco di un solo episodio. Anche se guardiamo le sitcom per divertirci, quelle che ci rimangono più impresse sono quelle capaci di emozionarci nel bene e nel male, facendoci passare da grasse risate e pianti inconsolabili nel giro di poche scene. Un’altalena di emozioni che I Simpson sono stati in grado di governare per ben trentaquattro anni, continuando a regalarci momenti significativi spassosi e pieni di cuore. E anche se oggi la stanchezza comincia a farsi sentire, continuiamo a guardare indietro ad alcuni degli episodi più importanti, quelli che hanno ridisegnato un’intera generazione.

I Simpson è stata una delle sitcom animate più acclamate della storia e, essendo stata anche una delle prime, ha in qualche modo forgiato le regole del “genere”. Una di questa è quella di rimanere congelata nel tempo, pur cercando di creare dinamiche sempre diverse. Homer è sempre Homer, Marge è sempre Marge, i figli hanno sempre la stessa età e lo status quo rimane invariato, se non con qualche eccezione lungo la strada.  Proprio per questo motivo, le puntate che si svolgevano nel passato o nel futuro hanno sempre avuto un grande fascino per noi fan. Certo, oggi queste puntate sono diventate sempre più numerose, ma chi ha seguito la serie fin dall’inizio ricorderà sicuramente quanto fossero rare! Una delle primissime fu la puntata intitolata “E con Maggie sono tre” (Stagione 6, episodio 13), andata in onda per la prima volta nel 1995 e considerata ancora oggi all’unanimità una delle migliori puntate della sitcom.

La puntata si apre con I Simpson che sfogliano un album di famiglia e scoprono che non ci sono foto di Maggie. Questo offre un pretesto per raccontare qualcosa del passato della famiglia più amata d’America. Homer ci mostra di come fosse infelice nel lavorare alla centrale nucleare, di come avesse deciso di abbandonarla dopo aver finalmente estinto i suoi debiti con il Signor Burns e di come fosse riuscito ad arrivare al lavoro dei sogni: attendente alle piste da bowling di Al.

La cosa veramente significativa di questo episodio è osservare quanto Marge e Homer si amino, nonostante tutto, e cerchino in ogni modo di rendere felice l’altro. Quando Marge scopre di essere incinta, cercherà prima di nasconderglielo per non mettergli pressione (piano che verrà rovinato ovviamente dalle due sorelle pettegole) e poi, anche dopo che un preoccupato Homer lo scoprirà, cercherà di trovare altre soluzioni prima di fargli perdere il lavoro dei sogni. Dal canto suo, Homer deciderà di tornare al suo detestato lavoro alla centrale nucleare, umiliandosi ai piedi del Signor Burns, per poter provvedere alla sua allargata famiglia.

Più di qualunque altro episodio, questo è quello che ci fa capire davvero quanto Homer cerchi di essere un buon padre, anche con tutti i difetti che lo contraddistinguono. E quanto ci tenga alla propria famiglia, anche se lo vedremo spesso fare scelte egoistiche sull’onda delle sue passioni.

homer e marge_I Simpson

Quando Homer torna dal Signor Burns lo fa sì con spirito di sacrificio, ma incapace di tenerlo nascosto troppo a lungo alla sua Marge. Anzi, nell’egoismo super realistico che lo contraddistingue, riesce pure a lamentarsene e a tenere il broncio durante tutto il parto (santa santissima Marge). Sarà solo dopo aver visto Maggie, che si scioglierà inevitabilmente e completamente, ritrovando il sorriso e lo scopo del suo sacrificio. Nel corso dell’intera serie, Homer dimostrerà di avere un rapporto particolare con tutti i suoi figli, ma Maggie resterà sempre un caso un po’ speciale. Emblematico il fatto che la sua prima parola, inascoltata, sia “papà” e che sia lei a proteggere Homer dall’alto, con la sua quanto mai precoce capacità di sparare. E Homer ricambierà, a modo, suo questa specialità.

Don’t forget: you’re here forever

E, quando Lisa chiederà nuovamente perché non ci sono foto di Maggie nell’album, Homer risponderà enigmaticamente che sono “dove ha più bisogno di loro”. Non ci è dato sapere se Homer abbia raccontato o meno la storia ai suoi figli, ma noi assistiamo alla messa in scena esatta di quelle parole: e le foto sono tutte lì, a ricordare a Homer giorno dopo giorno perché abbia rinunciato al sogno di una vita, l’unico che abbia effettivamente mai raggiunto in modo definitivo e in cui fosse davvero portato, per tornare a una vita fatta di umiliazioni e difficoltà. A una vita che promette una condanna eterna, Homer sostituisce uno scopo più alto, sicuramente più della fugace soddisfazione del momento.

Homer Simpson

Fallo per lei. E, per estensione, fallo per loro: per quella famiglia che ti dà tutto e ti permette di essere completamente te stesso fino in fondo. Perché Homer, dopo tutto, è un personaggio che non è mai davvero infelice e riesce sempre a raccogliere tutto il meglio che l’esistenza ha da offrirgli.

Una scena che, da sola, è riuscita a riscrivere la storia di un intero personaggio, al contempo approfondendolo e redimendolo, umano nei suoi difetti e nei suoi desideri, ma anche nelle sue scelte e nelle sue emozioni.

Ed è per questo che Homer resterà sempre il capostipite di quel filone di sitcom animate che rallegrano i nostri pomeriggi. Così i Simpson avranno sempre, per noi, quel sapore di delicata nostalgia, quella che fa riflettere ma anche sorridere, così tra sé e sé. Perché sono e saranno sempre un po’ tutti noi, nei nostri limiti e nei nostri pregi, soprattutto nei nostri tentativi molto umani di fare sempre la cosa giusta, anche cadendo, ma sempre con la voglia poi di rialzarci.

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