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5 profonde differenze tra la prima e l’ultima stagione di How I Met Your Mother

Sette stagioni intermedie non sono l’unica cosa che divide la prima e l’ultima serie di episodi che costituiscono How I Met Your Mother.
Una comedy che ha rivoluzionato l’industria attorno al genere, scalando le graduatorie fino a diventare uno degli show più iconici di sempre.

E ciò che contraddistingue How I Met Your Mother, nel bene o nel male, è come questo lungo percorso narrato da Ted si differenzi tra inizio e fine.

Non è statica, compie i suoi errori e azzecca le sue scelte, ma la serie di Carter Bays e Craig Thomas non si è mai soffermata sul suo presente, provando sempre nuovi modi per raccontarsi.

Ed oggi siamo qui per elencarvi i cinque punti focali che differenziano prima e ultima stagione: non i più grandi miglioramenti, non le scelte peggiori. Indipendentemente che il cambiamento sia stato positivo o negativo, lo analizzeremo per sviscerarne l’idea dietro di esso.

Per cui venite con noi a tuffarvi in questo passato datato 2005.

1) Il cambio di tono

How I Met Your Mother

La consapevolezza dei temi trattati nella serie, durante il corso delle stagioni, diventa sempre più solida e sicura. How I Met Your Mother parte come una sitcom con argomenti molto spinosi anche nei suoi primi episodi, ma limitati fino a un certo punto.

Assolutamente nulla a che vedere con il tono molto più maturo e serio della nona stagione, dove ogni personaggio viene messo davanti a scelte di vita, lutti, sconfitte, perdite. Il tema dell’amore stesso, prima idealizzato ma comunque non in modo così profondo, ottiene una vera e propria scossa di realismo (come vedremo anche dopo) nel corso dell’ultima stagione

E questo anche grazie all’evoluzione di tutti i nostri personaggi centrali. Ted, Marshall, Lily e Robin diventano più maturi nel corso del tempo. Non che perdano l’occasione per divertirsi, ma più passano gli anni e più gli scherzi sono accompagnati da momenti seri sul futuro, sull’avere recriminazioni e paure. E se manca un personaggio all’appello, è solo perché per lui c’è un discorso completamente a parte da fare.

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