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Animali Fantastici è un degno prequel di Harry Potter?

La saga di Harry Potter possiede lo stesso potere di una comoda coperta di Linus: dà conforto e ci fa sentire a casa. Come altro si può definire una delle saghe fantasy più famose della storia della letteratura, che ha segnato profondamente l’infanzia, e l’adolescenza, di milioni di persone? I libri di J.K. Rowling, e gli otto film che ne sono stati tratti, sono e saranno sempre molto più di un media, perché diventati qualcosa che trascende la natura stessa del cinema e della letteratura. Forse anche per questo è così difficile parlarne senza impantanarsi in discussioni senza capo ne coda. Per ovviare a questo problema, abbiamo deciso di spostare il focus e concentrarci su un qualcosa che non è proprio Harry Potter, ma quasi; una serie di film che ha avuto un incredibile successo negli ultimi anni, e che si è guadagnato al tempo stesso valanghe di critiche. Apriamo la mappa del malandrino e chiediamoci:

Animali Fantastici è un degno prequel di Harry Potter? L’importante è che sia ben chiaro: giuriamo solennemente di non avere buone intenzioni.

Animali Fantastici
Animali Fantastici (640×360)

Animali Fantastici occupava già uno spazio a parte ai tempi dell’uscita del primo film nel 2016, essendo nato non da un romanzo vero e proprio ma da uno pseudobiblion (un libro fittizio citato come vero in una qualche opera letteraria). In altre parole, nella saga di Harry Potter si trattava di uno dei libri di testo che tutti gli studenti di Hogwarts dovevano acquistare durante gli anni di studio. Il libro, scritto nel 1918 dal mago Newt Scamander (che altri non è se non il protagonista della saga cinematografica), descrive quasi ottanta specie di creature magiche, alcune delle quali abbiamo avuto la possibilità di conoscere durante la lettura dei sette libri: ippogrifi, marciotti, mandragole, draghi, eccetera.

A prescindere da tutto, il fantasy è un genere che tendenzialmente piace: in grado di unire grandi e piccoli, appassiona, attrae e ha la capacità meravigliosa di farci entrare in un altro modo (non solo metaforicamente parlando). Il primo grande problema legato ad Animali Fantastici deriva forse proprio dall’etichetta che gli è stata affibbiata ancora prima della sua uscita: quella di prequel. Quanto è difficile confrontarsi con un parente così famoso? E soprattutto, quanto peso può portare sulle spalle un prequel quando si tratta di Harry Potter? Tanto, forse troppo da sostenere. Così facendo, Animali Fantastici si è messo sotto scacco fin dall’inizio, attirando sul primo film della saga (e successivamente sugli altri due) un carico di attenzione significativo e una tendenza alla critica estrema. Perché si sa: quando si parla di qualcosa di molto amato, è facile diventare tuttologi.

Animali Fantastici (640×360)

La saga diretta da David Yates (già regista di ben quattro film della saga di Harry Potter) poi ha purtroppo fatto la sua parte. Se è vero che forse non sarebbe stata la prima opera fantasy che avremmo voluto vedere trasposta sullo schermo, Animali Fantastici poteva contare su un nutrito fandom. Un fandom che si è ritrovato abbastanza sgomento davanti a più di un buco di trama, alcune scelte narrative decisamente discutibili e in generale la sensazione di star assistendo a qualcosa che richiamava molto poco Harry Potter. O meglio, lo ricordava. Ma come attraverso un vetro sporco e un po’ rigato. Ambientato nella Londra di inizio novecento (settant’anni prima della saga madre), i film seguono le vicende di Newt Scamander, magizoologo britannico che sta girando il mondo con l’obiettivo di scrivere il libro che da il titolo alla serie. I richiami ad Harry Potter sono infiniti e altrettante lo sono le diramazioni, gli spunti per costruire una storia completamente diversa e innovativa. E allora qual è il problema?

Animali Fantastici ha fatto il grande errore di tentare di staccarsi dall’opera madre, pur volendola richiamare continuamente.

Il risultato è stato questo: incapace da una parte di rendersi autonoma e dall’altra di citare un fantasy celeberrimo nel modo giusto, Animali Fantastici si è ritrovata nel mezzo e diciamocelo: non ha fatto una bellissima figura. Partita con un primo film che ha avuto un discreto successo, un po’ come Icaro che si è avvicinato troppo al sole la nuova saga di J.K. Rowling ha iniziato a fare sempre più fatica. Finendo per compiere l’errore più grande di tutti, soprattutto quando si parla di un prequel: creare incongruenze con l’opera di riferimento. Tra burrasche nei retroscena (e abbandoni da parte del cast), date che non coincidono, buchi di trama che assomigliano più a voragini e concetti fondamentali ribaltati completamente, Animali Fantastici ci ha ricordato che i prequel, se fatti male, sono un vero colpo al cuore.

Animali Fantastici (640×406)

Eppure, c’è margine di miglioramento. Perché Animali Fantastici sta in piedi, piace ai bambini (anche se vorremmo che piacesse a tutti, come Harry Potter) e regala un pizzico di quella magia che ha accompagnato la nostra infanzia. Soprattutto, si sta avvicinando sempre di più in linea temporale alla storia che conosciamo tutti, a quei capitoli della storia di Harry Potter che non abbiamo potuto vivere in prima persona ma a cui avremmo tanto voluto assistere. Silente e Grindelwald, stiamo parlando di voi. Chissà, forse addirittura un cameo di J.K. Rowling potrebbe risollevare gli animi.

In ogni caso, i fan più accaniti rimarranno sempre tali, anche perché sappiamo bene che serve a poco ricordarci che si tratta di “finzione”. Dopotutto, Silente ce l’ha insegnato molto bene: anche se accade nella nostra testa, perché dovrebbe voler dire che non è vero?

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