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Gotham: una (s)porca giustizia

Un nuovo killer si aggira per le strade di Gotham e questa volta a tremare sono proprio i cattivi!

Gotham

Il professor Pyg è il nuovo terrore di Gotham. O meglio, lo è per le persone corrotte e più precisamente per i poliziotti sul libro delle mazzette di Cobblepot. Questo nuovo cattivo è assai creativo e per punire i birbanti che voltano la faccia alla giustizia, oltre ad ucciderli, li deride piazzandogli una testa di maiale sul viso.

Esilarante per i metodi che utilizza, ma allo stesso tempo è feroce e manifesta una crudezza che delinea sempre più la via che si sta intraprendendo in questa quarta stagione. Da Professor Pyg a Spaventapasseri, che per quanto scialbo come personaggio ha un potere abbastanza dark e introspettivo, a Solomon Grundy (che si spera diventi meno bonaccione) la via è oscura e piena di tristi presagi. Nel frattempo scopriamo che anche Harvey è nella lista dei poliziotti corrotti e questo non causa poco disappunto in Jim Gordon, incrinando il rapporto tra i due.

Una nota a favore di Miss Falcone, che imperterrita continua la sua messa in scena dell’amica di Cobblepot, che lentamente scioglie le sue difensive. L’orfanotrofio è un colpo ben assestato ai sentimenti di Pinguino, che ormai sembra stravedere per la dolce donzella. In fin dei conti, potrebbe essere veramente così ingenua e volta al lato benevolo di Gotham, sta convincendo anche il pubblico con la sua interpretazione. Ma non siamo folli, sappiamo tutti che i Falcone non dimenticano ciò che gli è stato fatto.

Punto a “favore” di questa puntata (badate bene alle virgolette) è l’assenza di Bruce Wayne. Difatti la puntata è risultata essere molto più scorrevole e pesante. Questa forzatura a dover mettere il percorso del vigilante in tutte le puntate fa perdere la diversità e la ricchezza di personaggi che questo show offre (non sempre bene, ahimè). In questa puntata si è dato ampio respiro ad altre storyline, presentandoci i nuovi alloggi e hobby della dottoressa Lee e la sua interazione con Nygma ancora malato.

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Ma nell’episodio a seguire, “A day in the Narrows”, si ritorna al solito Gotham. Torna Bruce e stavolta lo fa in pieno stile Sweet 16. Tratta male Alfred, non perché è scosso e rimpiange l’avere tolto per la prima volta una vita, ma perché è arrabbiato. Guess who just find out how you feel during your adolescence. Congratulazioni, benvenuto nel club dei ragazzini che si credono adulti. Così facendo, ci viene introdotto il “Bruce Wayne playboy”. Reggetevi forti, perché sono scene di un agghiaccio e di uno spessore pari a quello di una pozzanghera.

Comprare il bar è forse un riferimento al film Batman Begins, o forse è semplicemente il prendere la consapevolezza di poter fare ciò che gli pare con i suoi soldi. Anche sfasciarsi a bestia e rischiare il coma etilico. Una storyline noiosissima e piatta, che dà nuovamente pesantezza allo show. Ma non è solo colpa del piccolo Wayne.

In questo episodio infatti, non si salva nessuno eccetto Professor Pyg in alcuni frangenti. Da un Jim Gordon che si cimenta in un dialogo “sulla resistenza al crimine e sul non perdere la speranza” banale e con un pathos sotto i piedi. Per non parlare di un Harvey stizzito perché adesso è “il poliziotto che ha ucciso un altro poliziotto“. WTF bro? You mad? Di chi dovrebbe essere la colpa se non tua? Hai deciso di fidarti di un criminale come Pinguino e non del tuo poliziotto più dedito alla causa? La reazione è infantile e mal gestita sotto tutti i punti di vista.

Un nuovo personaggio presentato in questo episodio è Headhunter: assassino e serial killer che nei fumetti da la caccia a Jim Gordon per conto della mafia. Qua invece spara due colpi (come sua specialità) e poi muore sgozzato da Cobblepot. O almeno ci fanno vedere che sta morendo, sicuramente arriverà la divina provvidenza di Gotham di cui quasi tutti i personaggi sembrano aver goduto. Alla terza resurrezione regaleranno anche una corona di spine al fortunato di turno.

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Insomma, quando pensiamo di aver toccato il fondo in Gotham, scopriamo che il baratro di questa Serie Tv è più profondo di ciò che ci aspettavamo. Seppur alcune parti si salvano, come il cattivo di turno Professor Pyg che scivolato in un cliché sulla parte dell’ambulanza, riesce a riprendersi a fine episodio con un’interpretazione di una crudeltà palpabile e molto dark. Purtroppo però, ciò che si vuole portare a galla con questo personaggio viene mitigato da interpretazioni e scelte di sceneggiature che fanno ribrezzo e non creano un’aria affatto tetra e crudele.

Continuiamo ad andare avanti, sperando in un Gotham migliore e di ritorni (o new entry) che sappiano ravvivare il fuoco di questa messinscena chiamata Serie Tv. E se ve lo state chiedendo, mi riferisco proprio a Jerome.

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