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Gotham 4×03- 4×04 – La maledizione del coltello di Bhalasin

In questi due episodi di Gotham abbiamo scoperto la storia del coltello di Bhalasin, la sua profezia e ne abbiamo visto gli effetti su Bruce.

Gotham

La terza puntata di Gotham ci ha portato in nuovi scenari, passati e presenti, che danno un tocco di novità alla Serie Tv. L’incipit è caratterizzato dal passato del misterioso Ra’s al Ghul, che scopriamo essere un uomo molto antico che fu riportato in vita da qualcuno che ricopriva la stessa carica che ha adesso ereditato.

Ritorno al presente nell’accogliente Gotham, dove sia Selina che Bruce tentano di rubare qualcosa dalle grinfie di Cobblepot, fallendo miseramente. Bisogna soffermarsi un momento e analizzare questa scena girata in maniera molto seriosa, ma che risulta essere ridicola ostentando il fattore delle maschere che entrambi portano. Vogliono portare una nota più impegnata, ma il tutto risulta essere controproducente visto che poi la sceneggiatura scade nel banale.

Ci spostiamo nuovamente, (inserire sigla di The O.C in sottofondo) con un Jim Gordon che vola, probabilmente in Messico, a trovare Carmine Falcone nella sua modesta tenuta fuori Gotham. Qui i colori bruciati prendono il posto dei luoghi dark di Gotham. Ci viene presentato un nuovo personaggio: la figlia nascosta alle grinfie di Gotham, Sofia Falcone (interpretata da Crystal Reed). Il detective cerca di convincere il boss a tornare per riprendersi la città e cercare di riportare una parvenza di legalità, ma invano. Infatti egli declina l’offerta.

Ed è qui che i produttori ti infilano una delle romance più forzate di tutti i tempi. Che si protrae anche nella quarta puntata, con la scena finale che una qualsiasi persona recepisce con un WTF stampato sulla faccia. Ma in qualche modo, devono sempre accostare un tono romantico-dannato al personaggio di Jim.

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La storyline Pinguino/Ed Nygma, prosegue in sottofondo nelle sue assurdità che portano la terza puntata a toccare un livello bassissimo (non che nella quarta si alzi la qualità). Un’evasione al limite della velocità umana: esce Oswald, entra la tizia che scongela con una fiamma ossidrica Ed, rientra Oswald attonito. L’amato Riddler sembra però cambiato, “rotto“, senza più il suo tratto distintivo a esaltarlo. Nella puntata successiva, vedremo come il Pinguino lo deride e quanto tutta la scena del “non sai più risolvere enigmi o crearli” sembra scritta da un team incompetente che non sa creare dialoghi basilari.

A chiudere il tutto, c’è finalmente l’affermazione della figura di Ra’s al Ghul dietro l’apertura del locale di Barbara. Altra scena per niente convincente: i due che si baciano. Agghiacciante.

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Non ci sto andando leggera perché nella quarta puntata riusciamo ad assistere a una bellissima scena, che vanifica la sua eccellenza proprio per l’insufficiente qualità di lavoro che vi si affianca. 

Sto parlando della parte finale, quella in cui Ra’s al Ghul prende il ragazzino Alex puntandogli un coltello alla gola. Dopo aver portato il maledetto coltello da uno storico per analizzarlo, Bruce scopre che non solo quell’oggetto porta con sé una pesante profezia, ma costa la vita al poveretto che ci stava lavorando.

Per fortuna il nipote dello storico, Alex appunto, riesce a portar via dallo studio il pugnale e nascondersi nell’archivio storico della città. Dopo varie peripezie per trovarlo, oltre alla copertura saltata nei confronti del detective Gordon, Bruce riesce finalmente a riagguantare l’oggetto che tutti desiderano ardentemente.

Il tutto condito da due segugi di Ra’s al Ghul al limite del grottesco ridicolo:Anubis” e l’altro troglodita, cercano di dare un’atmosfera più tetra e violenta all’episodio, riuscendoci soltanto in parte. Eppure, da tutto questo trittico dark, dinamico e molto più adulto, riusciamo a trarne qualcosa di veramente buono.

Se si accantona per un momento il personaggio di Ra’s al Ghul, troppo calcato e teatrale da cadere quasi in una caricatura del personaggio, il plot esplode in uno dei più classici schemi del Cavaliere Oscuro.

Dopo l’omicidio iniziale che ha introdotto la trama, le indagini che ne seguono e la risoluzione finale che esplode mettendo da parte i buoni e facendo uscir fuori il lato più oscuro con cui inizia ad imbattersi Bruce Wayne. Quel lato che cresce e deflagra nel momento in cui il ragazzo deve fare una scelta più grande di lui: sacrificare una vita per salvarne altrettante. È dura, infame e spiazzante la decisione che Ra’s al Ghul fa prendere al piccolo Batman.

Il tutto ovviamente è un pelo sottotono per colpa di dialoghi totalmente su un’altra lunghezza d’onda della scena. Ma accontentiamoci, almeno abbiamo visto un elemento nuovo e spaventoso che potrebbe far crescere il piccolo Bruce.

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