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Gen V 1×04 – La verità è sopravvalutata

Attenzione: il seguente articolo contiene spoiler su Gen V 1×04

Prime Video ha rilasciato il quarto episodio di Gen V, la prima serie spin-off dell’universo The Boys, andando a confermare, almeno fino ad ora, una cadenza episodica settimanale, dopo la distribuzione in blocco delle prime tre puntate. Il campus della Godolkin Univerisity è ancora sotto shock per via degli accadimenti che hanno portato il beniamino di casa, Luke Riordan aka Golden Boy, a compiere un gesto folle nei confronti della stessa istituzione di cui era considerato il rappresentante numero uno. La Vought, ovviamente, non poteva restare a guardare, e infatti è immediatamente corsa ai ripari per calmare le acque, intanto assicurandosi che la situazione al campus fosse sotto controllo, ma soprattutto cercando di “costruire” una storia per spiegare al mondo intero le motivazioni che hanno spinto lo studente a tanto; ebbene sì, anche in Gen V la Vought ci ricorda la sua onnipresenza, la sua grandezza, ma stavolta potrebbe realmente esserci un ostacolo non di poco conto a ingarbugliare i tentacoli della multinazionale.

Da una parte c’è la God U, forse la branca più importante della Vought, quella che consente alla multinazionale un ricambio perpetuo e un controllo totale delle menti dei prossimi “soldatini” da usare; dall’altra abbiamo un gruppo di studenti sempre più affiatato e, soprattutto, consapevole della propria condizione e delle reali fattezze del sistema di cui fanno parte. La nostra recensione.

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Gen V (640×360)

Ma qual’è il piano della Vought? Com’è che la più grande multinazionale del mondo ha intenzione di gestire quella che ha tutta l’aria di essere la più pericolosa falla del proprio sistema? Qualora la verità sul movente di Luke nell’assassinio del professore Richard Brinkerhoff, meglio noto come Brink, diventasse di dominio pubblico, non basterebbe di certo un video di scuse a far cambiare idea alla platea della Vought, rappresentata dalla gente comune. E’ per questo motivo che la multinazionale decide di correre ai ripari, inviando nel campus un vero e proprio strumento di manipolazione in persona: Tek-Knight, un ex studente della Godolkin finito a fare, tra le tante cose, l’attore. Knight, già menzionato nella prima stagione di The Boys, conduce un programma in qualità di “giornalista investigativo” e, grazie ai suoi poteri di deduzione, ha la capacità di far crollare qualsiasi indagato, arrivando sempre alla verità. Tek-Knight è un personaggio ambiguo, il più pervertito di tutti, così come i suoi poteri: incarna le fattezze di un perfetto soldatino della Vought, ma nel quarto episodio di Gen V dimostra di essere fragile e facilmente corruttibile, proprio come il sistema che rappresenta. Infatti, l’intimidazione della preside Shetty, vero villain di Gen V, è sufficiente per farlo fuggire a gambe levate, rinunciando a rivelare la verità appresa durante i confronti diretti concessigli con Andre, Cate e Marie, in cui ha provato ad andare più a fondo sulla morte di Brink e sul presunto suicidio di Luke, nel tentativo di trovare un colpevole da incriminare per spostare l’attenzione su di lui.

Indira Shetty (640×360)

Tuttavia, questa dinamica ha una doppia chiave di lettura: se da una parte la Shetty non ha fatto altro che proteggere i propri interessi e quelli dell’istituzione che rappresenta, la God U, la cui credibilità sarebbe stata in serio pericolo se Knight avesse continuato a indagare, d’altro canto si può parlare di una vera e propria ribellione in atto; un gesto con cui la Godolkin rivendica una propria indipendenza dalla casa madre Vought, perlomeno nella gestione dei propri affari interni, un po’ come se Gen V ribadisse il distacco dalla storia narrata in The Boys, almeno per adesso. Nel frattempo, i dettagli sul Bosco, la misteriosa area della Godolkin in cui vengono reclusi e presumibilmente analizzati gli studenti problematici, tra cui soprattutto Sam, il fratello scomparso di Luke, emergono centellinati, ma la sensazione è quella che la giovane squadra “capeggiata” da Marie e Andre, attualmente i primi due super nel ranking dell’università, ben presto sarà costretta a prendere una posizione ben più distaccata e a combattere i loschi affari dell’azienda esternamente, un po’ come accaduto ai primi boys, i ragazzacci di Butcher, perché è sempre più evidente che la consapevolezza che questi hanno raggiunto non è vista di buon occhio ai piani alti, e nonostante gli stessi siano di vitale importanza per il sistema, alla lunga siamo certi che la God U e la Vought, cercheranno di farli tacere, magari mettendoli gli uni contro gli altri.

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Marie e Jordan Li (640×360)

Per quanto riguarda le dinamiche più interne, la quarta puntata di Gen V ha accelerato il processo di coesione che lega i protagonisti della serie, accomunati dall’obiettivo di portare in salvo Sam e scoprire tutta la verità sulle operazioni segrete dell’università.

Se Andre e Cate, nonostante il passato di quest’ultima con Luke, sembrano già una coppia affermata, il quarto episodio ha visto nascere nuove intese: quella tra Emma e Sam e, più sorprendente, quella tra Marie e Jordan Li. Quest’ultimo caso è quello più da monitorare: Jordan Li è il personaggio più ambiguo di Gen V, non tanto per il suo potere di trasformarsi liberamente in donna o in uomo (dimostrando di avere molti più poteri di chiunque altro), quanto più per la competitività che ha mostrato fin dal primo momento in cui ha incontrato Marie fuori dall’ufficio di Brink, e la vicinanza con quest’ultimo è un altro ipotetico campanello d’allarme; tuttavia, Jordan ha dimostrato una acuta sensibilità, soprattutto nel confronto con i propri genitori, ed è sicuramente il membro del gruppo più cosciente responsabile, quindi potremmo anche fidarci di lui (o meglio, di loro), almeno per il momento. Dall’altra parte prosegue a gonfie vele il percorso di crescita del personaggio di Emma che, fin da subito, aveva catturato la nostra attenzione, dimostrando una personalità molto forte e una sensibilità differente, elementi che le hanno aperto le porte del gruppo più “esclusivo” della God U, nonostante non si sia mai sentita all’altezza per via del rapporto contrastante con i propri poteri. E’ forse la sua sensibilità il vero “potere” di Emma, strumento che le consente di entrare immediatamente in contatto con Sam, il reietto per eccellenza.

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Sam (640×360)

A legare i due super è proprio questo senso di abbandono che entrambi provano: Emma è in una fase di accettazione delle proprie capacità, oltre che dei problemi che ha con il suo stesso corpo, mentre Sam comincia a vedere la luce in fondo all’oscuro tunnel in cui la God U lo aveva confinato. Il fratello di Golden Boy, che di fatto è molto più forte di lui e di tutti gli altri, ha dei gravi problemi di natura psichica: è spesso vittima di visioni pessimistiche ed è ancora vivo in lui il seme della discordia, oltre al fatto che fatica a fidarsi del prossimo, essendo stato abbandonato a se stesso. Emma sta letteralmente guidando Sam verso un nuovo capitolo della sua vita, e lo sta facendo anche per lei, perché entrambi hanno bisogno di un punto di riferimento a cui aggrapparsi, al di là della volontà di smascherare, una volta per tutte, le malvagie cospirazioni della Godolkin e della Vought, obiettivo per cui c’è ancora tanto da lavorare.