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Perché Peter Dinklage si merita questo Emmy e altri 100mila

Sul fatto che Peter Dinklage sia un attore di eccezionale bravura, penso siamo tutti d’accordo. Che sia un esempio per chi, come lui, è affetto da acondroplasia (termine scientifico per “nanismo”), è chiaro. Che per il suo talento e per il suo esempio di vita sia giusto premiarlo con valanghe di premi, viene da sé.

Perché Peter Dinklage ha saputo fare della sua vita, iniziata non proprio sotto i migliori auspici, qualcosa di straordinario, anche per una persona “normale”.

Tyrion Lannister

Peter Dinklage non nasce in una famiglia agiata. Quello che otterrà nella vita se l’è sudato duramente, e questo si percepisce chiaramente nelle sue interviste. In cui sfoggia una sicurezza e una padronanza di sé che non hanno nulla a che fare con la boria di alcuni suoi colleghi attori.

Si tratta piuttosto di una serena consapevolezza, della serie “io ce l’ho fatta, nonostante tutto”.

L’attore ricorda, dei suoi primi anni:

Non avevamo neanche un 19 pollici in salotto. La prima sitcom che ho visto, assieme ai miei, è stata Tre cuori in affitto. Io e mio fratello ci siamo messi a piangere quando in casa è entrato il primo televisore.

La vita di Peter Dinklage è stata fin da subito segnata dalla consapevolezza che, per lui, non sarebbe stato tutto facile.

A scuola ero arrabbiato con tutti, mi sentivo diverso.

Ma lui non molla. Deciso a vivere di recitazione e a diventare un attore, si diploma in Arte drammatica all’università, e inizia subito a far parte del mondo dello spettacolo, lavorando anche come informatico per mantenersi.

Non è infatti il classico tipo “che buca lo schermo”, almeno secondo i canoni hollywoodiani: alto appena 1.35, molti provano ad appioppargli un ruolo “da nano”.

Ma Peter Dinkllage si rifiuta, categoricamente, di accettare ruoli che ridicolizzino la sua altezza.

Lui è un attore formato, uno che vuole spaccarsi le ossa sul palcoscenico e dietro la macchina da presa. Allo stesso tempo, il suo talento comico ce lo fa apprezzare in molte commedie (pensate a Funeral Party o Penelope).

Ma Peter non è un nano da circo, e deve lavorare duramente prima di ottenere il riconoscimento che, nel suo ambiente, spesso neanche molti attori normodotati e di pari talento non riescono a ottenere.

Lavora a lungo nel teatro (da Shakespeare a Cechov), nel cinema in piccole parti, nelle Serie Tv (Nip/Tuck, Threshold). Appare in moltissimi film, sempre come comparsa o comunque attore secondario.

Tyrion Lannister

Pensa anche di abbandonare la recitazione per dedicarsi solo al doppiaggio:

Ora mi andrebbe di fare il disc jockey notturno. La sentite questa voce roca e sexy? Secondo me ho un futuro.

In effetti, la voce di Peter Dinklage è un dono raro. Una voce di una profondità e un’espressività tale da farci dimenticare l’involucro da cui esce. Un corpo che, comunque, gli ha fatto meritare la definizione di “uomo più sexy del mondo”. Un titolo che rende omaggio a una combinazione di carisma, fascino, stile e talento.

Dagli anni Novanta fino alla prima parte degli anni Duemila, Peter Dinklage lavora incessantemente nell’ambiente del cinema e delle Serie Tv, ma senza sfondare definitivamente. Ciò non gli impedisce di sposarsi e formare una famiglia.

Tutto procede come sempre, con una fortuna e un riconoscimento che, per un attore acondroplasico, sono comunque fuori dal comune. Ma a lui non basta.

Finalmente, nel 2011, tutto cambia.

Peter Dinklage viene scelto per interpretare Tyrion Lannister in Game of Thrones. E il resto, come si dice, è storia. Questo ruolo gli ha portato una fama mondiale, al punto da essere fermato per strada da fan che gli gridano le battute del suo personaggio.

Valanghe di premi: tre Emmy, l’ultimo vinto di recente, un Golden Globe, uno Scream Award. E l’amore dei fan de Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco in tutto il mondo, oltre alla benedizione di George Martin in persona.

Una stima che, stando alle parole dello stesso Peter, è ampiamente ricambiata:

George Martin è stato uno dei primi a raffigurare i nani come creature in carne e ossa, e non semplicemente elfi fantastici. A vent’anni io ero un catorcio, diamine! Un pericolo pubblico. Sigaretta in bocca, tutto vestito di nero. Non mi avreste lasciato neanche le chiavi di casa. Altro che esempio di nano!

Cosa ci insegna la storia di Peter Dinklage, e perché quest’uomo si merita tutti i premi che ha vinto finora, e anche di più?

Dinklage

Che gli attori nani, e in generale gli attori con una disabilità, sono forse più svantaggiati di coloro che sono perfettamente sani e “normali”, ma ciò non preclude che possano avere una vita di successi. E che non bisogna guardare alla disabilità, come alla bassa statura, con pietismo o indulgenza.

Peter Dinklage non ha fatto quello che ha fatto perché è nano. Nemmeno perché qualcuno lo ha aiutato. Ha fatto quello che ha fatto perché è un attore con gli attributi. Punto.

E questo – nel mondo dello spettacolo come in qualsiasi altro settore – garantisce il successo, ben oltre la disabilità, oltre al giudizio degli altri.

Noi, quando lo guardiamo recitare, non vediamo un nano. Vediamo un attore eccezionale, un uomo che quando appare riempie lo schermo, alla faccia della sua statura.

Un attore che, quando recita, proietta altissima l’ombra del suo talento.

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