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Vedersi allo specchio: Cersei Lannister e Daenerys Targaryen

Game of Thrones è una storia di potere, di eroi e di villain, di uomini e donne. Due spiccano in particolare: Daenerys Targaryen e Cersei Lannister. Le loro strade hanno corso parallele per gran parte dello show, incontrandosi solo alla fine e collidendo violentemente. All’inizio queste due figure ci vengono presentate come entità contrapposte. Caratterialmente e materialmente. Timida, impaurita, sognatrice, esiliata in una terra lontana, povera e senza obiettivi da raggiungere una. Paranoica, crudele, astuta, cresciuta nella ricchezza, con tutto da perdere e un’ambizione da realizzare l’altra.

Ma scopriamo che questa diversità è solo apparente. In realtà hanno tantissimo in comune.

Nate da relazioni incestuose, crescono senza madre e sotto lo stretto controllo di un parente maschio. Quest’ultimo organizza per loro un matrimonio combinato per avvicinarsi al trono. Causano la morte del marito e con lui perdono un figlio. In compenso, ne hanno altri tre nati fuori dal matrimonio. Tra quelli uno è la pecora nera (Joffrey e Viserion di ghiaccio) e uno viene ucciso da un attacco a sorpresa che non vedono arrivare (Myrcella e Rhaegal).

I figli sono importantissimi nella vita di Cersei e Daenerys. Ecco perché costruiscono la propria immagine incentrata sulla maternità.

Sanno che il loro mondo le sottovaluta e più volte devono dimostrare quanto valgano. Ma non si fanno problemi a usare la bellezza per vantaggi politici. E a prendere ciò che vogliono. Perché loro si vedono come sovrani prima di tutto, non come consorti del re. Ma proprio da quella condizione iniziano a costruire il potere che le porterà a essere regine.

Il confronto tra le due è costante in Game of Thrones.

Affrontano sfide simili e spesso le risolvono nello stesso modo. Basti pensare alla sesta stagione quando bruciano vivi coloro che le hanno trattate con brutalità: i Dothraki, l’Alto Passero e i suoi seguaci, i Tyrell. Eppure, per la maggior parte di Game of Thrones, Daenerys è il modello da seguire, l’eroe che libera gli schiavi e punisce i padroni, e Cersei il racconto ammonitore, la villain, colei che vuole solo proteggere sé stessa.

Daenerys riesce a trasformare ogni situazione senza speranza in opportunità, come il suo matrimonio, costruendo un impero dal nulla. Stringe amicizia con le persone che incontra, si affida a loro e cerca sempre di aiutare i bisognosi. Sa fermare i suoi figli quando diventano troppo aggressivi. Ha sempre giocato in attacco. In fondo non ha niente da perdere.

Invece Cersei, circondata da serpenti insidiosi e perseguitata da una profezia che annuncia la sua sconfitta, si difende costantemente. Non riesce a controllare Joffrey. Lascia crescere l’odio, continua a considerarsi una vittima, si fida solo di alcuni membri della sua famiglia. Vuole la vendetta, il potere e non le interessa aiutare nessuno, se non per un vantaggio personale.

È per questo che la prima vede il lato positivo delle cose e la seconda quello negativo.

La giovane Targaryen deve ispirare la gente affinché partecipi alla sua causa gratuitamente. Proprio per questo, è adorata dai popoli che libera e che la accolgono come Mhysa. Un sentimento che lei ricambia. Ma se l’avessero trattata come Cersei durante la Walk of Shame? È più difficile amare un popolo in questo modo. Una Lannister che non ha bisogno di essere amata. Non deve. Ha i soldi per comprarsi un esercito.

Il potere che Daenerys guadagna porta con sé grandi responsabilità. È in quel momento che deve provare di essere diversa da Cersei.

Eppure ci mostrano la stessa visione egocentrica del mondo: Daenerys crede in sé stessa e nient’altro. Allo stesso modo, Cersei è l’unica cosa che conta per Cersei.

Entrambe credono di essere un’eccezione e per Daenerys si spiega facilmente. Ovunque sia andata, è stata accolta come un dio. Essere la Madre dei Draghi l’ha fatta sentire onnipotente: può prendersi quello che vuole con la forza, senza scendere a compromessi come i comuni mortali. Si sente l’unica in grado di salvare i Sette Regni perché quello è il suo destino. I tiranni parlano di destino, ci ricorda Varys (qui 10 sue citazioni iconiche). Infatti, quando le vengono tolti i suoi vantaggi, la Targaryen è costretta a rivelare il suo vero volto.

Game of Thrones

Capiamo così che la dicotomia tra regina buona e cattiva non è così netta: Daenerys e Cersei non sono altro che l’una lo specchio dell’altra. Due facce della stessa medaglia.

Per molto tempo la Madre dei Draghi evita di dover scegliere tra la sua ambizione egoistica e la sua identità da salvatrice. Cersei la costringe. A lei importa di più delle persone o del trono? Tutta la retorica del “rompere la ruota” era solo qualcosa che si dice quando si è lontani dalla realtà del governo? Si può voler governare per le giuste ragioni, o alla fine tutti coloro che arrivano al potere diventano Cersei?

E Daenerys risponde.

Vuole il Trono di Spade non per governare bene, ma per punire i suoi nemici. Aveva represso tutto ciò finché non arriva ad Approdo del Re. Lì diventa una questione personale. Lì si trasforma in Cersei. Quest’ultima, mentre perde potere, si muove nella direzione opposta. Lascia andare la rabbia e si concentra sull’amore di chi è sempre stato al centro della sua vita: Jaime e i figli. La situazione si capovolge: è Cersei a non avere niente, ma trova la fine tra le braccia dell’uomo che ama. Daenerys invece ha tutto quello che ha sempre sognato. Ma a tradirla è l’amore: a causa di Jon (degno erede di Ned Stark) perderà ogni cosa, compresa la sua vita.

Game of Thrones

Daenerys poteva essere una regina migliore di Cersei. Non per una questione di destino, ma perché ha il dono di entrare in empatia con i poveri. Sa che cosa vuol dire non avere niente. È vero, guardando indietro in Game of Thrones potevamo vedere i segni della tiranna che sarebbe diventata. Ma il suo drago interiore è stato risvegliato da fattori che potevano essere diversi: la morte dei suoi alleati, di Rhaegal e Viserion, la distanza dei suoi consiglieri, Jon e il modo in cui Cersei la provoca. La Targaryen non è diventata “Mad Queen” per i suoi geni.

Lei fa una scelta. E sceglie la violenza, l’odio che aveva consumato Cersei.

Game of Thrones doveva finire con la loro battaglia perché nasconde il vero messaggio dello show, quello racchiuso nelle parole di Cersei: il potere è potere. Non ne esiste uno buono. E nella resa dei conti tra queste due regine che si sono sempre rispecchiate, otteniamo la nostra risposta: Daenerys non è solo la nuova Cersei. È peggio. Perché la sua rabbia è molto più grande.

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