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Fresh Off the Boat: il sogno americano

Gli Stati Uniti d’America hanno a lungo rappresentato nell’immaginario collettivo il luogo in cui nulla era impossibile. Intere generazioni di immigrati da tutto il mondo si sono messe in viaggio per raggiungere la patria della libertà e delle opportunità, la terra in cui come professava Walt Disney “se puoi sognarlo, puoi farlo”. Poco importavano le reali contraddizioni interne a un paese spezzato a metà, tra discriminazioni e ingiustizie, perché ciò che contava era l’apparenza, e l’apparenza era semplice: gli Stati Uniti d’America erano la terra dei sogni, e nessun sogno era più grande del Sogno Americano. Un sogno potente, che ha influenzato la vita di milioni di persone e che abbiamo visto infrangersi davvero solo negli ultimi vent’anni, che hanno dimostrato come nella patria della libertà è ancora possibile vedersi privati dei propri diritti e che le opportunità che il sogno americano prometteva esistono solo se si è già ricchi e bianchi (come raccontato splendidamente nella serie antologica HBO The White Lotus, di cui vi abbiamo parlato qui). Ecco allora che Fresh Off the Boat, brillante comedy andata in onda per sei stagioni su ABC, narra degli ultimi anni d’oro del sogno americano, raccontando le avventure degli Huang, una famiglia cinese proveniente da Taiwan che da Washington si trasferisce a Orlando alla ricerca di un futuro più roseo.

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Andata in onda dal 2015 al 2020 e lontanamente ispirata alla vita dello chef Eddie Huang, Fresh Off the Boat – letteralmente “appena sbarcati”, espressione gergale utilizzata per descrivere gli immigrati appena giunti in America – è un racconto multigenerazionale ambientato nella Florida degli anni Novanta. Mostrando la prospettiva di persone di diverse fasi della loro vita, con un legame più o meno debole con la patria d’origine, la serie affronta il tema del sogno americano con ironia e intelligenza, giocando con l’effetto nostalgia senza mai cadere nella trappola dell’eccesso di sentimentalismo.

La famiglia Huang è composta dalla tipica madre cinese Jessica (interpretata dall’ormai famosissima Constance Wu), dal bonario e infantile padre Louis (a cui presta il volto Randall Park, già noto ai fan di The Office e visto di recente in Wandavision) e dai tre figli Eddie, Emery e Evan, ancora bambini all’inizio della serie. Ai cinque protagonisti si aggiunge la Nonna Huang, la madre di Louis, che all’apparenza parla solo in mandarino, ma in realtà vive un’esistenza che abbraccia tutti i lati positivi dell’esperienza americana, tra televisione, gioco d’azzardo e cibo spazzatura. Ognuno dei membri della famiglia Huang rappresenta a modo suo una propria visione del sogno americano, a seconda della propria età e del legame che sentono con Taiwan e con la loro identità multiculturale, in un gioco di scontri e incontri che regala momenti di grande comicità, soprattutto quando vengono mostrate con leggerezza mai scontata tutte le complessità del vivere a metà tra due culture.

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Da una parte abbiamo Jessica che, pur comprendendo che solo negli Stati Uniti potrà regalare ai suoi figli il futuro che desidera per loro, non dimentica nemmeno per un secondo le sue origini, né lascia che quegli stessi figli nati in America possano in alcun modo allontanarsi dalla cultura cinese. Dal suo punto di vista, essere taiwanesi in Occidente è una sfida, ma è soprattutto il punto di partenza ideale per raggiungere tutti i traguardi che si è prefissata per la sua famiglia, di cui Jessica è senza ombra di dubbio il capo, colei che prende con fare dispotico tutte le decisioni. E se il comportamento della madre e le sue imposizioni sono assolutamente inaccettabili per il maggiore Eddie, che come vedremo ha tutta un’altra idea di sogno americano, per i figli minori Emery ed Evan altro non è che la legge suprema, tutto ciò che devono sapere sul mondo. Ecco allora che per le sue due perfette creature Jessica sogna il più roseo dei futuri: diventare i primi presidenti fratelli degli Stati Uniti d’America, il tutto dopo aver conseguito una laurea con lode in medicina in un’università dell’Ivy League. Eppure, con il procedere delle stagioni, anche Jessica si concederà di sognare per sé e non soltanto per gli altri, dimostrando che le sue capacità di controllo e il suo spirito imprenditoriale sono risorse inesauribili, tali da far sfigurare chiunque si metta sulla sua strada (cosa di cui la protagonista di Fresh Off the Boat va piuttosto fiera).

Mentre il sogno americano di Jessica è proiettato soprattutto sui figli e comprende il costante rivendicare le sue radici, restando restia nei confronti di un’eccessiva contaminazione culturale, il marito Louis è sotto molti aspetti il suo opposto. Infatti, all’inizio di Fresh Off the Boat, gli Huang si trasferiscono a Orlando proprio per coronare quello che Louis considera la suprema manifestazione del sogno americano: aprire una steakhouse, diventando così un’imprenditore di successo, incarnando il mito del self-made man che lo aveva spinto a trasferirsi in un altro continente fin da ragazzo. A differenza della moglie, Louis è cresciuto a Taiwan avendo sempre l’obiettivo di andarsene, di inseguire le sue aspirazioni oltreoceano fino al punto di tradire non solo la sua famiglia, ma anche la sua cultura d’origine, che spesso dimentica in favore di quella statunitense d’adozione.

Tuttavia, sebbene Louis sia molto diverso da Jessica nella sua idea di sogno americano e nell’esperienza di essere a cavallo tra culture e identità, a rappresentare l’estremo opposto rispetto al personaggio interpretato da Constance Wu è Eddie, il figlio maggiore degli Huang, la cui persona è vagamente ispirata a quella dell’omonimo chef. Eddie, preadolescente all’inizio di Fresh Off the Boat, si riconosce come americano al 100% e vive le continue imposizioni della madre riguardo al comportarsi “come cinesi” come intrusioni nella sua vita, regole senza senso per un ragazzo nato e cresciuto negli Stati Uniti e che non sente alcun legame con la terra d’origine. Per il maggiore degli Huang è la stessa cultura americana a incarnare il significato di sogno, tra musica hip hop, uscite al centro commerciale con gli amici e l’idea di potersi costruire il futuro che si vuole, senza il bisogno costante di guardare ciò che ci si lascia indietro. Gli scontri tra madre e figlio, che spesso finiscono per includere l’intera famiglia, rappresentano l’anima della comicità brillante della serie, perché sottolineano tutte le sfaccettature dello scontro culturale e generazionale portato in scena nella comedy ABC.

Durante le sei stagioni di Fresh Off the Boat abbiamo modo di crescere con gli Huang, di vedere cosa comporta per loro inseguire davvero la loro personale visione di sogno americano. Sebbene le più importanti evoluzioni a livello di personaggi riguardino i tre figli, che da bambini maturano fino a diventare persone più consapevoli di sé, della propria identità e dei propri obiettivi, nessuno dei protagonisti della serie rimane quello che era all’inizio, perché tutti sono costretti a fare i conti con le loro aspirazioni e le loro origini nel momento in cui queste si scontrano con la loro realtà quotidiana. Tra folli avventure, assurdità e scontri continui, la comedy ABC ci ha regalato alcuni momenti di grande divertimento, giocando con l’effetto nostalgia per gli anni Novanta e per un ottimismo nei confronti del futuro che avremmo visto infrangersi pochi anni dopo, ma che continuiamo a rimpiangere. Fresh Off the Boat è allora una brillante ed esilarante narrazione su come il sogno americano, nelle sue molteplici forme e con le sue mille contraddizioni, abbia saputo plasmare le aspirazioni di intere generazioni fino al sorgere del nuovo millennio, costruendo una mitologia che fatica a trovare pari nella cultura occidentale recente.

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