“Don’t you see what this means? It means we’re not trapped. You were right. The future can be changed. You can still get it back on the right course” – Fondazione 2×10
Si conclude in una valle di lacrime ed emozioni questo decimo e ultimo episodio della seconda stagione di Fondazione. Un finale che lascia aperti numerosi, possibili futuri e che accende un faro di speranza in questo universo sempre più freddo e oscuro. Tra colpi di scena ben piazzati, addii strazianti e una narrazione mai scontata, con quest’ultima puntata, la seconda stagione riconferma definitivamente la potenza espressiva della serie targata Apple TV+. Fondazione è, senza ombra di dubbio, uno dei migliori show presenti attualmente nel panorama televisivo, capace di coniugare perfettamente forma e sostanza all’interno di un prodotto praticamente perfetto. La qualità non cede a compromessi, rimanendo fedele a un trend presente in quasi tutte le serie tv della piattaforma. Infatti, alla produzione in massa di Netflix e Disney+, Apple TV+ preferisce il caro e, purtroppo, superato detto “pochi ma buoni”, optando per produzioni magari meno commerciali ma obiettivamente superiori. E se Ted Lasso, pur essendo una comedy consiste già in un caso molto raro, quello di Fondazione è addirittura un caso unico.
Le tematiche complesse, filosofiche e cervellotiche del padre della fantascienza in persona, Isaac Asimov, trovano nella serie tv un modo per essere espresse senza venire meno al modo originario con cui erano stato concepite. Il medium televisivo non si piega al bisogno della massa ed è persino disposto a venire apprezzato da pochi e compreso da ancor meno persone. Per tale motivo, oltre che per un merito oggettivamente superiore rispetto alla media di produzioni seriali odierne, Fondazione supera i confini del suo essere per diventare arte nella sua essenza.
Diretto da Alex Graves e scritto da David S. Goyer, l’episodio si apre con la distruzione di Terminus a seguito dell’ordine di Fratello Giorno. Ma l’Imperatore fattosi Tiranno non ha alcuna intenzione di fermare qui lo sterminio ed ecco dunque che con un nuovo ordine, ancor più terribile, Cleon XVII sancisce il proprio ruolo nella storia. L’onore di Bel Riose e il coraggio di Hober Mallow sono tutto ciò che separa i capricci dell’imperatore dalla distruzione di otto altri pianeti innocenti. Su Ignis, i mentalisti sono finalmente liberi dal giogo di Tellem Bond, ma certi parassiti sono difficili da disinfestare e a Gaal verrà richiesto l’ultimo, più doloroso sacrificio. Infine, su Trantor ogni velo di illusione è ormai caduto e anche gli ultimi fili invisibili mossi nei secoli da Demerzel vengono recisi. Ma anche l’androide che non può ribellarsi al proprio codice di programmazione è in grado di mostrare un’umanità impressionante aprendo la strada a una nuova dinastia parallela a quella dei Cleon.
ATTENZIONE! Se non avete visto la decima puntata di Fondazione, vi consigliamo di tornare più tardi.
Il tempo della religione è finito. Le divinità sono morte e gli idoli distrutti. La Trinità oscura che ha retto il destino dell’intera galassia si è dimostrata un trittico di falsi profeti e sovrani capricciosi, insensibili al destino dei molti pur di raggiungere i propri scopi egoistici. Persino nella sopravvivenza della Prima Fondazione, all’interno del Vault, è possibile intravedere un passaggio di consegne dalla copia digitale di Hari Seldon, privato ormai della sua aureola, alle umili mani di Constant, vera apostolo della speranza. Un passaggio simbolico che avviene anche negli altri due casi. Se, infatti, su Ignis un altro tipo di Trinità è giunta a liberare e guidare i mentalisti, su Trantor la tirannia di Cleon XVII è finita mentre Demerzel torna a governare da dietro le quinte. Il tempo della politica, dunque, si fa ancora più oscuro perché anche se alcune illusioni sono cadute, altre continuano a perdurare. La dinastia dei Cleon resiste, protetta dal suo personale angelo vendicatore il cui segreto rimane al sicuro in quella stanza dimenticata nel palazzo. Lo spettatore onnisciente conosce la verità ma nessun altro, all’interno della storia può dire lo stesso.
le migliori illusioni si fondano sulla realtà
Ed è una rete di illusioni, inganni e bisogni – positivi o meno – quella che lega tra loro i vari personaggi di Fondazione. La connessione mentale tra Gaal e Hari è il legame che ha permesso al matematico di salvarsi. Non parliamo di una salvezza solo fisica ma anche intellettuale, dato che ha permesso ai nostri protagonisti su Ignis di rimanere immuni all’influenza del falso idolo. Creando un “ponte di percezioni condivise”, Gaal e Hari sono riusciti a vincere, seppur a caro prezzo.
Anche su Trantor, l’ora della verità mostra la fitta ragnatela che i personaggi hanno intessuto gli uni sugli altri.
Segreti celati da secoli che devono rimanere tali e che devono essere, perciò, estirpati come delle erbacce in un campo fertilizzato con il veleno. Ecco allora che Demerzel si erge al di sopra del tempo e del suo incessante trascorrere. Antagonista e martire insieme, l’androide è l’unica vera padrona della propria mente e della propria coscienza, mostrandosi quale ragno tessitore che, impassibile, osserva gli altri insetti dimenarsi. Non poi così impassibile, in fondo. Si tratta pur sempre di un usignolo in una gabbia dorata, il cui canto non è completamente libero ma deve suonare per il piacere di un imperatore morto 600 anni prima. Così, Demerzel invidia e anela, con struggente commozione, la libertà dei sentimenti che hanno gli esseri umani che serve. “Nobile, premuroso, passionale”, sono queste le parole scelte dall’androide per ricordare il suo Cleon I, l’imperatore che ha sostituito le vecchie catene di ferro con altre fatte di diamanti e oro.
He was not Dawn or Day or Dusk but the whole journey of the sun across the sky.
Demerzel è costretta ad agire nei limiti delle due direttive che le sono state imposte: la prima è quella di amare Cleon; la seconda è quella di preservare la dinastia genetica e, in tal modo, lo status quo. Il passare dei secoli non può scalfire in alcun modo la sua programmazione, ma c’è margine di interpretazione. Ed è proprio facendo leva su questi margini e su quell’amore sconfinato che il cuore di Demerzel prova in maniera umana, che Fratello Alba e la principessa Sareth riescono a fuggire dando inizio a una nuova dinastia. Una dinastia parallela che potrebbe, in futuro, innescare una nuova Crisi, oppure salvare l’universo.
Mentre Demerzel regge in mano il primo Radiante e riporta l’ordine su Trantor, Cleon XVII va incontro alla fine che si addice a un sovrano indegno come lui. Il piano di Hari Seldon, scriba della psicostoria, ha infine la meglio spingendo l’imperatore a utilizzare la flotta e a ritorcere contro se stesso la propria arroganza. Eppure non è la copia digitale di Seldon a costituire l’eroe di questa storia. I veri eroi muoiono tutti per concedere un futuro agli altri. Nel sacrificio di Bel Riose, di Hober Mallow e di Salvor Hardin è possibile sentire il fievole pulsare del cuore dell’universo, stanco ma ancora in grado di amare. Bel Riose è stata l’incognita inattesa, la variabile umana che, ancora una volta come in passato con Raych, la psicostoria non poteva prevedere.
Brindiamo a coloro che combattono e si chiedono perché
Su una nota di speranza e amore, si chiude così la seconda stagione dello show. Il futuro di Fondazione è ottimista: esiste una dinastia parallela che potrebbe cambiare le sorti dell’Impero; Hari Seldon è vivo ed è pronto a guidare Gaal e la Seconda Fondazione in vista della prossima Crisi; fratello Constant porterà il ricordo degli eroi facendoli vivere in eterno. E il Mulo? Ci rivediamo tra 152 anni.