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7 Serie Tv che dovresti recuperare immediatamente se hai amato Fleabag

Attenzione: L’articolo può contenere spoiler su Fleabag, Crashing, Undone, I Hate Suzie, She’s Gotta Have It, Single Drunk Female, High Fidelity, Girls.

Il viaggio di Fleabag è iniziato nell’ormai lontano 2013, con uno spettacolo teatrale messo in scena a Edimburgo, sotto forma di monologo, con la quale Phoebe Waller-Bridge vinse, tra i vari, persino un Edinburgh Fringe First Award. Lo spettacolo è stato poi la base sulla quale la stessa autrice e interprete del testo teatrale ha sviluppato l’omonima serie tv ispirata al personaggio protagonista. Disponibile in Italia su Amazon Prime Video, Fleabag ha avuto vita televisiva sull’emittente britannica BBC Three tra il 2016 e il 2019, ma l’impatto mediale avuto dallo show ne ha continuato ad alimentare l’esistenza. Nelle sue due sole stagioni, la dramedy creata, prodotta e interpretata ancora una volta da Phoebe Waller-Bridge traspone sullo schermo la tormentata storia della sua protagonista teatrale. Ora una donna londinese con una vita complicata, che affronta assieme a noi, raccontandoci la sua sincera prospettiva attraverso la frequente rottura della quarta parete. In balia di una realtà che la fa sentire incompleta, di una famiglia disfunzionale, di un importante lutto e di una vita sessuale insoddisfacente, Fleabag narra il suo malessere attraverso un’ironia pungente e con sfacciato disagio, che mette a disagio anche noi, incapaci di esprimere a parole così chiare e dirette la nostra frustrazione.

Fleabag è un viaggio di pochi episodi, molto più breve rispetto ad altri racconti di portata epocale. Ma la rivoluzione che la serie tv mette in atto è silenziosa quanto disarmante. Perchè Fleabag siamo noi, parla di noi, delle nostre contraddizioni e di ciò che non riusciamo ad affrontare. Con un linguaggio dolceamaro che ci fa bene e ci fa male. Fleabag è scomoda.

Proprio per questo, siamo spesso alla ricerca di titoli che possano colmare il vuoto o, ancora meglio, che possano farci ridere, emozionare e riflettere quanto Fleabag stessa. Uno stimolo nuovo che sia in grado di rappresentare i personaggi e noi stessi, in maniera così diretta. Dunque, ecco alcuni show per la televisione che si avvicinano a Fleabag, che abbiamo amato anche perchè ci siamo appassionati alla serie tv di Phoebe Waller-Bridge e che, in qualche modo, presentano elementi di contatto.

1) Crashing

crashing fleabag
Crashing (640×371)

Anch’essa creata, scritta e interpretata dalla stessa Phoebe Waller-Bridge, Crashing è una serie tv britannica di genere ibrido tra comedy e drama. Composta da una sola stagione da sei brevi episodi, lo show è andato in onda su Channel 4 lo stesso anno del debutto televisivo di Fleabag, anticipando il maggiore successo della seconda. Oggi disponibile a livello internazionale su Netflix, anche il soggetto di Crashing nasce dall’adattamento di due commedie teatrali scritte da Phoebe Waller-Bridge. Punto di connessione con Fleabag, non è soltanto la ricorrente attrice e sceneggiatrice che ne scandisce le dinamiche col cinico umorismo che la contraddistingue, ma è anche il focus del racconto stesso, che segue le vicende di un gruppo di sei giovani adulti non particolarmente brillanti e gli intrighi e drammi che comicamente si articolano tra di loro. Con lo scomodo personaggio di Louise a fare da snodo tra le varie tensioni, i protagonisti vivono insieme in un ospedale abbandonato in veste di custodi dell’edificio. Crushing è un microcosmo dalle parvenze teatrali in cui i personaggi si muovono tra situazioni bizzarre e scorrette, sarcasmo, cene e festini in cui si animano le tensioni irrisolte con linguaggio frizzante e col tipico dark humor inglese.

2) Undone

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Undone (640×385)

Mai lasciarsi ingannare dalle serie animate, Undone ce lo ricorda attraverso una storia che attraversa la realtà umana e il lutto tramite il personaggio di Alma, una donna che, a seguito di un incidente stradale quasi fatale mette in discussione le proprie relazioni e la vita stessa. Creata da Kate Purdy e Raphael Bob-Waksberg, già celebri menti dietro Bojack Horseman, Undone è un dramma psicologico mascherato dal tono di comedy e dal formato animato, disponibile su Amazon Prime Video. Un racconto filosofico e introspettivo dalle parvenze oniriche che si articola a partire dal trauma vissuto dalla protagonista. Un evento che l’ha cambiata per sempre, così come accade per la povera Fleabag alle prese anch’essa col lutto. Sfruttando al massimo il medium impiegato, Undone esplora con un approccio surrealista la natura umana, attraversando il tempo, la percezione, la vita e la realtà stessa. In particolare, è proprio la relazione che Alma ha col tempo a cambiare: il mondo per lei si trasforma, rendendola oggetto di un viaggio complesso sul senso della vita che sfrutterà per affrontare il lutto e scoprire la verità sulla morte del padre. Ai suoi occhi, la realtà si dipana attraverso una prospettiva cosmica ed elastica.

3) I Hate Suzie

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I Hate Suzie (640×393)

Fleabag non ha mai nascosto alla telecamera nulla di sè, neppure i lati più oscuri e controversi della sua personalità. Lo stesso accade nella dark comedy britannica I Hate Suzie, in cui la protagonista è vittima di un vortice mediatico che non le dà pace. Creata da Lucy Prebble con Billie Piper, che ne interpreta anche la protagonista Suzie Pickles, una ex-popstar adolescente, e ora nota star e attrice televisiva che, una volta adulta, è vittima di uno scandalo. La quotidianità dell’attrice è interrotta quando il suo telefono viene hackerato e vengono diffuse in rete delle foto compromettenti. A seguito dell’evento, Suzie deve fare i contri col tornado mediale e familiare che mette in crisi sè stessa, la sua pubblica immagine, il suo matrimonio e il rapporto col figlio Frank. I Hate Suzie è una commedia drammatica che non si tira indietro: racconta in maniera controversa la sua protagonista, affrontando temi come l’invasione della privacy e le complessità del mondo dello show business, mentre Suzie cerca di salvare la sua carriera e il suo matrimonio. Perso il controllo sulla propria vita personale e professionale, Suzie PIckles è il tramite di I Hate Suzie, uno show sul dolore, quale teso elemento di contatto principale con la stessa Fleabag, alternando umorismo e sofferenza.

4) She’s Gotta Have It

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She’s Gotta Have It (640×423)

She’s Gotta Have It è una serie tv statunitense composta da due stagioni creata e diretta da Spike Lee e basata sul film del 1986 Lola Darling, già all’epoca interpretato e diretto dallo stesso Lee. Disponibile su Netflix, la dramedy è ambientata nel presente corrente e racconta la storia di Nola Darling e i suoi tre diversissimi amanti, Jamie Overstreet, Greer Childs e Mars Blackmon. Alla ricerca costante dell’affermazione professionale nel campo artistico in cui opera, la protagonista vive in maniera emancipata il proprio corpo, libera di vivere la sua vita sessuale senza il desiderio di volersi legare a qualcuno. She’s Gotta Have It è una serie tv che attraversa una pluralità di temi (tra i vari, emancipazione femminile, stereotipi di genere e parità di diritti) tramite la prospettiva di una donna che vive liberamente al di fuori delle solite categorizzazioni e generalizzazioni, che rifiuta. Nel frattempo, i tre uomini con la quale non ha intenzione di impegnarsi sono comicamente rappresentati tramite i più comici e comuni clichè.

5) Single Drunk Female

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Single Drunk Female (640×391)

Il personaggio di Fleabag ha dato origine anche a caratteri fittizi che spesso sembrano soltanto dei calci della sua irriverente personalità. Non è il caso di Samantha Fink, la protagonista di Single Drunk Female, serie tv di Freeform, disponibile in Italia su Disney+. Parzialmente ispirata alla storia della creatrice Simone Finch (della quale ritroviamo le iniziali nel nome del personaggio della storia), la comedy racconta il tortuoso percorso di una ventenne alcolista alle prese col tentativo di cambiare vita e tornare sobria, come unica e ultima occasione per evitare il carcere. Dopo aver toccato il fondo sul posto di lavoro, Sam è costretta a tornare sobria. Per farlo, scappa da New York per tornare a vivere con l’autoritaria madre nel Greater Boston. Nel tentativo di redenzione, la protagonista ricomincia dal fondo, tornando nei luoghi che l’hanno condotta al rapporto di dipendenza dall’alcol. Sam cerca di affrontare e superare i lati peggiori di sé per poter migliorare come può e scontrarsi col proprio tormentato passato e insoddisfacente presente. Dopo la prima stagione da dieci episodi, Single Drunk Female è stata rinnovata per una seconda produzione.

6) High Fidelity

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High Fidelity (640×409)

Uno degli elementi identitari di Fleabag è proprio la frequente rottura della quarta parete con cui esplicita la verità della sua prospettiva. La tecnica è impiegata in maniera caratterizzante anche in High Fidelity, commedia romantica di Hulu basata sull’omonimo romanzo del 1995, e sul successivo film del 2000. Con Zoë Kravitz nei panni della protagonista e narratrice, High Fidelity esplora la vita di Rob, proprietaria di un negozio di dischi a Brooklyn che racconta alla telecamera la sua disillusione per l’amore e la passione per la musica. Partendo dal tentativo di ripercorrere nei dieci episodi le cinque relazioni più memorabili della sua vita, la protagonista cerca di comprendere il proprio senso. Con l’intento di individuare che cosa ci sia di sbagliato in lei, come ragione alla base del fallimento della sua vita sentimentale, Rob tocca il fondo. Finendo sempre per essere lasciata, la protagonista di High Fidelity entra in crisi, vittima di un vuoto che cerca di colmare con la musica, con cui da voce al proprio travaglio. Anestetizzata da una realtà che non la soddisfa e col cuore spezzato, Rob invita gli spettatori a fare un tuffo nel suo dolore per poter ricercare la verità.

7) Girls

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Girls (640×379)

Tra le prime serie tv a portare con onestà un femminismo di nuova ondata sullo schermo, Girls è rivoluzionaria, pur essendo, purtroppo, ancora troppo poco conosciuta in Italia. Scritta e interpretata da Lena Dunham, Girls si compone in totale da sei stagioni che hanno avvio con la storia di quattro ragazze di 25 anni che cercano di costruire una propria vita a Brooklyn dopo essersi trasferite nella grande città americana. Lo snodo è Hannah, un’aspirante scrittrice le cui aspirazioni sono messe in crisi nel momento in cui i genitori decidono bruscamente di non sostenerla più economicamente. Al suo fianco le migliori amiche, anch’esse residenti a New York, Marnie, Shoshanna e Jessa. Le quattro crescono sbagliando e divengono un intramontabile ritratto di un’intera generazione di millennial, tanto da aggiudicarsi il plauso della critica sin dalla prima stagione, ottenendo un Golden Globe per la miglior serie commedia o musicale e molti altri riconoscimenti. Titolo del palinsesto HBO, Girls parla di disavventure fatte di aspirazioni, insuccessi, stenti e vite amorose tumultuose, come la relazione che Hannah ha con l’attore Adam. Girls è caratterizzata da uno sguardo femminista, condito di libertà sessuale e canoni estetici soppiantati da personaggi femminili tutt’altro che convenzionali. Le protagoniste sono vere, linguisticamente e fisicamente, un’onesta che diviene in un certo senso politica per lo sfrontato cinismo con cui offre uno sguardo femminile e giovane.

Fleabag mi ha fatto fare pace con le contraddizioni del femminismo