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Fleabag: irrisolti non significa incompleti

A tutti noi è capitato almeno una volta nella vita di venire in contatto con delle personalità complicate e affascinanti insieme, e la protagonista di Fleabag è un esempio perfetto di questo particolare tipo di essere umano.

Trasmessa dal 2016 sul canale BBC Three in co-produzione con Amazon, questa commedia drammatica spiazzante e coinvolgente è la trasposizione televisiva dell’omonima opera teatrale scritta dall’autrice e stand-up comedian Phoebe Waller-Bridge, che nella serie interpreta anche la protagonista, appunto Fleabag. Inserito dal Telegraph nella lista degli “80 migliori spettacoli della BBC di tutti i tempi”, lo show è stato rinnovato nel 2019 per una seconda stagione, andata in onda su Prime Video nello stesso anno.

Vera anima dell’opera della Waller-Bridge è la sua protagonista, fatto questo reso evidente fin dalla scelta del titolo. La vicenda ruota infatti tutta intorno a Fleabag, giovane donna londinese che cerca di restare a galla in un mare di problemi, come lo spauracchio della chiusura per bancarotta della sua amata caffetteria e il rapporto disfunzionale con la famiglia d’origine.

Caustica, sboccata, irriverente ai limiti della maleducazione, Fleabag dice tutto ciò che pensa nel momento stesso in cui lo pensa, anche se ciò dovesse significare spiazzare o, peggio, ferire le persone che la circondano.

L’ipocrisia non le appartiene, e per quanto doloroso possa essere, preferisce vivere la vita senza filtri e spingere al massimo il pedale su ogni sensazione ed emozione possibile.

Fleabag

La sua vita privata ci appare fin da subito anche più complicata di quella professionale. L’amata migliore amica Boo, con la quale aveva acquistato e gestito la caffetteria, è morta in un incidente dopo aver scoperto di essere stata tradita dal fidanzato, e il vuoto della sua scomparsa ha trascinato Fleabag in un vortice autodistruttivo fatto di rapporti sessuali occasionali e superficiali.

E in famiglia le cose non vanno meglio: la madre è morta, e il padre ha intrecciato una relazione con una donna (chiamata emblematicamente “Matrigna”) sgradevole e apertamente ostile verso la complicata figlia minore di lui. Solo con Claire, la rigida e compassata sorella maggiore, Fleabag è riuscita a mantenere un rapporto profondo, nonostante le due siano caratterialmente agli antipodi e questo fatto le conduca spesso alla lite.

Digerita fin dai primi episodi la lunga serie di drammi e di problemi più o meno gravi che affliggono quest’eroina sui generis, sarebbe lecito domandarsi dove sia la commedia, e probabilmente la vera forza dello show sta proprio in questo: in Fleabag si ride, e anche tanto, perché la sua protagonista è prima di tutto una persona divertente.

Il suo sarcasmo non risparmia niente e nessuno, e anche grazie al geniale espediente della rottura della quarta parete, che le permette di rivolgersi direttamente al suo pubblico, la Waller-Bridge riesce a far immergere lo spettatore fin dalla prima inquadratura nell’approccio caustico alla vita del suo esplosivo personaggio.

Diventa così inevitabile lasciarsi coinvolgere dalle sue bizzarre e scandalose avventure sessuali, nelle quali si butta ogni volta con incoscienza e in modo apparentemente superficiale. L’erotismo disfunzionale di Fleabag rappresenta infatti un mezzo per tentare di colmare un vuoto, un oscuro senso di colpa che sarà (in parte) chiarito con il proseguire della vicenda.

“Ti voglio bene ma non sono sicuro che tu mi piaccia… Non sempre.”

Con queste parole emblematiche il padre di Fleabag riesce a esprimere con brutale chiarezza i sentimenti che la figlia tende a suscitare in chi la circonda. Non amarla è quasi impossibile, ma allo stesso tempo non è facile starle accanto. Chiunque entri nella sua vita diventa un satellite fatalmente attratto nella sua irresistibile orbita, ma il suo carisma esuberante e i suoi demoni interiori sanno essere distruttivi.

Solo nella seconda stagione ci accorgiamo di un sostanziale cambio di passo nella vita di Fleabag, e questo grazie all’incontro con un personaggio destinato a scuoterla nel profondo. Tra gli invitati alla cena di fidanzamento del padre e della matrigna c’è infatti anche l’officiante della cerimonia nuziale, e cioè il prete cattolico splendidamente interpretato da Andrew Scott, già noto per il suo ambiguo Moriarty in Sherlock.

Poche volte il concetto di colpo di fulmine è stato portato sullo schermo in modo così incisivo e toccante, e questo grazie soprattutto alla straordinaria bravura degli attori che sono riusciti a trasmettere un feeling palpabile e realistico. Fleabag e il Prete, infatti, s’innamorano l’uno dell’altra praticamente subito e a dispetto della posizione di lui, (la fede gli imporrebbe il celibato e la totale astinenza sessuale).

Ed è grazie al rapporto tra i due che si manifesta la trovata metanarrativa probabilmente più azzeccata e geniale dell’intera serie, metafora di una connessione amorosa assoluta: in più di un’occasione il Prete dimostra di essere l’unico in grado di accorgersi dei momenti di “assenza” di Fleabag, che non sono altro che le rotture della quarta parete attraverso le quali la protagonista si rivolge al suo pubblico.

Fleabag

L’esperienza dell’amore sarà per Fleabag totalizzante, e dimostrerà ancora una volta la complessa profondità di questo personaggio. Se il padre, la sorella e in generale chiunque le stia intorno sembrano vivere un’esistenza più equilibrata, Fleabag è capace di grandi slanci e sentimenti che agli altri sembrano preclusi. Così ci accorgiamo che lo schermo di apparenza dietro cui si trincerano gli altri personaggi nasconde in realtà delle vite altrettanto caotiche e irrisolte, la cui ipocrisia di fondo viene puntualmente smascherata e portata in superficie dall’esuberante personalità di Fleabag.

“Io credo che tu sappia come amare meglio di tutti noi, ed è per questo che è così doloroso per te.”

Tocca ancora al padre sottolineare come Fleabag sia irrisolta ma non incompleta: la sua vita è un caos, è vero, e ha finito con l’innamorarsi profondamente di un uomo che, pur ricambiandola, non potrà mai essere veramente suo, ma nonostante questo sembra condurre un’esistenza autentica in quanto capace di sentimenti più veri.

La protagonista è quindi un personaggio che non concede tregua: o la si ama o la si odia, ma è inevitabile lasciarsi attrarre dal suo spirito, dal suo carisma e, perché no, dalla sua follia. Del resto, come dice il Prete in un momento cruciale della vicenda l’amore non è fatto per chi è debole, e Fleabag è sicuramente una delle personalità più complesse, affascinanti e forti mai portate sul piccolo schermo.

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