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10 attori comici del cinema che a un certo punto hanno mostrato anche un grande talento drammatico

Steve Carell è un attore che viene ricordato per le sue doti comiche tanto che Life Magazine, nel 2014, l’ha definito l’uomo più divertente al mondo. Ma l’attore è stato capace di regalare grandissime emozioni anche nei ruoli drammatici.
Senza scomodare Freud e il significato che il padre della psicanalisi dava alla comicità e all’umorismo, saremo certamente tutti d’accordo nel dire che sia molto difficile far ridere mentre sembrerebbe molto più facile far piangere. In entrambi i casi, comunque, occorre talento, esperienza e professionalità.

Facendo una rapida ricerca su Google è piuttosto semplice trovare attori comici prestati a ruoli drammatici anziché il contrario. Forse perché chi fa il comico ha, dentro di sé, un senso di tragedia sempre presente che lo tiene ancorato alla realtà. O forse, più semplicemente, perché davvero la capacità di far ridere non è per tutti.

Nell’elenco sottostate sono venute fuori delle curiosità interessanti. Per esempio che molti comici hanno iniziato sui palchi dei teatri con il cabaret o la stand-up comedy e che il Saturday Night Live, da 47 stagioni presente sulla NBC, è uno show capace di sfornare talenti comici davvero incredibili (Steve Carell, Bill Murray e Adam Sandler). Molti, poi, hanno poi lavorato sovente insieme, come per esempio Steve Carell, Seth Rogen e Jonah Hill in 40 anni vergine, oppure Jim Carrey e Steve Carell in Una settimana da Dio.
Un’altra curiosità è che la maggior parte presente in elenco ha ricevuto nomination e premi esclusivamente per le loro interpretazioni cinematografiche drammatiche e non per quelle comiche.

In ogni caso, qui di seguito, abbiamo scelto per voi dieci attori cinematografici che ci hanno fatto morire dal ridere e commossi fino alle lacrime.

1) Jim Carrey

Sfumeggiante o spumeggiante? Non è certamente questo il posto dove discutere della celeberrima battuta pronunciata da Jim Carrey in The Mask, nel lontano 1994. Ma è certo che se pensiamo a lui e alla sua carriera di film che ci hanno fatto sbellicare dal ridere ce ne sono davvero tantissimi: Ace Ventura, il già citatoT he Mask e poi ancora Scemo & più scemo, Una settimana da Dio, Lemony Snicket e tanti altri.
Jim Carrey dimostra di avere, fin da bambino, un innato spirito comico tanto da avere un piccolo spazio a scuola durante il quale si esibiva come imitatore.
Durante la sua adolescenza si fa le ossa nei vari comedy club di Toronto non sempre ottenendo buoni risultati. Ma non demorde e alla fine comincia a essere conosciuto anche negli Stati Uniti dove decide di trasferirsi nel 1983.

Carrey ottiene popolarità grazie alla sua faccia di gomma. Sono reperibili diversi video su Youtube, per esempio, che dimostrano come riesca a modellare il volto per assomigliare ad attori famosi come Clint Eastwood, James Dean e Charles Bronson. Se da un lato questa sua caratteristica lo rende incredibilmente famoso dall’altra non basta per farlo approdare al celeberrimo Saturday Night Live, uno dei più iconici programmi comico-satirici della televisione americana.

In ogni caso Carrey riesce a ottenere parti in altre serie televisive e persino in qualche film, come Le ragazze sella terra sono facili. Il suo primo, grande successo è comunque Ace Ventura che lo porta immediatamente a farsi conoscere in tutto il modo.
Nel 1998, quando è all’apice come comico e viene pagato oltre venti milioni di dollari a film, Carrey si propone per il ruolo di Truman in The Truman Show diretto da Peter Weir. Per questa interpretazione l’attore ottiene un Golden Globe come migliore attore drammatico.
L’anno successivo sarà Andy Kaufman in Man on the Moon, diretto dal premio Oscar Milos Forman. Anche per questo ruolo Carrey vince un Golden Globe.

Un altro ruolo drammatico Carrey lo interpreta nel 2001 in The Majestic, diretto da Frank Darabont. In questo film il comico è uno sceneggiatore che ha a che fare con il maccartismo imperante negli anni Cinquanta. Il film ottiene poco successo di pubblico e critica sebbene quest’ultima elogi Carrey per la sua intensa interpretazione.

Nella sua carriera il comico è stato anche Enigmista in Batman Forever e Walter Sparrow nel thriller intitolato Number 23, entrambi diretti da Joel Schumacher.
In tempi più recenti è stato l’Eremita in The Bad Batch, un thriller distopico scritto e diretto da Ana Lily Amirpour e Tadek, un poliziotto che indaga su un omicidio rimasto irrisolto, in un poliziesco diretto da Alexandros Avranas. Entrambi i film, però, sono stati stroncati da critica e pubblico. Poi c’è Kidding. La meravigliosa Kidding. Che peccato, Kidding.

2) Robin Williams

Ci ha fatti ridere a crepapelle per le sue interpretazioni comiche e piangere con il cuore colmo di emozione per quelle più drammatiche.
La carriera di Williams prende il via sui palchi dei comedy club della California. Le sue performance come stand-up comedian sono eccezionali ma il suo primo grande successo internazionale è legato al ruolo di un alieno, Mork, nella serie Mork & Mindy, andata in onda tra il 1978 e il 1982 sulla ABC.
Il suo primo ruolo di successo cinematografico è certamente quello di Adrian Cronauer in Good Morning, Vietnam del 1987, diretto da Barry Levinson. Per questo ruolo, per altro praticamente tutto improvvisato, Williams ottenne una candidatura agli Oscar come miglior attore e vinse un Golden Globe.

In seguito fu l’incredibile professor Keating in L’attimo fuggente, diretto da Peter Weir. Per questo ruolo l’attore ottenne una candidatura agli Oscar e una ai Golden Globe.
L’attimo fuggente è probabilmente l’interpretazione che più ha messo in luce il talento cinematografico di Robin Williams il quale, l’anno successivo, interpretò il ruolo del dottor Malcolm Sayer in Risvegli, tratto dal libro del neuroscienziato Oliver Sacks.
Nel 1991 è un adulto Peter Pan in Hook, di Steven Spielberg e Parry nel dramedy diretto da Terry Gilliam che gli valse una nomination agli Oscar come miglior attore e un Golden Globe.

Nel 1997, finalmente, Robin Williams ottenne il suo unico premio Oscar come miglior attore non protagonista interpretando il ruolo di Sean Maguire in Will Hunting – Genio ribelle. Questa, come l’interpretazione in L’attimo fuggente sono considerate fonte di ispirazione per insegnanti e psicoterapeuti.

Williams è stato scelto per altri importanti ruoli drammatici: Jakob il bugiardo e L’uomo bicentenario, entrambi del 1999, entrambi poco apprezzati da critica e pubblico, indipendentemente dall’interpretazione del comico.
Nel 2002 è protagonista nell’onirico thriller Insomnia di Christopher Nolan e il thriller drammatico diretto da Mark Romanek, One Hour Photo.

Williams conclude la sua carriera di attore con due ruoli drammatici. In Boulevard, diretto da Dito Montiel interpreta un sessantenne omosessuale sposato con figli che improvvisamente decide di vivere la sua sessualità; e 90 minuti a New York, diretto da Phil Alden Robinson, nel quale interpreta un uomo al quale viene diagnosticato un aneurisma cerebrale e ancora novanta minuti da vivere.

3) Bill Murray

Nato nel 1950, Bill Murray è uno di quei comici che ha iniziato a farsi le ossa sui palchi dei comedy club americani. Amico dei fratelli Belushi, John e James, nel 1975 entra a far parte del cast del Saturday Night Live prendendo il posto di Chavy Chase.

Nel 1984 è uno dei quattro acchiappafantasmi in Ghostbusters, di Ivan Reitman. La sua verve di improvvisatore è perfetta per uno dei film più incredibili e divertenti degli anni Ottanta tanto da candidarlo al Golden Globe. La carriera di Murray prosegue confermandolo come attore comico di grande talento.
Nel 1998 è un avvocato senza scrupoli in Sex Crimes – Giochi pericolosi, un thriller diretto da John McNaughton. Non è il suo primo ruolo drammatico ma è certamente il primo affrontato da attore ormai affermato.

Il successo come interprete drammatico avviene nel 2003, nei panni di Bob Harris, un attore in declino che vede rifiorire improvvisamente la sua vita, in una alienante Tokyo, grazie alla giovane Charlotte, interpretata da Scarlett Johansson. Il film, Lost in Translation, scritto e diretto da Sofia Coppola, ottenne quattro candidature agli Oscar, una delle quali come miglior attore maschile. Per questo ruolo, salutato dalla critica come una grande, sorprendente interpretazione, Bill Murray vinse diversi premi tra i quali un BAFTA e un Golden Globe.

Nel 2005 Murray viene scritturato dal suo amico Andy Garcia che lo dirigerà nel film The Lost City, ambientata nella Cuba pre-rivoluzione castrista.
Nel 2009, invece, interpreta il proprietario di una agenzia di pompe funebri nel film Get Low, diretto da Aaron Schneider, insieme a Robert Duvall. I due vinceranno il premio come miglior attore al Torino Film Festival.

4) Steve Carell

Steve Carell

Steve Carell, l’attore conosciuto per il ruolo di Michael Scott in The Office US, ruolo per il quale ha ottenuto una quantità di premi, ha avuto il suo primo, importante ruolo drammatico in Little Miss Sunshine (2006), diretto da Jonathan Dayton e Valerie Faris. La coppia, per altro, lo ha nuovamente diretto ne La battaglia dei sessi, sport drama del 2017 basato sulla celebre partita di tennis svoltasi tra la campionessa Billie Jean King (Emma Watson) e l’ex campione maschile, nonché scommettitore di professione, Bobby Rigg.

L’elenco delle parti drammatiche interpretate da Steve Carell è piuttosto lungo. L’attore è stato scelto da importanti registi che ne hanno apprezzato le capacità artistiche. Di rilievo vanno ricordati Foxcatcher – Una storia americana, diretto da Bennett Miller, lavoro per il quale Steve Carell ha avuto la nomination agli Oscar come migliore attore.
Nel 2015, insieme a Julianne Moore ed Elliot Page ha interpretato l’attivista omosessuale Steven Goldstein in Freeheld. Nello stesso anno Steve Carell è stato tra i protagonisti di The Big Short, diretto da Adam McKay insieme a Christian Bale, Ryan Gosling e Brad Pitt ottenendo una nomination come miglior attore ai Golden Globe.

Nel 2016 Steve Carell ha sostituito Bruce Willis in Café Society diretto da Woody Allen mentre nel 2018 ha recitato in tre ruoli drammatici. Il primo, Beautiful Boy, nei panni di un padre che deve aiutare il figlio a uscire dalla dipendenza da stupefacenti. Il secondo interpretando il ruolo di Donald Rumsfeld in Vice, film sul vicepresidente Cheney accolto da critiche discordanti pur ottenendo otto nomination agli Oscar.
Infine, Steve Carell ha avuto il ruolo da protagonista in Benvenuti a Marwen, di Robert Zemeckis, un incredibile film sulle difficoltà di un uomo a superare psicologicamente il trauma di una aggressione fisica subita.

Da sottolineare anche che Steve Carell è stato protagonista nella serie drammatica The Morning Show insieme a Jennifer Aniston.

5) Jonah Hill

Classe 1983, Jonah Hill inizia la sua carriera cinematografica interpretando una piccola parte nella commedia I Heart Huckabees – Le strane coincidenze della vita diretta da David O. Russell. Il suo ruolo è piuttosto marginale ma l’attore riesce a farsi notare ottenendo altri ruoli sempre più importanti fino al suo primo ruolo da co-protagonista, accanto a Brad Pitt, in L’arte di vincere, film drammatico sportivo dedicato al baseball del 2011, diretto da Bennett Miller e scritto da Aaron Sorkin. La sua interpretazione ottiene una candidatura all’ Oscar, una al Golden Globe e una agli Screen Actors Guild Awards.

Nel 2013, dopo esser tornato alla commedia, è di nuovo co-protagonista, accanto a Leonardo DiCaprio, nel capolavoro di Martin Scorsese The Wolf of Wall Street, ruolo per il quale ottiene la sua seconda nomination agli Oscar.
Un’altra importante nomination, questa volta ai Golden Globe, la ottiene per War Dogs del 2016, diretto da Todd Phillips.

Nel 2021 è il figlio di Meryl Strepp in Don’t Look Up, film drammatico e satirico diretto da Adam McKay e interpretato con Leonardo DiCaprio e Jennifer Lawrence.

6) Seth Rogen

Cabarettista fin dall’adolescenza Seth Rogen ha iniziato la sua carriera di attore interpretando, tra il 1999 e il 2000, il ruolo di Ken nella sitcom Freaks and Geeks.
Sebbene abbia desiderato fin da bambino far ridere il suo primo ruolo cinematografico è in Donnie Darko il cult movie scritto e diretto da Richard Kelly.

Nel 2011 ottiene una nomination ai Golden Globe per il ruolo di Kyle in 50/50 dove interpreta il miglior amico del protagonista, affetto da un tumore maligno.
Nel 2015 ottiene il ruolo di Steve Wozniak in Steve Jobs, il film scritto da Aaron Sorkin e diretto da Danny Boyle. Pur non ricevendo alcuna nomination l’interpretazione di Rogen è stata valutata più che positivamente dalla critica.

Nel 2017 prende parte a The Disaster Artist diretto dal suo amico James Franco, conosciuto durante le riprese di Freaks and Geeks. La parte di Rogen è piuttosto marginale dato che il film è incentrato tutto sui fratelli Franco ma in ogni caso l’attore dimostra di avere grandi capacità drammatiche.
Nel 2018 ha un altro piccolo ruolo drammatico nel film Like Father scritto e diretto da Lauren Miller, accanto a Kristen Bell e Kelsey Grammer.

7) Adam Sandler

Quattro puntate ne I Robinson tra il 1987 e il 1988 sono state sufficienti affinché Adam Sandler venisse notato e ingaggiato nell’incredibile staff del Saturday Night Live dove ha lavorato tra il 1990 e il 1995.

Sandler è l’attore che ricevuto più candidature ai Razzie Award, trentacinque, vincendone ben nove, secondo dietro Sylvester Stallone che ne ha vinti dieci. Le sue interpretazioni sono spesso criticate dagli esperti sebbene il pubblico accorra a vedere i suoi film al cinema tanto da renderlo tra gli attori più pagati di Hollywood.

Nel 2002 Sandler affronta il suo primo ruolo drammatico in Punch-Drunk Love dramedy diretto da Paul Thomas Anderson. Paradossalmente il film piace alla critica e l’interpretazione del comico viene valutata più che positiva. Il pubblico, però, non va a vederlo a cinema facendo perdere alla produzione oltre 25 milioni di dollari.
Nel 2004 Sandler è protagonista di Spanglish, scritto e diretto da James L. Brooks. In questo film il comico interpreta uno chef alle prese con una moglie nevrotica e insoddisfatta (Téa Leoni) che vede il suo ruolo minacciato dall’arrivo della cameriera (Paz Vega). Anche in questo caso la critica ha elogiato l’attore ma il film non è riuscito a recuperare il budget investito.

Nel 2007 è protagonista di uno dei primi film sul dramma dell’11 settembre 2001. Reign Over Me è la storia di un uomo che ha perso la famiglia negli attacchi alle Torri Gemelle. In lotta contro l’impressione di impazzire per il lutto il personaggio di Adam Sandler passa le giornate a negare il suo dolore più grande. Il film è stato apprezzato con riserva dalla critica ma l’interpretazione di Sandler invece è stata considerata commovente.
Nel 2017 recita ne Le storie di Meyerowitz, un film diretto da Noah Baumbach incentrato su una famiglia disfunzionale newyorkese di origine ebraica. Accanto a lui fanno parte del cast Ben Stiller, Emma Thompson e Dustin Hoffman. Il film, in concorso per la Palma d’Oro a Cannes, è stato apprezzato soprattutto per la coralità e l’interpretazione di Sandler perfettamente all’altezza dei colleghi più anziani.

Nel 2019 è uscito Diamanti grezzi, un thriller drammatico scritto e diretto da Josh e Benny Safdie. L’interpretazione di Sandler viene applaudita dalla critica come la migliore della sua carriera. Recentemente, distribuito da Netflix è uscito Hustle, un film diretto da Jeremiah Zagar nel quale si racconta la storia di uno scout del basket, Adam Sandler, alle prese con la sua insoddisfazione personale. Anche un questo caso l’interpretazione del comico è stata ampiamente apprezzata da pubblico e critica.

8) Kevin Hart

La carriera di Hart è stata molto lenta a decollare. Per un lungo periodo il comico ha cercato di sfondare nella stand-up comedy ottenendo in cambio diverse stroncature di pubblico e di critica. La maggior parte del suo successo iniziale è dovuta ai social nei quali l’attore è molto attivo ed è grazie a Youtuber che è stato conosciuto anche all’estero.
Di alcuni suoi spettacoli teatrali sono poi state realizzate delle versioni cinematografiche molto apprezzate dal pubblico.

La comicità di Hart lo ha portato a partecipare a film come Paper Soldiers, Scary Movie 3 e 4, …e alla fine arriva Polly inizialmente con parti minori poi via via sempre più importanti.
Nel 2017 viene scelto da Neil Burger per il remake americano di Quasi amici insieme a Bryan Cranston. La versione americana, però, non ha avuto lo stesso successo di quella francese.

Ma è nel 2021 che l’attore afroamericano dimostra al pubblico di non essere soltanto un comico. Viene scritturato per il dramma diretto da Paul Weitz, Un padre. La storia è piuttosto banale ma ciò che ha colpito la critica è stata proprio l’interpretazione di Hart che risulta credibile e molto convincente.

9) Roberto Benigni

Tre sono i ruoli drammatici di rilievo che Benigni ha interpretato nella sua carriera di attore. Il primo è La voce della luna, del 1990, diretto da Federico Fellini, In questo film l’attore mette da parte la sua verve comica per dare voce a un personaggio malinconico e lunatico. Accanto a lui recita Paolo Villaggio che vinse il David di Donatello come miglior interprete maschile.

Il secondo è La vita è bella, del 1997, film che gli valse tre Oscar (film straniero, attore protagonista e colonna sonora), un BAFTA (miglior attore) un Screen Actors Guild Award, un Grand Prix Speciale a Cannes e tantissimi altri premi nostrani.

Il terzo, invece, è del 2005 e si intitola La tigre e la neve. Anche in questo caso Benigni è attore e regista ma il film non riesce a bissare il successo de La vita è bella. Anzi, la critica americana è impietosa definendo il film uno dei peggiori dell’anno e la prova di Benigni addirittura pessima.
Sicuramente una esagerazione dato che il film, in Italia, ha vinto ben due David di Donatello.

10) Massimo Troisi

E chiudiamo la nostra carrellata con un altro grande attore comico italiano, sfortunatamente morto troppo presto. La carriera di Troisi è costellata da piccoli gioielli della cinematografia comica, come per esempio Non ci resta che piangere, scritto, diretto e interpretato in collaborazione con Roberto Benigni.
Rappresentante di una nuova comicità napoletana insieme a Lello Arena, Troisi venne considerato come un enfant prodige del cinema italiano. Su di lui pesano le speranze di un nuovo cinema d’autore capace di sdoganare la commedia da quella pecoreccia tanto in voga negli anno Ottanta.

Dopo il successo di Non ci resta che piangere la carriera di Troisi imbocca una nuova via. Una piccola parte in Hotel Colonial di Cinzia TH Torrini (1987) lo vede nei panni di un traghettatore in Colombia che aiuta il protagonista a ritrovare il fratello considerato disperso.
Nello stesso anno Troisi dirige se stesso in Le vie del Signore sono finite, un dramma agrodolce ambientato in epoca fascista che lo vede come malato immaginario a causa di un amore finito malamente.
Successivamente viene diretto da Ettore Scola insieme a Marcello Mastroianni in Splendor e Che ora è. I due attori ottennero per quest’ultimo film il premio Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile.

Dopo Pensavo fosse amore… invece era un calesse del 1991, Troisi si dedica anima e corpo alla stesura della sceneggiatura de Il postino. Considerato il suo testamento artistico il film ottenne un successo straordinario in tutto il mondo. Un successo più che meritato che purtroppo Troisi non poté godersi poiché morto a causa di un infarto il giorno dopo la fine delle riprese.

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