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7 Scene d’apertura che ci hanno fatto innamorare di un film dal primo momento

L'immagine di apertura di 2001: Odissea nello spazio, un film da vedere assolutamente
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A volte un grande film riesce a dimostrarsi tale dal primo istante. Dalla sua presentazione. Esistono due tipi di film da vedere: quelli che, seppur qualitativamente importanti, hanno bisogno di un po’ di scene per convincerti, e quelli che lo fanno immediatamente. Dal primo secondo, sei già loro. Ti fanno innamorare subito con scene spesso di natura epica e mastodontica, simbolicamente perfetta con l’intero sviluppo del film. E’ d’altronde stato così per 2001: Odissea nello Spazio, la pellicola che si presenta da sé con una scena d’apertura che toglie lo spazio alle parole e lo restituisce solo a quella imponente colonna sonora che accompagna alcune delle immagini più importanti nella storia del cinema.

Insomma, stiamo parlando di film da vedere che non lasciano dubbi fin dall’inizio. Che con una sola singola scena iniziale ci hanno già convinti. Che, con la loro introduzione, hanno scritto la storia. E allora vediamoli insieme. Scopriamo insieme le scene d’apertura che ci hanno fatto innamorare immediatamente di questi film da vedere assolutamente.

Da Matrix a Drive: ecco 7 scene d’apertura che ci hanno fatto innamorare subito di questi film da vedere!

1) 2001: Odissea nello Spazio, un film da vedere ha scritto la storia

2001: Odissea nello Spazio

Non potevamo che partire proprio da qui. Qui, forse, dove tutto ha avuto inizio. Dove la grandezza della fotografia, della colonna sonora, del cinema si è definitivamente consacrata a livello internazionale, facendo scoprire cosa il grande schermo fosse capace di fare. Di cosa Stanley Kubrick fosse capace di fare. Siamo nel 1968. E 2001: Odissea nello Spazio è appena stato distribuito. Che non si tratti di un film qualunque, ma DEL film, lo si capisce già con la sola scena d’apertura. Con quella colonna sonora imponente che annuncia l’alba di un nuovo giorno, il preludio di un nuovo tempo di cui l’uomo diventerà protagonista. Attraverso questo incipit, riusciamo a intendere subito la natura mastodontica di questa pellicola.

La scena d’apertura è infatti estremamente coerente con la natura stessa del film. Diviso in più parti, si distingue per un uso molto limitato dei dialoghi e delle parole, lasciando più della metà del compito a effetti sonori e colonna sonora. Attraverso questi strumenti – già annunciati nella scena d’apertura – 2001: Odissea nello Spazio affronta svariati argomenti che hanno a che fare con la natura dell’uomo, passando dal ruolo della conoscenza al destino della specie umana.

Dal 1968, 2001: Odissea nello Spazio si è imposto come uno dei film più importanti nella storia del cinema. Una pellicola che rispecchia l’ABC della settima arte, un film da vedere assolutamente per conoscere uno dei pezzi di storia che più hanno influenzato le pellicole cinematografiche future, dando inizio a una vera e propria rivoluzione sia del linguaggio cinematografico che delle sue caratteristiche più tecniche. La scena d’apertura è presto diventata un vero e proprio simbolo del cinema, tanto da essere omaggiata anche in futuro. Una cosa del genere l’abbiamo vista anche con la pellicola Barbie di Greta Gerwig. La scena d’apertura è infatti una chiara reinterpretazione dell’introduzione di 2001: Odissea nello Spazio. Lo stesso avviene nel film Premio Oscar Everything Everywhere All At Once (che abbiamo analizzato qui) in cui in una scena le dita fatte di Hot Dog vengono presentata attraverso un chiaro omaggio all’eterno film cult.

2) Drive, un film da vedere con Ryan Gosling

Un'immagine del film 'Drive', un film da vedere assolutamente

Distribuito nel 2011, Drive aveva tutte le carte in regola per affermarsi come uno dei cult del cinema internazionale, e ha saputo come sfruttarle. Vivendo in una sospensione del tempo, in cui ogni cosa può essere collocata in ogni dove e può essere qualsiasi cosa, Drive ci porta tra le strade di una Los Angeles in cui si sfreccia per non farsi riconoscere. Per scappare a bordo di un’auto guidata da un pilota che nella vita si occupa di meccanica e fa lo stuntman cinematografico. Per arrotondare, però, quello stesso pilota si occupa anche di altro. Diventa il mezzo di trasporto di rapinatori di banche. Quel che succede un minuto prima e un minuto dopo quel passaggio non gli importa. Non è affar suo. Quel che gli interessa è la corsa.

I soldi, certo. E forse anche quell’adrenalinica sensazione che prova mentre va da una parte all’altra di una Los Angeles che dorme innocente, mentre lui nasconde tutte le sue parti più colpevoli. Lo afferriamo già durante la scena d’apertura. Quando svolge il suo lavoro in modo programmato, razionale, senza mai farsi prendere dal panico. Neanche quando ha i poliziotti alle calcagna. Sguardo fisso, e un’accelerazione di non più di qualche chilometro orario, determinato a far intendere la sua auto come una delle tante. La scena d’apertura di Drive in questo senso è un gioco di regia, di spostamenti, di tensione. Nessuno parla. Si resta in silenzio aspettando di sentirsi al sicuro fino alla prossima rapina.

In quei dieci minuti di adrenalina, la tensione è crescente. Non sappiamo ancora chi sia davvero il pilota, ma la sua calma ci basta per intercettare alcuni primi spunti. E’ metodico, sa come fare il suo lavoro, probabilmente è anche uno dei più gettonati. Quando una volante va nella sua direzione, il pilota spegne con calma le luci nascondendosi dietro a un furgone, scongiurando così il peggio. E poi, una curva dopo l’altra, la salvezza e l’inizio di un film da vedere che ha saputo come imporsi nel panorama cinematografico. Lo ha fatto già con la sua scena d’apertura carica di tensione e adrenalina, con un’atmosfera sospesa che ferma il tempo, dando l’impressione che quei 10 minuti di fuga non passino mai. Fino a quando non si raggiunge la destinazione, e si ritorna finalmente a respirare.

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