Vai al contenuto
Serie TV - Hall of Series » Film » 77 film cult degli Anni ’70 da vedere assolutamente almeno una volta nella vita

77 film cult degli Anni ’70 da vedere assolutamente almeno una volta nella vita

Se negli anni 60 è iniziata la rivoluzione nel cinema, è nel decennio successivo che se ne sono colti davvero i frutti con leggendari film cult alla Apocalypse Now, Il Padrino e Arancia Meccanica. Nasce il concetto di blockbuster e generi come la fantascienza – grazie ai nuovi effetti speciali, la CGI e nuove tematiche – e l’horror – con la rottura dei tabù e l’arrivo di nuovi brillanti autori – vivono un periodo d’oro. Anche il poliziesco riacquista forza, concentrandosi sempre di più sull’analisi dell’abuso del potere. Compaiono poi alcuni dei più importanti registi contemporanei: da Scorsese a Coppola, da Spielberg a Scott, passando per Allen, Lucas, De Palma e Lynch. E anche ad attori non scherziamo con, ad esempio, Al Pacino, Robert De Niro, l’arrivo di Meryl Streep e, soprattutto, Jack Nicholson. In Italia abbiamo Argento, Scola, Bertolucci, Monicelli e la coppia indimenticabile Bud Spencer-Terrence Hill.

Il decennio ha sfornato alcuni dei capolavori più importanti del cinema. Ve ne racconteremo da 2 a 4 per anno – più le menzioni speciali, chiedendovi: quanti ne avete visti. Altrimenti, vi diciamo dove trovarli. Dunque, non ci resta che iniziare con i film cult del 1970.

1970

Film cult

Il 1970 si apre con uno dei grandi capolavori del cinema italiano. Indagine di un cittadino al di sopra di ogni sospetto di Elio Petri (vincitore a Cannes e all’Oscar per il miglior film straniero; in streaming su Timvision e Sky) è un film cult su diversi livelli: thriller psicologico, racconto sentimentale grottesco, political movie che denuncia l’abuso di potere, la repressione poliziesca e la corruzione politica, risentendo della pesantezza degli anni di piombo. Intensa e potente, l’opera è resa ancor più significativa dall’immensa prova di Gian Maria Volontè (protagonista quell’anno anche de I senza nome con Alain Delon) e dall’indimenticabile musica di Ennio Morricone.

Cineasti leggendari come Coppola e Spielberg citano spesso l’impatto che Il Conformista (in streaming su Raiplay) di Bernardo Bertolucci ha avuto sul loro lavoro. In questa storia sulla facilità di annegare in un’ideologia moralmente fallita, Bertolucci utilizza una narrazione originale e poco lineare, temi psicanalitici, inquadrature particolari, una grafica accattivante e un’ottima fotografia, creando così uno standard elevatissimo per i posteri.

Mentre Dario Argento esordisce con L’uccello dalle piume di cristallo e Tommy Lee Jones ha la sua prima parte nel dramma sentimentale Love Story, Robert Altman dirige la sua celebre satira sulla guerra di Corea (diventata poi una serie tv di successo, M.A.S.H) e Jack Nicholson è artefice di una delle sue prime indelebili interpretazioni in Cinque pezzi facili. E non dimentichiamoci del successo senza tempo della commedia western che consacra Bud Spencer e Terrence Hill: Lo chiamavano Trinità.

1971

Arancia Meccanica

Tra i film cult più importanti del decennio c’è senza ombra di dubbio Arancia Meccanica, capolavoro di Stanley Kubrick.

È la sua opera più caratteristica per diverse ragioni: ad esempio i personaggi sadici e violenti inseriti in un’ambientazione ancor più cinica e cruda, volutamente distorta attraverso i colori, la prospettiva e il grandangolo per dare un effetto di irrealtà, oppressione e claustrofobia; il modo di parlare e vestire dei drughi, così particolare e identitario; i dettagli caratterizzanti come il latte più del Korova Milk Bar; la musica che non combacia con la scena in atto. Soprattutto Arancia Meccanica (disponibile su Prime, Sky e Now; a noleggio su Timvision e Apple) racconta un’umanità disumana e attacca quella stessa violenza per cui era stato criticato da chi non aveva colto il suo potente messaggio.

Il 1971 è l’anno della ricomparsa del poliziesco con il primo capitolo dell’Ispettore Callaghan di Clint Eastwood e, soprattutto, con il film di William Friedkin Il braccio violento della legge (su Disney Plus, a noleggio su Prime, Apple e Chili): è un duro ritratto della polizia e di una New York squallida e decadente; lì dove il detective Doyle – interpretato da un meraviglioso Gene Hackman – incarna perfettamente l’inutilità dell’ossessione, esemplificato in quel finale amaro e desolante.

Intanto, arrivano Steven Spielberg con Duel e George Lucas con un’opera in cui dimostra il suo talento per lo sci-fi: L’uomo che fuggì dal futuro. Petri vince ancora a Cannes con La classo operaia va in paradiso e Sean Connery chiude l’avventura nei panni di James Bond.

1972

Film cult

Ecco, la definizione di film cult esce proprio nel 1972.

Il Padrino ha segnato per sempre la storia del cinema, influenzando non solo il suo stesso genere, ma anche tutti gli altri. Opera magnum di Francis Ford Coppola, il primo capitolo della storia dei Corleone è epico, drammatico, melanconico e offre un affresco sulla mafia e sul suo ruolo nella società americana. All’ottima regia e impeccabile sceneggiatura si affiancano attori sublimi come Marlon Brando (protagonista nello stesso anno del controverso Ultimo tango a Parigi di Bertolucci), Al Pacino, James Caan e via dicendo. Difficile spiegare davvero cos’è Il Padrino a chi non l’ha visto; recuperatelo in caso su Prime o Paramount Plus (a noleggio su Timvision, Apple e Chili).

Se non ci fosse stato il Padrino, quell’anno la statuetta del miglior film se la sarebbe aggiudicata Cabaret – anche se ne ha conquistate ben 8, compresi regia e attori protagonisti. Uno dei migliori musical mai realizzati, la straordinaria regia di Fosse gli conferisce un inusuale tono drammatico, con dei richiami all’espressionismo tedesco; a questo si unisce la straordinaria interpretazione di Liza Minelli con canzoni ormai iconiche come Cabaret e Money, money.

Mentre Tarkovskij produce il 2001: Odissea nello spazio russo, ovvero Solaris, Un tranquillo weekend da paura analizza mai da così vicino e visceralmente il rapporto tra uomo e natura. Intanto, in Italia esce uno dei capolavori della nostra commedia: Lo scopone scientifico, con Alberto Sordi, Silvana Mangano e Bette Davis.

1973

Nel 1973 esce il film horror per eccellenza, che da solo riesce a incarnare l’intero genere: L’esorcista (disponibile su Now; a noleggio su Prime, Timvision, Apple e Chili). È uno dei più spaventosi non tanto per gli effetti speciali ormai datati, ma quanto per l’inquietante atmosfera e il disagio che ci suscita guardandolo. Tra i primi a portare l’elemento demoniaco al cinema, sfrutta la drammaticità del momento e la costruzione dei personaggi per terrorizzarci a morte. E le note della sua colonna sonora ci provocano ancora oscuri incubi.

Parlando di film cult immortali, impossibile tener fuori Amarcord di Federico Fellini.

Perché ci sono delle opere che travalicano i confini culturali e Amarcord è una di quelle. Infatti, il titolo è entrato nel vocabolario della lingua italiana con il significato di “rievocazione in chiave nostalgica”. Il motivo è semplice: in questa pellicola Fellini ricostruisce il suo passato e quello del popolo italiano, ritraendo gli eventi con ironia, profondità, semplicità e con la sua tipica atmosfera onirica.

Se Terrence Malik debutta con La rabbia giovane e George Lucas produce il suo secondo film con American Graffiti, Martin Scorsese realizza il suo primo grande capolavoro lanciando la sua carriera, quella di Robert De Niro e di Harvey Keitel nell’olimpo di Hollywood: nell’autobiografico Mean Streets – Domenica in chiesa, lunedì all’inferno (su Filmbox) racconta la sua Little Italy e il suo dilemma interiore. Paul Newman e Robert Redford tornano a recitare insieme ne La stangata e Al Pacino interpreta magnificamente il protagonista di Serpico. Intanto, esce la pellicola che ha ispirato Westworld, Il mondo dei robot, e inizia l’avventura di Roger Moore come James Bond.

1974

Film cult

A detta di molti, c’è solo un film che supera Il Padrino: il suo sequel (a noleggio su Amazon e Microsoft). Il secondo capitolo della saga di Coppola – che tra l’altro, dirige nel 1974 una pellicola fin troppo sottovalutata, anticipatrice dello scandalo Watergate e con un grande Gene Hackman, La conversazioneè una tragedia shakespeariana sulla distruzione dei rapporti familiari e sulla discesa agli inferi di Michael, nonché la storia delle epiche origini di Vito. Meravigliosamente realizzato, è la prima opera in cui recitano assieme Al Pacino e Robert De Niro (che vincerà l’Oscar), anche se non si incontreranno mai.

Il noir torna alla ribalta con un film cult tutt’oggi discusso e studiato per la scrittura, la regia e lo srotolarsi di un intreccio narrativo complesso, solidissimo ed estremamente coinvolgente. Roman Polanski lo dirige, Robert Town lo scrive, Jack Nicholson e Faye Dunaway lo elevano grazie alle loro incredibili interpretazioni. Aggiungiamoci un finale amarissimo e Chinatown (disponibile su Sky, Now e Paramount; a noleggio su Apple, Prime, Timvision e Chili) è semplicemente un’opera impeccabile.

Mel Brooks, Marty Feldman, Gene Wilder, una parodia e Mary Shelley vi dicono qualcosa? Esatto, il 1974 è l’anno di una delle pellicole comiche più riuscite di sempre, le cui battute abbiamo citato tutti almeno una volta: è Frankenstein Jr (gratis su Youtube). Intanto esce un altro caposaldo dell’horror, Non aprite quella porta; in Italia arrivano Ettore Scola con C’eravamo tanto amati e uno dei maggiori successi cinematografici di Bud Spencer e Terrence Hill: …altrimenti ci arrabbiamo.

1975

Uno dei solo tre film nella storia ad aver vinto agli Oscar i Big Five (ovvero i 5 premi principali), Qualcuno volò sul nido del cuculo apre per la prima volta al cinema le porte di un ospedale psichiatrico. Entra nell’animo umano, raccontandone ogni aspetto e conducendoci a un finale tristissimo, che urla il dolore per l’ingiusto trattamento del diverso. Iconici sono i duelli verbali tra Louise Fletcher e Jack Nicholson – protagonista quell’anno, con una prova impeccabile, anche di Professione: reporter di Antonioni.

Questo è un anno prolifico per il cinema italiano: escono l’opera più famosa di Lina Wertmuller con un magnetico Giancarlo Giannini, Pasqualino sette bellezze; la commedia sull’amicizia, la vita e lo scorrere del tempo di Mario Monicelli, Amici Miei; il film con uno dei personaggi più popolari del nostro cinema, Fantozzi. Il più significativo, per l’impatto che ha avuto sulla cinematografia mondiale, è Profondo rosso (in streaming su Infinity), il capolavoro di Dario Argento con quella musica impossibile da dimenticare. C’è dell’horror anche nel musical più trasgressivo del cinema; The Rocky Horror Picture Show è un simbolo che ribalta il concetto di normalità, facendoci divertire e riflettere allo stesso tempo. E c’è pure nell’opera che ha creato i blockbuster e ha avuto un impatto devastante sugli spettatori: Lo squalo (disponibile su Netflix, Prime, Now e Timvision). Spielberg, infatti, sfrutta le nostre paure e crea il pericolo mostrandolo il meno possibile.

Ma il 1975 non si ferma qui con i film cult.

Dopo Arancia Meccanica, Kubrick produce quel capolavoro assoluto di messa in scena, che narra la parabola malinconica del protagonista, chiamato Barry Lindon; Al Pacino e John Cazale sono autori di interpretazioni indimenticabili nella grande storia umana di Quel pomeriggio di un giorno da cani; infine, esce un classico della commedia britannica: Monty Pyton e il sacro Graal.

1976

Taxi Driver (disponibile su Netflix, Sky e Now; a noleggio su Prime, Apple e Chili) è uno dei film cult più importanti di sempre. Grazie alla regia di Scorsese e all’interpretazione di De Niro, entriamo nella psiche di Travis, un uomo solo e alienato che perde il contatto con la realtà (memorabile è la scena allo specchio), trascinandoci in quel finale tremendamente significativo per il cinema moderno. Forse nemmeno Stallone si aspettava l’incredibile successo di Rocky (disponibile su Prime; a noleggio su Chili e Apple). Non è solo una pellicola sportiva, ma un racconto di vita che eleva la boxe a metafora, a riscatto da un’esistenza insoddisfacente, a simbolo del sogno americano. Rocky il personaggio è il perdente dei perdenti che non si arrende mai; Rocky l’opera è un inno alle seconde possibilità e alla vita.

Mentre Sidney Lumet ci regala uno degli sguardi più amari sulla televisione e sulla società in Quinto Potere, Alan J. Pakula realizza con l’appassionante e tensivo Tutti gli uomini del presidente (disponibile su Sky e Now; a noleggio su Apple, Prime e Chili) un grandissimo film d’inchiesta giornalistica, ricostruendo fedelmente il lavoro dei giornalisti Carl Bernstein e Bob Woodward – interpretati magnificamente da Dustin Hoffman e Robert Redford – che portò al più grave scandalo politico degli Stati Uniti: il Watergate.

Arriva poi quello che è considerato il miglior adattamento sul grande schermo dei romanzi di Stephen King: Brian De Palma racconta in Carrie – Lo sguardo di Satana (su Timvision e MGM) la storia di bullismo e di vendetta dell’omonima protagonista, interpretata perfettamente da Sissy Spacek. Intanto, Bertolucci dà alla luce la sua epopea interminabile in Novecento; Gigi Proietti, Francesco De Rosa ed Enrico Montesano sono i protagonisti di un classico della nostra commedia, Febbre da cavallo e Jessica Lange esordisce in King Kong.

1977

Film cult

Il 1977 è l’anno della fantascienza con Incontri ravvicinati del terzo tipo di Spielberg – lì dove gli alieni non sono cattivi invasori, ma amichevoli visitatori – e soprattutto con il primo film di Star Wars, una vera e propria rivoluzione del genere (disponibile su Disney Plus e a noleggio su Apple) e una scommessa più che vinta da George Lucas. Perché è uno dei più grandi successi del cinema, grazie alla lotta tra il bene e il male, alle sue semplici morali e al racconto semplicemente della vita.

Mentre debuttano David Lynch e Ridley Scott rispettivamente con il visionario Eraserhead – La mente che cancella e l’affascinante storia de I duellanti, Argento dà alle sale il suo altro capolavoro – Suspiria – e John Travolta è il protagonista del ritratto di una generazione perduta, ancora segnata dal Vietnam e dalla mancanza di un futuro, che si scatena sull’immortale colonna sonora dei Bee Gees ne La febbre del sabato sera. Woody Allen si consacra definitivamente con il suo film più identificativo. Io e Annie (a noleggio su Prime) è l’iniziatore di tante commedie romantiche nevrotiche in cui si analizza in maniera realistica le difficoltà dell’amore, utilizzando varie tecniche come il fuori campo, l’animazione, lo schermo diviso. Annie Hall, poi, è tutt’oggi una bandiera del femminismo statunitense.

In Italia, i fratelli Taviani danno alla luce Padre Padrone, Monicelli uno dei suoi miglior lungometraggi – Un borghese piccolo piccolo – e Scola produce il suo capolavoro dirigendo Mastroianni e Loren in un’opera struggente e profonda. Una giornata particolare denuncia, attraverso i suoi personaggi, il fascismo, gli stereotipi di genere che colpiscono le donne, la persecuzione dell’omosessualità del regime dittatoriale di Mussolini. Risultando, purtroppo, più attuale del previsto.

1978

Michael Cimino crea un crudo affresco sull’impatto devastante della guerra del Vietnam sia sui soldati che l’hanno combattuta, sia sull’esausta popolazione civile, rappresentando un’America che ormai ha perso l’innocenza ne Il Cacciatore (a noleggio su Timvision, Apple e Chili). Scene come la roulette russa e le fantastiche performance di un cast di livello (c’erano Robert De Niro, Christopher Walken, John Cazale e, alla sua prima candidatura di molte, Meryl Streep) lo rendono leggendario.

È quasi più terrorizzante di un horror come Halloween, film low budget che continua a spaventarci e la cui fama è cresciuta anno dopo anno, dando vita a innumerevoli sequel. Se abbiamo così tanti film superoistici oggi, il merito è del Superman con Christopher Reeves, essendo il primo vero successo del genere. Mentre Malik gira il suo struggente I giorni del cielo, arrivano John Landis, John Belushi e tanti altri in Animal House, che darà il via al filone comico demenziale che esploderà negli anni avvenire.

Sappiamo bene che ci sono film cult destinati a fissarsi come icone nel nostro immaginario, al di là del tempo, e non è necessario che siano capolavori. Beh, questo è Grease.

Disponibile su Prime e Paramount Plus (a noleggio su Apple e Chili), è un musical che ha segnato intere generazioni grazie alle indimenticabili canzoni, alla sua fiaba realistica dal lieto fine sognante e alla grandissima chimica che lo attraversa, in particolare quella di John Travolta e Olivia Newton-John.

1979

Apocalypse Now

Questo è il decennio dei capolavori di Coppola e a chiuderlo non poteva che esserci uno dei film più complessi, visionari e ambiziosi di sempre. Apocalypse Now (il cui Final Cut è su Prime Video) è una discesa nei meandri più oscuri della mente umana, un’esperienza cinematografica epica che ci tiene col fiato sospeso mentre la guerra viene presentata come la concretizzazione dell’inferno in Terra. Complice un cast da Oscar (per citarne alcuni, Marlon Brando, Martin Sheen, Harrison Ford, Robert Duvall) e i numerosi problemi che non ha fatto altro che aumentarne il mito, Apocalypse Now è davvero uno di quei film che, per capirlo, bisogna viverlo.

Oltre Coppola e Apocalypse Now, è anche il momento della fantascienza e il 1979 vede l’uscita di un caposaldo del genere che ha dato il via a una saga non ancora morta: Alien (su Disney Plus; a noleggio su Prime, Apple e Chili). Ridley Scott realizza un horror spaziale tra i più terrificanti mai concepiti, anche grazie all’ambientazione claustrofobica dalla quale non si può scappare. Cruciale per il successo dell’opera è la magistrale interpretazione di Sigourney Weaver, trasformando la sua Ellen Ripley in uno dei personaggi femminili meglio costruiti di sempre.

Mentre inizia la saga di Interceptor con Mel Gibson, Meryl Streep è presente in due dei film più importanti dell’anno: la divertente e matura commedia di Woody Allen con Diane Keaton, Mahnattan, e la pellicola per eccellenza sul divorzio che la porta alla prima vittoria dell’Oscar e del Globe, affiancata da un altrettanto eccellente Dustin Hoffman, ovvero Kramer contro Kramer.

Termina così un decennio ricco di film cult intramontabili, di registi leggendari e di attori che tutt’oggi continuano a colorare i nostri schermi. Ci auguriamo che ne abbiate visti il più possibili, perché sono opere meravigliose, altrimenti vi suggeriamo caldamente di guardarle (dando la precedenza, magari, ad Arancia Meccanica, Apocalypse Now e Il Padrino I e II). A questo punto, l’appuntamento è per il prossimo pezzo, con gli spumeggianti anni 80.