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Euphoria: quando l’estetica è la chiave del successo

Avete presente quella frase assurda che dice tipo “una farfalla che sbatte le ali a New York fa arrivare la pioggia a Pechino”? Ecco, non ho smesso di pensarci da quando ho iniziato una doverosa full-immersion in Euphoria.

Dico doverosa perché ce ne siamo accorti tutti: alla vigilia della seconda stagione (dal 9 gennaio 2022 disponibile su Sky e NOW) stare su un social senza conoscere Euphoria era l’equivalente di essere quello che nella classe delle elementari non aveva visto High School Musical, l’emarginazione più brutale. Ed infatti, finita la prima stagione, che risale al 2019, mi è arrivata un’illuminazione. Se nel giugno dello scorso anno mi sono sentita perfettamente a mio agio a festeggiare il compleanno con un trucco verde alla Moira Orfei – del tutto fuori discussione almeno da 10 anni – non era a causa delle mascherine, ma grazie a Euphoria. Ecco qui l’effetto farfalla.

La spiegazione di questo fenomeno in realtà è molto più semplice e meno romantica. Si tratta della classica influenza culturale che può generare una serie tv sui costumi della società quando diventa un vero e proprio faro di riferimento. Ci siamo già passati: i cerchietti e le calze colorate di Gossip Girl ne sono l’esempio più recente. Solo che Euphoria di Sam Levinson, non fa di questa capacità un semplice punto di forza, ma la rende la sua missione principale. Mentre con altre serie tv è in uso la battuta “Guardo la serie X per la trama”, alludendo con ironia ai personaggi di bell’aspetto o a scene particolarmente osé, questo doppio senso in Euphoria potrebbe benissimo riferirsi a quell’atmosfera psichedelica, fatta di ombretti luccicanti e musica vintage, per cui la maggior parte dei fan sa di essere lì.

Euphoria

Dire che Euphoria è tutto fumo e niente arrosto sarebbe errato. Allo stesso tempo va riconosciuto che non sarebbe la stessa cosa se non fosse circondata da un fumo estremamente affascinante.

Pensiamo al percorso dei singoli personaggi. Le loro azioni di una stagione e mezza si possono facilmente riassumere in circa 2 frasi a testa. Fatta una doverosa eccezione per l‘episodio 2×05 – che con la sua corsa senza fiato per Oakland potrebbe essere l’inizio di un significativo cambio di registro – la serie è collegata nella struttura narrativa alla dimensione onirica di Rue, narratrice onniscente senza un apparenteme motivo. In questo modo Euphoria sceglie volutamente di essere statica, frammentata, quasi confusionaria. Ma questo non influisce a suo svantaggio, anzi. Sam Levinson si discosta dal normale sviluppo orizzontale dei teen drama, fatto da mille avvenimenti uno dopo l’altro, e scava verticalmente dentro ogni personaggio. Contemporaneamente, bilancia la staticità spingendo moltissimo sul contorno audio-visivo, scegliendo una colonna sonora vintage ma senza tempo, inserendo centinaia di riferimenti alla cultura pop, e, ovviamente, creando un stile più che accattivante nel trucco e nell’abbigliamento.

Lo stile Euphoria non si è ritrovato solo ad essere subito apprezzato da chi ha visto lo show nel 2019, ma è stato anche coltivato con dedizione tanto da arrivare intatto e prepotente fino ai giorni nostri. Nel gennaio del 2022 Vogue ha pubblicato un articolo su stili e tendenze che ha fatto il giro del web, mandando in visibilio un’intera generazione. Il messaggio era: l’estetica di Tumblr sta tornando proprio come nel 2014.

Viviamo in un Euphoria World, e questo vi sembra un caso? Non lo è per niente. C’è un filo sottile che collega la cosiddetta ‘estetica di Tumblr’ al successo di Euphoria

Per chi non fosse stato adolescente intorno al 2010, Tumblr era ,ed è, l’anti-Instagram, un social per creativi e alternativi dove più sei bravo a romanticizzare le tue disgrazie più avrai successo. Siamo tutti d’accordo che Rue Bennet in questo sport non abbia eguali. Ma oltre a dare spazio a poeti dannati, Tumblr alimentava uno stile di vestiario (e di vita!) basato su un’iniziale eleganza che veniva poi sporcata dalle esperienze di vita vissuta del teenager, e l’oggetto di culto in attorno a cui ruotava questa cupa filosofia era proprio una serie tv: l’intramontabile Skins (UK).

Ma allora è lo stile Tumblr che sta tornando grazie a Euphoria, o è Euphoria che ha successo perché sta riproponendo una versione moderna dello stile Tumblr? È un circolo vizioso. Euphoria attinge da un modello già testato di teen drama che porta in scena il marciume urbano edulcorato dai glitter. In questo modo strizza l’occhio ai nostalgici delle serie crude e da qualcosa di cui nutrirsi alle nuove generazioni che vogliano sentirsi alternative. il binomio chiave che la accomuna all’estetica Tumblr è alternatività-accessibilità. Quando Sam Levinson e la stylist Heidi Bivens pensano all’impatto audio-visivo della serie lo fanno tramite musiche e capi d’abbigliamento sofisticati ma incredibilmente accessibili. A prescindere dalla firme di alto livello che si prestano per vestirei liceali della East Highland, di quegli abiti sarà sempre possibile trovare una versione low-cost online o in una grande catena. Questo il segreto della popolarità.

euphoria

Badiamo bene; non che ci sia qualcosa di veramente alternativo nel guardare Euphoria per sapere come vestirsi o che musica ascoltare: il successo di questi fenomeni di massa sta proprio nel convincerti di fare parte di un club esclusivo, mentre ti stai uniformando alla moda più mainstream possibile.

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