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Ode al Maresciallo Cecchini

Nella storia della produzione televisiva italiana, un ruolo di prestigio è sicuramente occupato da Don Matteo, fiction storica di mamma Rai, capace di andare in onda per ben 13 stagioni, e ce ne sono anche altre all’orizzonte, e da 23 anni, senza mai perdere la propria presa sul pubblico. Le ragioni di questa longevità della serie sono tante, dalla costante capacità di aggiornarsi alla grande validità dei volti che si sono avvicendati negli anni, ma uno dei motivi principali del grande successo di Don Matteo è, senza dubbio, la presenza del mitico Maresciallo Cecchini.

La nostra guida informativa su Don Matteo 14 (cast, trama, data e news)

Da 23 anni e da 13 stagioni, al pari dell’incedere della fiction, Nino Frassica interpreta un ruolo evidentemente cucitogli addosso, che è divenuto ormai per lui una sorta di seconda pelle. Il Maresciallo Cecchini, grazie a questa lunga vita di Don Matteo, è diventato uno dei simboli della televisione italiana, capace di non perdere mai la propria identità e il proprio brio nonostante il tempo che passa. Ma come ha fatto il Maresciallo Cecchini a rimanere un personaggio così fresco in tutti questi anni? Le ragioni, come per la longevità di Don Matteo, sono diverse, alcune da addurre allo stesso Nino Frassica, altre alla scrittura del personaggio, ma tutte capaci di condensarsi in una delle figure cardine della storia televisiva nostrana.

Nino Frassica e Don Matteo: storia di un amore

Il percorso di Nino Frassica in Don Matteo, come detto, parte da lontano, dalla primissima stagione della fiction Rai uscita nel 2000. Il Maresciallo Cecchini è uno dei pochissimi personaggi capaci di apparire in tutte le stagioni della serie, insieme a Pippo e Natalina, il sagrestano e la perpetua di Don Matteo. A differenza degli ultimi due, però, il personaggio di Nino Frassica ha un ruolo molto più importante, non un semplice comprimario, ma un vero e proprio co-protagonista al fianco di Don Matteo e nell’ultima stagione di Don Massimo, e del capitano di turno. Quest’importanza del personaggio rende ancora più incredibile la forza che Cecchini ha mantenuto per tutta la serie, perché oltre a rimanere così a lungo al centro delle scene, il Maresciallo non è quasi mai calato di livello.

Questa lunga militanza nello stesso ruolo porta inevitabilmente il rischio di appiattirsi, ma salvo qualche calo fisiologico, comunque di passaggio, Cecchini mantiene sempre la sua freschezza e, a di pari passo con la serie, è capace di aggiornarsi costantemente. L’appiattimento dei personaggi storici è un fenomeno che abbiamo visto in Don Matteo, l’esempio maggiore ne è lo stesso parroco protagonista, che dopo anni e anni ha accusato un bel po’ di stanchezza, tanto che nelle ultime stagioni, prima dell’esordio di Raoul Bova, le trame riguardanti Don Matteo sono rimaste secondarie. Il ruolo del capitano, invece, ha visto ben tre passaggi di consegne: da Flavio Insinna a Simone Montedoro, fino a Maria Chiara Giannetta, una testimonianza, anche qui, di come il ruolo, di tanto in tanto, andasse rinnovato.

In questo viavai di protagonisti, Nino Frassica è rimasto sempre al proprio posto e sempre saldamente al centro della scena, spalla perfetta per tutti i capitani che si sono avvicendati e per Don Matteo. Al centro di questa longevità c’è sicuramente la capacità del personaggio di aggiornarsi, di proporre nuovi schemi e di creare nuovi scenari, ma ci sono anche due fattori, abbastanza specifici, che suggellano questa straordinaria storia d’amore tra Nino Frassica e Don Matteo, condensata dalla figura del Maresciallo Cecchini.

Don Matteo
Il Maresciallo Cecchini in Don Matteo (640×340)

Cosa rende unico Cecchini in Don Matteo

Ci sono, come anticipato, due fattori che s’inseguono nella fiction Rai alla base del successo di Cecchini. Uno è da ricondurre allo stesso Nino Frassica, il secondo, un po’ più sottile, alla scrittura del personaggio. Partiamo dal primo. Alla base del successo di Cecchini c’è, chiaramente, la grandezza di Nino Frassica, un attore capace di conferire al suo personaggio quella simpatia che non stanca mai, fatta di quell’humour situazionale e spesso surreale che è il cavallo di battaglia dell’attore. In tal senso, Cecchini è un doppio perfetto di Nino Frassica, che, quindi, può interpretare il personaggio con una naturalezza che gli permette di evolversi insieme a lui e di rimanere sempre estremamente vivo e fresco.

Accanto a questa spontaneità, per così dire, del Maresciallo Cecchini, data dall’interpretazione di Nino Frassica, c’è la scrittura del personaggio, costruito sulla base di un’umanità pura ed estremamente credibile. Cecchini non è solo la spalla comica della serie Rai, quel personaggio capace di smorzare i momenti di tensione, di regalare qualche risata e di alleggerire i toni del racconto, ma sa anche essere una fonte di dramma importante, perché incanala in sé un flusso di umanità pura, sempre in nome di quella naturalezza prima dipinta.

Cecchini è un personaggio che sa essere debole e fragile, che non si vergogna di mostrarsi sofferente e questi tratti lo avvicinano ancora più agli spettatori. Vediamo spesso, in moltissime puntate di Don Matteo, Cecchini combinare dei guai incredibili, il più delle volte basati sul fraintendimento, ma ogni sbaglio che compie è sempre a fin di bene. Il personaggio interpretato da Nino Frassica non ha mai paura di mostrare tutte le sue debolezze ed è in grado di provare sentimenti totalizzanti e ciò, quindi, lo avvicina agli spettatori, che ignorano l’artificio retorico e vedono in Cecchini un personaggio estremamente vero.

La naturalezza e la spontaneità sono i due tratti che emergono da questi due fattori che hanno determinato l’estrema riuscita del personaggio del Maresciallo Cecchini. Nino Frassica è estremamente a suo agio nell’interpretare questo ruolo perché quello che deve fare è, semplicemente, vivere, è una recitazione estremamente mimetica della realtà, quasi libera dalla finzione scenica, e questa vicinanza alla quotidianità è la risposta alla domanda sulle ragioni per cui, nonostante gli anni, il Maresciallo Cecchini rimane un personaggio estremamente fresco, perché il carabiniere non si evolve in Don Matteo, ma cresce, come se stesse vivendo la realtà e non la finzione narrativa.

Don Matteo e il Maresciallo Cecchini (640×340)

L’umanità pura di Cecchini

E qui, dunque, arriviamo a quel concetto di umanità pura introdotto nel precedente paragrafo. Il Maresciallo Cecchini è un personaggio estremamente umano, lo è talmente tanto che aspira a una sorta di purezza in tal senso. Nella sua lunga parabola, Cecchini ha dovuto vivere traumi enormi, su tutti la morte della figlia e della moglie, ma non ha mai perso quell’umanità che lo ha sempre contraddistinto, che non risulta affatto patinata, ma sempre sincera e spontanea.

Il Maresciallo Cecchini, in Don Matteo, ha vissuto una vera e propria vita, non si è semplicemente limitato a essere protagonista di un percorso narrativo. Proprio per questo motivo Nino Frassica è riuscito sempre ad aggiornare il suo personaggio nella fiction Rai, perché lo ha fatto vivere e questo è il segreto di questa estrema longevità. Per come è costruito, il Maresciallo Cecchini può andare avanti ancora a lungo, come qualsiasi persona può vivere diverse vite e rimanere sempre se stesso. Tanti fattori si sono incrociati nella riuscita di questo personaggi, ma quello dominante è questa umanità pura che s’irradia sin dalla primissima apparizione dell’iconico carabiniere.

Cecchini è un personaggio estremamente amato e che non stanca mai, una colonna portante della televisione italiana, capace però di trascendere questo confine narrativo, di farsi esempio vivo in una cornice fittizia e di riuscire a rendere la recitazione talmente mimetica della vita da far perdere qualsiasi sfumatura di confine. Ode al Maresciallo Cecchini, personaggio estremamente vero da perdere anche la natura stessa di “personaggio”.