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Damages è il ritratto dei mille volti di Glenn Close

Quando nel 2007 è andata in onda la prima stagione di Damages, il mondo della serialità non era ancora quello dei grandi nomi e dell’attenzione maniacale alla qualità. Certo, HBO aveva già cambiato per sempre il modo di fare serie TV con produzioni come I Soprano o The Wire, ma restava un’eccezione, un’anomalia in un panorama televisivo dominato da network tradizionali e format ben consolidati, che in pochi avevano il coraggio di rinnovare.

È in questo contesto che fa il suo ingresso nel mondo Damages, legal drama prodotto da FX che fin dalla sua prima stagione vanta uno dei cast più straordinari nella storia della televisione e che, forse anticipando troppo i tempi, ha provato a cambiare le regole di una realtà seriale che gli stava stretta, sperimentando a livello di struttura narrativa, tematiche e tempistiche. E se è vero che dopo una prima stagione quasi perfetta il legal drama FX non è riuscito a mantenersi sugli stessi livelli con i quattro capitoli successivi, l’impatto silenzioso di Damages sul mondo della serialità non va sottovalutato, soprattutto quando si considera quale è stato il suo più grande punto di forza: l’aver scelto come protagonista la prima vera antieroina del piccolo schermo, la Patty Hewes di Glenn Close.

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Glenn Close (640×360)

In un panorama seriale che ha continuato a essere dominato dagli antieroi maschili, Patty Hewes è un’eccezione necessaria. E solo Glenn Close poteva darle vita in modo da esaltarne totalmente la complessità psicologica.

Glenn Close è stata infatti una delle prime grandi star di Hollywood a scegliere di avvicinarsi al mondo della serialità televisiva, che 15 anni fa era ancora considerato inferiore rispetto a quello del cinema. La scelta di associare il proprio nome alla televisione compiuta dall’attrice, che per qualche assurdo motivo non ha mai vinto un premio Oscar, all’epoca era da considerarsi in contro-tendenza rispetto a quelle dei suoi colleghi, e tuttavia si è rivelata fondamentale per Close, che in Damages ci regala una delle performance attoriali più sfaccettate, impeccabili e sottovalutate del ventunesimo secolo.

Il personaggio di Patty Hewes, spietata e imprevedibile avvocata all’apparenza priva di moralità, è portato sullo schermo dall’attrice con una tale intensità e dedizione da sembrare vero, da trascendere i confini del piccolo schermo e diventare reale, tra maschere nascoste, compromessi e doppi giochi mai del tutto rivelati. Il talento senza pari di Glenn Close, amplificato da quello quasi altrettanto cristallino della sua co-protagonista Rose Byrne, è allora il vero elemento centrale di Damages, un legal drama imperfetto ma di altissima qualità che si differenzia da qualsiasi altra produzione del genere proprio grazie alla presenza di un’attrice di questo calibro nel ruolo di protagonista.

Damages (640×360)

D’altra parte quello di Patty Hewes non è un ruolo facile e proprio per questo c’era la necessità che a darle vita fosse un’interprete coraggiosa e poliedrica, una professionista talmente straordinaria da essere in grado con un qualsiasi impercettibile movimento del corpo di dar voce anche alle più tormentate lotte interiori dell’avvocata. Patty, antieroina complessa, è infatti allo stesso tempo distaccata e feroce, materna e spietata, impassibile all’esterno eppure divorata da dubbi e sensi di colpa all’interno. Un personaggio così in bilico tra calcoli e istinti, dotato di mille volti che nessuno riesce mai a distinguere del tutto, è talmente difficile da interpretare che solo poche professioniste del mondo dello spettacolo sarebbero state in grado di conferirgli l’espressività e la complessità necessarie perché diventasse credibile e nessuna avrebbe potuto farlo meglio di come ha fatto Glenn Close, che non a caso per il suo ruolo in Damages ha vinto due volte il premio Emmy come migliore attrice protagonista in una serie drammatica.

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Glenn Close (640×360)

Quello di Patty è un personaggio che mira a ridefinire la narrativa legata al ruolo dell’avvocato in televisione, il suo non essere né buona né cattiva a priori una caratteristica che più avanti avrebbero fatto propria decine di personaggi televisivi e che ha finito per rivoluzionare l’idea stessa di legal drama, minando le fondamenta sulle quali questa aveva poggiato fino a quel momento. L’impatto che Damages ha avuto sul genere fa sì che, anche se è rimasta una serie imperfetta e sconosciuta ai più, ricopra a oggi una posizione di rilievo nella classifica dei migliori legal drama di sempre, perché è soprattutto grazie a questa serie e al personaggio di Patty Hewes se abbiamo assistito al tramonto di false dicotomie come bene e male o di binomi prima considerati indissolubili come giustizia e legge all’interno delle rappresentazioni televisive delle diatribe legali.

Quella di Damages è stata allora una rivoluzione silenziosa, che tuttavia nasce e si sviluppa intorno a Glenn Close e alla sua Patty, intorno all’idea che sia necessario portare in televisione personaggi femminili che non siano né buoni né cattivi, che non siano esempi da seguire ma nemmeno modelli da evitare. A distanza di 15 anni dalla prima messa in onda della serie, sono ancora ben poche le interpretazioni al livello di quella regalataci da Glenn Close, perché sono pochissimi i personaggi femminili comparsi sullo schermo che hanno silenziosamente ma definitivamente cambiato la nostra percezione di bene o di male come ha fatto Patty Hewes. E se è vero che in questi anni abbiamo potuto ammirare tra gli altri i dibattiti morali e i tormenti di Annalise Keating (How to Get Away with Murder), Kim Wexler (Better Call Saul) e Alicia Florrick (The Good Wife), il debito che ognuno di questi personaggi ha con la protagonista di Damages non può essere dimenticato, come invece tende ad accadere sempre più spesso.

Damages (640×360)

Damages è allora una pietra miliare della televisione, con la sua carica rivoluzionaria mai del tutto espressa e il suo impatto travolgente sui temi e le strutture dei legal drama, ma è soprattutto il progetto in cui abbiamo finalmente modo di vedere tutti i mille volti di Glenn Close, attrice tra le migliori di sempre ma del cui talento a volte il mondo sembra scordarsi.

Regalando una performance talmente realistica da disorientare lo spettatore, Glenn Close in Damages fa qualcosa che raramente abbiamo visto sul piccolo schermo, ossia mostrare le crepe dietro un volto imperturbabile, fingere di rimanere immobile e allo stesso tempo dare l’impressione di un movimento che non si può fermare, di un’onda pronta a travolgere un’intera esistenza. Nel suo modo di essere Patty Hewes, Close mette a nudo se stessa e le sue debolezze, ma mostra anche tutto il suo talento nel dare vita a un personaggio che si rifiuta di essere associato alle categorie di bene e male, che rinnega l’esistenza di una giustizia suprema fino al punto da non sapere più in cosa credere e che così facendo ha cambiato per sempre il modo di rappresentare i personaggi femminili in televisione, diventando la prima antieroina in un un mondo che prima vedeva solo vittime e carnefici.

Damages, l’appassionante legal drama con Glenn Close di cui il mondo sembra essersi scordato