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Bridgerton 2 proverà a marciare sul trash dopo aver bruciato l’effetto sorpresa?

Manca davvero pochissimo all’uscita della seconda e – oserei dire – attesissima stagione di Bridgerton (quantomeno dalla sottoscritta). E dunque, in questo clima di attesa del piacere che il signor Shakespeare sostenne fosse essa stessa il piacere, cosa che francamente condivido solo parzialmente, una domanda bussa insistente sulla parte recondita del mio cervello che tratta quesiti esistenziali e li dimentica con la facilità con cui mento a me stessa quando dico che domani mattina andrò ad allenarmi. Questa domanda martella, martella nella mia testa per essere ascoltata, pensata e per provare a trovare una risposta: dopo aver bruciato l’effetto sorpresa, Bridgerton 2 proverà a marciare sul trash?

Ecco, svelato l’arcano e scoperchiato il vaso di Pandora, eccola la domanda che continua a tormentarmi. Ma, prima di riflettere sulla questione e provare a trovare una risposta possibilmente sensata – ma non posso assicurarvelo perché sarebbe come promettere che a un ‘dai vediamo, ti faccio sapere’ seguirà una risposta affermativa e non un tentativo di inventare articolate scuse per giustificare quella negativa e non sentirmi completamente una str*nza al riguardo – direi che è il caso di fare un piccolo recap e rispolverare le conoscenze acquisite dopo oltre un anno dal primo approccio con Bridgerton, il capolavoro di Shondaland che ha conquistato il mondo intero.

Bridgerton

Dopo mesi di intenso studio della saga di Bridgerton, studio che consisteva nell’ignorare e procrastinare i miei impegni universitari e parallelamente allenarmi nella disciplina olimpionica in cui ho il record mondiale di ori, ovvero il salto dell’appello, ho dedicato la scorsa sessione estiva alla lettura approfondita dei romanzi di Julia Quinn da cui è tratta la serie di Chris Van Dusen e vi posso garantire che sono preparatissima e le mie aspettative sono molto alte.

Bridgerton racconta le avventure degli omonimi otto fratelli che, nel periodo della Reggenza Inglese, cercano, trovano o letteralmente s’imbattono in quella che diventerà la loro anima gemella rivisitando, talvolta, anche classici letterari (es. La bisbetica domata, Cenerentola, Orgoglio e Pregiudizio, ecc.).

Nella prima stagione, così come nel primo libro, la protagonista è Daphne, quarta figlia Bridgerton che dopo svariate peripezie è diventata la duchessa di Hastings accalappiandosi il manzo più pregiato e prelibato della sagra, rinunciando addirittura (nella versione seriale) a un dannatissimo principe di Prussia per l’amore di un duca. Certo, alcuni di voi a questo punto potrebbero contestare con l’affermazione ‘e che duca‘ e avrebbero anche ragione, ma parlando da persona materialista e poco sentimentale, ammetto che il principe di Prussia – pur non all’altezza della bellezza del duca, scusa Cormac McLaggen – io me lo sarei fatta andare più che bene.

Bridgerton

La prima stagione è terminata col lieto fine, così come i libri insegnano e anche tutti gli stereotipi mai impartitici sui romanzi rosa e sulle commedie romantiche/sentimentali. Daphne e il suo bel duca di Hastings, Simon, hanno dato alla luce il loro primo figlio tradendo ancora una volta il testo originale, ma di questo troverò modo di lamentarmi in un altro momento nel corso degli otto anni di vita di Bridgerton probabilmente in articolo che si intitolerà più o meno così “tutte le differenze tra la serie tv e la saga letteraria di Bridgerton‘. Come è noto ormai e se non lo sapete vi consiglio di non andare oltre nella lettura o di colmare le vostre lacune andando a informarvi, durante il corso della storia di Daphne e Simon, gli eventi della stagione mondana londinese vengono raccontati da una colonnista la cui identità nascosta le permette di lanciarsi in taglienti provocazioni e critiche senza subire conseguenze alcune: Lady Whistledown.

Lady Whistledown che ad oggi sarebbe l’equivalente dell’amica zitella di tua nonna che conosce alla perfezione i fatti di tutti e non ha problemi a raccontarli nelle stazioni delle sue via crucis del gossip. L’identità della colonnista è uno dei misteri principali della serie, diversamente dal libro. E la caccia alla strega è capeggiata nientepopodimeno che dalla regina Charlotte in persona, personaggio mancante nella versione letteraria, ma di cui non potrei assolutamente fare a meno nella trasposizione seriale di Bridgerton.

Solo sul finale veniamo a conoscenza dell’identità della pettegola col giudizio più temuto dell’alta società. Si tratta di Penelope Featherington, la minore delle Featherington nonché la persona su cui meno si sarebbe scommesso, ma che al momento della rivelazione non delude, anzi incuriosisce e in qualche modo incita il pubblico a tifare per lei che fino a quel momento era solo la sfigatella di qualunque commedia per cui sogni e speri nel momento di rivincita che sembra sempre ancora troppo lontano. Arrivati a questo punto e scoperta l’identità della misteriosa scrittrice, rivelato l’andamento della serie e lo stile che sarà più o meno sempre lo stesso, cosa succederà a Bridgerton? Come giocherà le sue carte ora nella seconda stagione adesso che il mistero più grande è stato svelato e il format non è più così esclusivo e nuovo, ma al massimo lavato con Perlana?

Cercheranno di buttare tutto in caciara? Rivelare l’identità di Lady Whistledown prima del quarto capitolo della saga dei Bridgerton è stata la mossa più intelligente? Giocatisi l’effetto sorpresa, marceranno sul trash? Come avrebbe detto Massimiliano Morra al Grande Fratello Vip 5, “c’ho riflettuto” e ho maturato le seguenti risposte.

Innanzitutto ci sono da considerare dei fattori: Bridgerton è una serie sentimentale, in costume, ma non storicamente accurata in tutti gli aspetti e soprattutto è una dramedy e chi vuole negare l’aspetto comico di questo prodotto mente a se stesso. Inoltre, Bridgerton si basa su dei romanzi rosa che da una parte ricordano e fanno leva sulle ambientazioni e le caratterizzazioni alla Jane Austen, leggermente *leggere con ironia* più espliciti, ma proprio poco e dall’altro ricordano tutti gli stereotipi mai scritti degli Harmony. Perciò non possiamo assolutamente negare la matrice trash per genesi del prodotto seriale.

Bridgerton

L’anno scorso, recensendo la prima stagione (che potete leggere qui), ho definito questa serie come la fusione perfetta tra un romanzo di Jane Austen, tutti gli Harmony mai scritti finora e Gossip Girl. Dopo aver studiato a fondo tutti e otto i libri della saga e dopo essermi immersa e aver sguazzato nelle peripezie e le assurdità della famiglia Bridgerton posso essere sicura e certa che il trash giocherà una parte fondamentale in questa storia fino alla fine. Ma vi dirò di più, oggi mi voglio proprio rovinare: posso stilare già adesso una lista di almeno 5 momenti più trash della seconda stagione e tutto questo perché – ripeto – il trash è la linfa vitale che scorre nelle vene di questo genere di storie.

E quindi, dicevamo: verrà buttato tutto in caciara? Verrà sfruttato di proposito il trash visto che ormai quella che appare come la più grande rivelazione della serie è già stata rivelata? Assolutamente no. Argomento: seppure per genesi il trash scorre nelle vene di Bridgerton, in realtà, la rivelazione e l’esistenza stessa di Lady Whistledown non solo non è la parte centrale della storia dei Bridgerton, ma è anche una storyline che – SPOILER ALERT – si esaurisce a metà della saga e di cui non si fa fatica a dimenticarsi.

Bridgerton

Voi mi direte: e vabbè, ma un po’ come Pretty Little Liars, rivelata l’identità di -A e in Gossip Girl, rivelata quella dell’omonima pettegola, che senso ha ciò che accade dopo? E avreste pure ragione a porre questa interessante questione, ma il bello sta proprio qui: diversamente da Pretty Little Liars e Gossip Girl in cui l’identità della misteriosa entità è il cuore pulsante della narrazione, è la parte su cui si costruisce tutto l’arco narrativo della storia e la suspense e il pathos, in Bridgerton l’identità di Lady Whistledown è solo una parte marginale e nemmeno così fondamentale, come ci hanno fatto credere nella serie tv, della storia. Anzi, l’intera esistenza della colonnista è funzionale allo sviluppo di un’unica storyline che è piuttosto scontata e prevedibile già adesso, ma di cui non rivelerò nulla perché vorrei evitare il linciaggio in caso di spoiler e salvarmi la pelle.

Sono fortemente convinta che rivelare l’identità di Lady Whistledown a fine prima stagione sia stata una mossa geniale ed è probabilmente il momento che ha fidelizzato e incuriosito un gran numero di spettatori. Siamo tutti curiosi si scoprire cosa produrrà la mente dell’astuta pettegola, dietro cui si nasconde la persona apparentemente più innocua della storia, che tiene per le consistenze tutta la società aristocratica inglese, compresa la regina Charlotte che da lei è letteralmente ossessionata.

Ovviamente solo il tempo ci svelerà se le mie previsioni sulla seconda stagione di Bridgerton si riveleranno esatte, ma mi auguro vivamente che lo siano. Anthony, protagonista di questo secondo capitolo, nella scorsa stagione non era esattamente il personaggio più interessante e amato (qui potete leggere le pagelle dei personaggi), ma vi assicuro che se questo Anthony è caratterizzato anche solo un po’ come quello del libro, continuerà a starci un po’ sul naso sì, ma impareremo ad amarlo follemente grazie alla presenza della meravigliosa e straordinaria Kate.

Kate è l’equivalente della glassa di aceto balsamico in cucina, puoi metterla ovunque e rende tutto più squisito. Questo personaggio, cari lettori (come direbbe Lady Whistledown), ci darà tante soddisfazioni e se avete amato come ho amato io Caterina Minola de La bisbetica domata, è certo che ve la ricorderà in molti aspetti. L’intera storia si rifà, in maniera forse più semplificata, alla commedia shakespeariana senza però cadere nel tranello dell’emulazione che potrebbe risultare una fastidiosa emulazione non gradita.

Le mie aspettative sulla seconda stagione di Bridgerton sono decisamente alte, ma ciononostante mi rendo conto che una serie made in Shondaland e una serie che si basa sostanzialmente su dei romanzi rosa, può fornire non solo un ottimo intrattenimento, ma anche una fonte inesauribile di sano e succulento trash e riuscire comunque a mantenere una dignità. Perciò concludo dicendo che Bridgerton 2 non proverà a marciare sul trash dopo aver bruciato l’effetto sorpresa, ci passeggerà e ci danzerà leggiadramente sopra, probabilmente sulle note di una hit moderna riarrangiata, e a me – francamente – va bene così.

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