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Una macchina sfreccia verso l’ignoto. Siamo alle battute finali di una grande storia, ma questa volta dentro non c’è un uomo distrutto, sconvolto e urlante. Un timido sorriso gli sfiora il viso mentre conduce quell’auto verso l’infinità ghiacciata dell’Alaska. Così si conclude El Camino, il film spin-off sul destino di Jesse Pinkman dopo quella fatale puntata, Felina, in cui le lacrime e il sangue di Walt si erano mescolate alle sue.

Ma se per Walter White il cammino si è concluso, per Jesse c’è ancora molto da vivere. E la sofferenza, come possiamo immaginare, lo seguirà come un cane fedele, fino a quell’ultimo fotogramma. Sarà l’unica compagna in quel maledetto viaggio verso la libertà, l’unico bagaglio di quel passato lasciato dietro le spalle che lo accompagnerà per tutta la vita.

Perché è vero, come dice Mike nella prima scena del film, che le cose non si possono aggiustare: si può solo ricominciare da capo. Portandosi dietro tutto, in una zona nascosta della mente. Dove forse, col tempo, imparerà a non pesare.

el camino

Come Walter White, Jesse sceglie il grande bianco per ricominciare. Ma se per il professore quella era l’anticamera della morte, per Jesse scommettiamo che sarà l’inizio di una nuova vita. Non c’è nessun personaggio, in Breaking Bad, che meritasse una seconda possibilità più di lui: El Camino sceglie di mostrarci l’angosciosa ricerca della libertà, ciò che è successo quando le luci su Walter White si sono spente.

Perché mentre i riflettori sul professore di chimica si abbassavano, la vita di Jesse continuava. Il suo percorso di redenzione non era ancora finito. E Vince Gilligan sceglie di mostrarci ogni singolo secondo di quel “dietro le quinte” del personaggio eterno secondo in Breaking Bad, che qui si prende la sua rivincita da protagonista.

Chi sperava in un colpo di scena sulla sorte di Walt, si sbagliava: chi auspicava una maggior presenza in veste di flashback, o addirittura come voce e presenza persecutoria di un uomo traumatizzato, era lontanissimo dalla verità. Questo è il film di Jesse. E quando, per caso, intravediamo Walter White in El Camino, la sua presenza ci sembra strana, quasi innaturale, come se stesse camminando, per una volta, in un terreno non suo.

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E infatti Gilligan sceglie di mostrarcelo in un momento perfettamente normale, nel mezzo di una situazione in cui ci appare un po’ a disagio e costretto dalle circostanze a intraprendere una conversazione banale sul destino di Jesse “dopo”. Un dettaglio insignificante all’interno di una carriera criminale costellata di momenti grandiosi. Eppure è proprio in quella particella di tempo che si celano le risposte: Jesse farà il College, studierà economia, o forse no, non lo sa. Forse vuole solo una vita normale.

Forse niente di quello che gli è capitato lo ha voluto, ma sicuramente ha scelto di vivere così. La comprensione e l’accettazione di ciò liberano davvero Jesse dalle catene della sua vecchia vita.

Conosciamo un uomo nuovo in El Camino: un uomo che non ha dimenticato come la sofferenza possa plasmarlo, ma che non indulge al male perché è diverso dai veri cattivi. La sofferenza di Jesse si determina nel momento in cui la sua purezza d’animo gli impedisce di essere cinico e crudele come i suoi aguzzini, ma allo stesso tempo non è abbastanza per fargli voltare pagina. Lungo il percorso disegnato per lui in El Camino, imparerà a lasciarsi dietro Jesse Pinkman e a diventare qualcun altro.

Imparerà che sugli amici può sempre contare: Skinny Pete e Badger gli daranno una mano, portandosi via quella ingombrante macchina e dandogli fino all’ultimo centesimo. Imparerà che non può fidarsi di nessuno: né della sua famiglia, sempre pronta a fargli la morale, né dei poliziotti, che poliziotti non sono, i quali gli tendono un tranello in cui un vero criminale non sarebbe mai caduto.

breaking bad

Jesse sopravviverà il tanto che basta per prendere quella strada che conduce in Alaska, e per chiudere per sempre i conti col passato. Nessun torto rimarrà impunito. Nemmeno il torto della mancanza di pietà, come dimostra la sua vendetta contro Kandy e il suo socio, responsabili di avergli assicurato materialmente le catene ai piedi. Ma non bastano un nuovo nome e un nuovo numero di previdenza sociale per essere un altro uomo: Jesse cerca di chiudere i conti anche con il suo passato più lontano e doloroso.

Con Jane, l’amore della sua vita, l’ultimo strascico del suo vecchio io prima di essere inghiottito dal bianco.

Con Brock, vittima innocente e privato di tutto, a cui sente di dovere una spiegazione. Ci basta leggere il suo nome su quella busta per sentirci inumidire gli occhi.

Soprattutto, con il vecchio Jesse Pinkman: quello delle felpe larghe, quello che sorrideva. Siamo sicuri che è a lui che è andato il suo ultimo pensiero, prima di perdersi su quella strada bianca. Se il finale di Breaking Bad ci aveva lasciato una domanda in sospeso, il finale di El Camino ci lascia con un malinconico punto finale. Siamo davvero pronti per dire addio a Jesse Pinkman? Noi forse no, ma lui sì.

E allora lasciamolo andare. E che quel bianco gli entri dentro, dandogli la pace che merita.

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