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Braccialetti Rossi 3×04: nuovi occhi e doni dal cielo

ANALISI BRACCIALETTI ROSSI 3X04 – Ci era andata troppo bene la volta scorsa, troppo. Stavolta si piange e ci prendiamo tutto con gli interessi.

Si piange di gioia, di speranza, di rabbia, di paura, di sollievo, di commozione, ma non c’è un personaggio che non ci strappi una lacrima. Tranne, ovviamente Tony: lui può solo farci ridere e il suo costume è perfetto per il personaggio. Se non ci fosse bisognerebbe inventarlo.

Tony e Falm, lei detta, lui scrive, i novelli Totò e Peppino

Partiamo dalla base: in questa puntata di mezzo hanno voluto mettere in pari tutte le storie di tutti i personaggi, azzerando molti segreti e facendo comparire in scena praticamente tutti. Non ci sono riusciti completamente, diciamolo, perchè Bobo davvero prende solo mazzate e rifiuti da quando è entrato in ospedale e l’incrocio con Margherita è tutto fuorchè credibile. Inoltre un paio di buchi grossi sempre sul suo personaggio (“da tantissimo tempo mi piaci!”, detto a Nina: MA COSA, CHE LA CONOSCI SOLO DA POCHI GIORNI, FINISCILA!). Insomma, questi amori e confessioni all’improvviso hanno un po’ stufato, idem la riappacificazione fin troppo rapida tra Nina e la madre.

Detto questo però, la puntata è stata assolutamente imperdibile, con mille capovolgimenti di fronte in un ottovolante di emozioni. Bellissimo aver affidato a Flam il ruolo di collante che in genere è di Tony: è lei a curare sia la sua storia che buona parte di quella di Leo e le sue battute sono di una dolcezza infinita.


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Gli avanzamenti di trama vengono tutti “dal cielo”, come ho detto nel titolo: la speranza di Flam, la gravidanza di Cris, la possibile operazione per Bobo, il chiarimento definitivo di Nina, l’amore di Tony (che è sempre con la testa tra le nuvole, tra l’altro!)

A proposito di Leo: il suo ritorno nella casa vuota, attorniato solo dal suo passato, è devastante e senza parole. Un piccolo capolavoro vero, reale e sincero. Quella trama deve continuare e farlo bene: sprecarla sarebbe un delitto.

Felice per il ritorno della grandissima Cecilia Dazzi, la madre di Leo e inserire Luca Ward nella trama con due delle sue armi migliori, l’espressività muta e lo sguardo tagliente e penetrante, è stata una scelta perfetta, da complimenti.

Per una famiglia che si ricerca, una che si ritrova, quella di Nina, una che si allontana, quella di Cris. Tutte devono fare i conti con un evento imprevisto, piombato tra capo e collo da un tempo o da uno spazio lontano. Le tre famiglie reagiranno in modo diverso, ma su tutte peserà molto il fatto di relazionarsi con dei malati, prima ancora che con dei figli.

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Scelte adulte, rischiose, che non pagano forse in termini di organicità delle storie, ma che creano feels a manetta e momenti da lucciconi imperdibili

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