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La spiegazione del finale di Boris 4

Dopo dodici anni dalla chiusura della terza stagione, dopo la realizzazione del troppo sottovalutato film e dopo anni di richieste e preghiere da parte dei fan, la quarta stagione di Boris è divenuta realtà. Così, gli otto episodi rilasciati dalla piattaforma streaming di Disney Plus ci hanno catapultato ancora una volta in quel microcosmo scombinato fatto di attoruncoli con manie di grandezza, fiction dalla dubbia qualità e tanta, forse troppa, italianità. Ma come ha percepito il pubblico questo grande e atteso ritorno? Da un lato c’è chi l’ha letteralmente amato, d’altra parte c’è però chi ne è rimasto parecchio deluso. Fatto sta che il finale di questa quarta stagione, durante la 4×08 di Boris, è stato in grado di commuovere e stupire in tanti, regalando un finale ricco di spunti e di diverse letture: elementi che però non sono stati colti da tutti gli spettatori. In questo articolo, dunque, oltre che fornirvi un recap della conclusione delle principali trame di questa quarta stagione, vogliamo provare a darvi anche la nostra spiegazione/interpretazione del finale di Boris 4.

Ovviamente, neanche a dirlo, nel presente articolo troverete tantissimi spoiler su tutta la serie di Disney Plus.

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Boris 4 su Disney Plus

Dopo le prime rocambolesche avventure sul set di Vita di Gesù, nuova serie prodotta dalla SNIP (So Not Italian Production) di Stanis e dalla QQQ (Qualità Qualità Qualità) di Lopez e di suo “cugino” Michele, René, su suggerimento dell’amico regista Glauco, decide di rischiare il tutto per tutto per uno scopo più alto. Sfruttando parte del girato di Vita di Gesù, René finisce di registrare le ultime scene che gli mancano per creare un film su Giuda che ha per protagonista l’attore Tatti Barletta. Così nella 4×08, dopo essersi fatto cacciare dal set e aver convinto Stanis a fargli togliere la sua firma dalla regia della serie girata per la Piattaforma, René decide di rifugiarsi a casa della figlia. Lì si nasconde per avere tutto il tempo di dedicarsi al montaggio e alla rifinitura della propria opera, un film di cui si possa finalmente sentire davvero orgoglioso, un lavoro in cui, almeno per una volta, la qualità possa essere più importante dei capricci di attori egocentrici, di produzioni limitanti e di richieste imposte dall’alto.

Una volta tanto, è l’Arte a prevalere. Così l’uomo, pur essendo in parte consapevole che le sue azioni porteranno a inevitabili conseguenze pubblica, senza alcun permesso, la sua personale “Ferretti’s cut“, per citare uno tra gli ultimi trend in ambito registico. Inutile dire che la reazione da parte della temibile Piattaforma è immediata: Allison, che ora si occupa di infrazione di copyright, rintraccia subito René che, sul finale della 4×08, viene convocato di tutta fretta a Londra, dove dovrà comparire di fronte a uno stuolo di avvocati e rispondere delle sue azioni.

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Boris 4, solo su Disney+(640×360)

Tranquillo, René. Di’ quello che pensi, con le tue parole da contadino. Di’ che noi siamo il contrario di Re Mida.”

A parlare è una voce che ci ha letteralmente fatto venire i brividi, quella di Valerio Aprea, che nella serie interpreta uno dei tre sceneggiatori. Un omaggio da parte di quelli che sono i reali sceneggiatori di Boris 4, Giacomo Ciarrapico Luca Vendruscolo nei confronti di Mattia Torre, loro collega e grande amico, tragicamente scomparso da qualche anno, con il quale i due avevano sceneggiato le prime tre stagioni della Fuori Serie italiana. Il personaggio di Aprea che fino ad allora era stato in grado di essere visto e sentito solo dai colleghi, gli unici con cui aveva fino ad allora interagito, si fa presente stavolta anche con il personaggio di Pannofino. Lo sceneggiatore si rivolge ancora al regista:Segui la musica, René, segui la musica“.

Una volta a Londra il legal team informa il regista della gravità delle sue azioni: l’uomo rischia una multa salatissima, nonché di finire addirittura in prigione. Ferretti è disperato, ma è allora che tutto cambia e la 4×08 inizia ad assumere un tono a tratti surreale.

Segui la Musica, René. Segui la danza“. Ripete Aprea. È così che René, in una scena che ha del poetico quanto dell’assurdo (e che abbiamo analizzato ancora più nel dettaglio in questo approfondimento), inizia a ballare sulle note di What a Feeling, intramontabile colonna sonora di Flashdance, convincendo gli avvocati della piattaforma a graziarlo: è grazie a questo momento che l’immagine allegorica dell’algoritmo implode su sé stessa. Una scena strana, a tratti onirica che, nella serie non ha una spiegazione esplicitata, ma che può essere interpretata dalla sensibilità dello spettatore. Una danza che richiama quella Locura che invita a seguire la danza, il flow, il sogno, il proprio destino. Un ballo surreale, tanto goffo quanto aggraziato. Bello proprio per il suo essere apparentemente decontestualizzata e tinto di quell’insana pazzia che non necessita vere spiegazioni, ma che simboleggia la presa di posizione di un uomo che per una volta nella vita è deciso a non farsi limitare da niente e nessuno.

Il risultato che segue il suo atto di coraggio, il suo sogno, convince allora anche coloro che dovrebbero incarnare il sadico e crudele “sistema”, che però stavolta si piega di fronte alla creatività dell’artista. Lo stessa cosa che, in ottica meta-seriale, ha fatto anche Disney Plus concedendo agli sceneggiatori di Boris 4 di raccontare quella che ritenevano la storia più vera e giusta, che rispettasse lo spirito di Boris e omaggiasse il mai dimenticato Mattia Torre.

La danza di René nella 4×08 di Boris 4 (640×360)

Ecco, quindi, che nell’ultima scena dello show l’intero cast della serie si riunisce in un evento galante per la prima di Io, Giuda, di René Ferretti, opera in cui il tradimento da parte dell’apostolo viene interpretato non come un vile gesto, ma come l’estremo atto di amore nei confronti dell’Umanità. La pallina che era stata lanciata dagli sceneggiatori e che si era incastrata sul ferro del canestro cade nel cesto: capolavoro. Io, Giuda va a rappresentare quindi il percorso stesso del protagonista morale della serie, René Ferretti, che finisce per tradire tutto e tutti in nome di un amore più grande, quello per il Cinema con la C maiuscola, scevro dai tanti problemi che, nel corso delle quattro stagioni di Boris, avevano tanto volte limitato il suo estro e le sue ambizioni, prima con il tanto famigerato Machiavelli, poi con il flop di Medical Dimension.

René sa benissimo che il Paese e la realtà in cui vive non gli permetteranno di svincolarsi dai costrutti che sono stati scelti per lui, così decide di “fare tutto da solo” di togliersi dal paradigma che lo porta a trasformare in me**a tutto quello che tocca. Lontano da algoritmi spersonalizzanti che seguono i trend di internet così come dalle imposizioni di una rete che basa i propri prodotti sugli andamenti politici e il fervore popolare.

Sono però gli ultimi minuti della 4×08 a rappresentare uno tra i punti più alti di tutta Boris. Il posto tenuto rigorosamente vuoto tra i due sceneggiatori si riempie della presenza del personaggio di Aprea, mentre la voce del Giuda di Tatti Barletta inizia a raccontare: “Quand’ero piccolo volevo cambiare il mondo, e purtroppo l’ho cambiato”. Dopo un’ultima inquadratura sullo sceneggiatore in camicia bianca, la scena si interrompe bruscamente, rivelando una fotografia del grande trio composto da Torre, Vendruscolo e Ciarrapico.

A noi, il mondo, l’hai cambiato. Manchi, collega, sempre di più”.

Liberi Tutti 2
Mattia Torre (640×360)

Inutile dire che la commozione si è fatta sentire. Tanto. E Forte.

Una mancanza che non lascerà mai, non solo gli sceneggiatori, ma chiunque sia rimasto colpito dai suoi lavori, dalla sua scrittura, dalla sua creatività. La stessa talentuosa immaginazione che i suoi colleghi sperano tanto possa approvare (e apprezzare dall’alto) il lavoro da loro svolto su Boris 4, pur rimanendo umilmente consapevoli che l’Inferno è “pieno di quarte stagioni.”.