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Oh, fish!

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Oh, pesci! Questa è l’esclamazione simbolo di Princess Carolyn, che nelle cinque stagioni di BoJack Horseman ha sempre rappresentato il suo disappunto e la constatazione che tutti i suoi piani e buoni propositi stavano andando a rotoli. Nessun personaggio in questa serie è semplice, stereotipato. Ognuno di loro scava a fondo e si mostra sempre poliedrico e in lotta contro quei difetti dai quali cerca disperatamente di fuggire. Continuando però a crogiolarsi nella consapevolezza di quelle parti di sé spaventose e inadeguate. La manager e, in un primo momento, fidanzata del protagonista BoJack, non è diversa. Nella sua schematicità, si nasconde un guazzabuglio di emozioni. Nella semplicità, un mondo di contraddizioni.

Princess Carolyn è sempre circondata di gente, il suo lavoro implica necessariamente il contatto e la comunicazioni con gli altri. Eppure è profondamente sola. Avverte forte l’istinto materno, il desiderio di prendersi cura degli altri e renderli felici, soddisfatti, ma quella che non riesce a soddisfare è proprio se stessa. Premurosa e sicura, pronta a trovare soluzioni di ogni genere pur di risolvere i problemi continui che i suoi clienti le sottopongono. Eppure, quando si tratta di risolvere i suoi di problemi, non riesce a raccapezzarsi.

Ignorando talvolta le sue preoccupazioni, tenta in tutti i modi di farsi forza da sola e, per distrarsi, finisce per concentrare tutte le sue cure sugli altri.

bojack horseman

Così desiderosa di affetto, ma al contempo così presa dalla carriera e dal raggiungimento dei suoi obiettivi lavorativi, che anche il desiderio di costruire una famiglia passa in secondo piano. Princess Carolyn si mostra sempre così impegnata nell’organizzare la vita degli altri, che poi alla fine non le rimane tempo per sistemare la propria. In questo eterno conflitto interiore, finisce sempre per prevalere il lavoro. Ma, in un certo senso, solo aiutando gli altri Princess Carolyn riesce a sentirsi davvero completa. Forse più completa che in una relazione amorosa. Come se il suo fosse un egoistico altruismo.

Capiamo il perché si comporti in questo modo: in alcuni flashback che ci vengono mostrati, vediamo la gatta adolescente che trascorre le giornate prendendosi cura di sua madre per poi liberarsi da questo impegno ma ritrovandosi nuovamente nella necessità di aiutare il prossimo. In questo BoJack le dà un gran bel da fare! Per quanto lei tenti di organizzare e rimettere insieme i pezzi del cavallo quando crolla, l’imprevedibilità del protagonista manda tutto a rotoli. OH, PESCI!

In questa sola esclamazione sono contenute stanchezza ed esasperazione.

Oh, fish! diventa il suo sfogo. Non è solo un intercalare o una sua frase iconica. È quel momento in cui si lascia andare a un breve istante di abbattimento… per poi tornare al lavoro.

bojack horseman

C’è poco da fare: Princess Carolyn è ossessionata dal bisogno di gestire le vite altrui non riuscendo a gestire la propria. Questo suo bisogno di essere sempre impegnata, nascondendo la propria profonda insoddisfazione, trova rifugio e consolazione in fantasie che per un momento la allontanano dalla realtà. Così come accade nell’indimenticabile episodio, ambientato nel futuro, in cui vediamo una sua discendente raccontare di lei e delle sue avventure alla classe. Princess Carolyn è gongolante di questo grande successo e della lunga discendenza che le rende onore e merito. Ma, alla fine dell’episodio, nulla è reale. E in quel momento siamo noi a pensare con rammarico e commiserazione: Oh, fish.

BoJack Horseman sta ora giungendo alla fine del suo travagliato percorso (qui il motivo della chiusura di questa serie) e con lui tutti gli altri protagonisti vengono indirizzati verso il traguardo. Nel finale della quinta stagione, anche per Princess Carolyn inizia una nuova – forse ultima – fase della sua vita: finalmente l’adozione di un bambino.

Si apre per lei un nuovo capitolo, che forse la porterà ad avvertire un senso di completezza che prescinde dal lavoro. Quello che è certo è che ci mancherà il suo continuo prodigarsi per gli altri, volendo in cambio solo la soddisfazione di sapere di essere utile a qualcuno. Di essere indispensabile per la vita di qualcuno. E ci mancherà il suo inconfondibile ed esasperato Oh, pesci! mentre si porta il palmo della mano alla fronte.

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