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Churro Gratis è una cinica e indelicata rappresentazione della realtà

Churro Gratis è una delle puntate più amate delle 6 stagioni di BoJack Horseman. La fondamentale, il punto di tutto. Sono 26 minuti e sono quelli decisivi sia per lui che per noi, che siamo solo dietro lo schermo. Questa puntata dà inizio a un viaggio che porterà verso l’ultima puntata dell’ultima stagione. Churro Gratis è essenziale ai fini della trama di BoJack Horseman perché è proprio lì che entriamo a contatto con determinate cose che ci sono sempre sembrate astratte e adesso – inevitabilmente – assumono una forma concreta anche dentro di noi.

Non è difficile capire perché questa puntata abbia assunto una forma così imponente per i telespettatori che – addentrandosi – hanno toccato con mano una verità che a volte tendiamo a ignorare, un po’ per paura e ipocrisia: tutti abbiamo dentro qualcosa di BoJack Horseman.

Quanto fa male a volte la verità. Quanto è difficile “prendere la vita come viene” ? BoJack lo sa, e non lo fa mai. Ogni pezzetto della propria realtà – il nostro cavallo preferito – lo viviseziona e ci fa esattamente quello che vuole: distruggerlo è il metodo preferito. Nonostante tutti gli avvertimenti, nonostante avessimo alle spalle quattro stagioni e mezzo, la prima visione di Churro Gratis ci ha sconvolti facendoci fare i conti con la versione più vulnerabile del protagonista. Ed è così che lo vediamo per tutta la puntata: troppo indaffarato a reggere la realtà a tal punto da dividerla in tanti diversi pezzettini creando – alla fine – un puzzle di rimpianti. Ma stavolta non sono solo i suoi, stavolta lui parla e lo fa anche a nome della madre e del padre. Prende i rimpianti che lui avrebbe voluto avessero e ci racconta il cinismo della sua realtà disfunzionale con la speranza – mai rivelata – di avere ragione, di star dicendo la verità.

Il punto fondamentale è questo, ma stavolta tocca anche noi. Ciò di cui parla BoJack non è lontano da nessun telespettatore, non è lontano neanche da chi non ha mai visto alcuna puntata e per puro caso si ritrova a guardare questa. Perfino un telespettatore del genere capirebbe – dopo 4 stagioni e mezzo perse – di cosa stia parlando BoJack ed è chiaro: parla di tutto. Un viaggio infinito che porta inevitabilmente a chiedersi se ciò che facciamo, ciò che diciamo, sia giusto. Non c’è un pezzo di questo monologo che non comprendiamo o che ci faccia sentire esclusi, è tutto così chiaro che ci fa tremare. Ed è proprio con questo spirito che ci chiediamo se e come siamo visti. Siamo solo nella sfera visiva di una persona, quella persona ci vede perché ci ha davanti gli occhi, o siamo visti realmente da qualcuno tanto da entrare nel suo campo visivo come qualcosa che lo accende e ha un potere su di esso? BoJack sperava – senza dubbio – di far parte della terza opzione: voleva essere visto, avere un potere su sua madre, brillare per lei. Ma non voleva essere scoperto, non accettava che sua madre – o chiunque altro – vedesse la sua vulnerabilità scoprendo la sua voglia di farsi vedere. Proprio in questa maniera, lui ha affrontato la vita sbirciando.

Ed è qui che scopriamo un altro punto fondamentale di questa puntata: per scoprire se siamo realmente guardati, noi non guardiamo.

Ci concentriamo su cosa facciano gli altri nei nostri confronti senza concentrarci sulle nostre azioni. Siamo visti? Non siamo visti? Come ci vedono? Ma noi non ce lo chiediamo mai come vediamo gli altri, se li vediamo sul serio. Ed è così che BoJack si interroga su questo, senza mai dire: “Io guardavo mia madre, e la guardavo così.”

BoJack Horseman

” In Tv i personaggi incasinati e imperfetti alla fine ti sorprendono con grandi gesti. E una parte di me crede ancora che sia questo l’amore. Ma nella vita il grande gesto non basta. Devi essere costante, devi essere affidabile sempre.”

È partendo da questa frase che qualche mese fa feci un articolo sulla teatralità dell’amore nelle Serie Tv, parlando di quanto ci avessero inculcato dentro il concetto del “grande gesto” e della poca e bella semplicità che hanno donato (clicca qui per leggerlo) e ricordo ancora i commenti sotto: erano veri, avevano ragione. Tutti hanno risposto che nelle Serie Tv, nei film stessi, l’opzione della teatralità è bella, è giusto che ci sia: almeno lì possiamo vedere qualcosa che nella vita reale tende a capitare raramente. Ma il punto, però, è che al tempo stesso poche cose ci portano a patti con la realtà come ha fatto Churro Gratis. Eravamo lì, dietro lo schermo, e ci sentivamo nudi per quanto fosse reale quello che stavamo sentendo, e abbiamo pensato – durante queste parole – tutti a una sola persona, quella da cui vorremmo la costanza, un definito calibro di gesti quotidiani. Perché per quanto sogniamo dietro ai grandi gesti e ai grandi finali dei film, quello che realmente ci porta a patti con noi stessi e con la realtà sono i prodotti come BoJack Horseman. Semplice potrete dire voi: li comprendiamo perché sono più cinici e reali, nascono per essere questo e non per fantasticare. Ma comprendere – spesso – significa amare, significa essere vicini a qualcosa.

BoJack ci sta raccontando la sua disfunzionale vita e lo sta facendo senza nascondersi, con speranze velate e la paura – seppur inconscia – di crollare da un momento all’altro. Perché alla fine crolliamo tutti, anche chi pensa di non farlo mai.

Churro Gratis ha un inizio e una fine, e questa è solo nell’ultima puntata della sesta stagione. Ha un viaggio dentro, un mondo di parole e fatti. Le parole più importanti nella sesta puntata della quinta stagione le ritroviamo nell’ultima puntata: indice che il viaggio sia finito e che la verità abbia fatto il suo corso nel lungo tragitto. Adesso è finalmente libertà ma BoJack non si sente ancora in grado di comprenderlo. Ed è qui che subentra Diane.

“La vita passa: succedono delle cose, e poi muori.” 6×05, BoJack.

“La vita fa schifo e poi si muore.” Dice BoJack a Diane nel finale della serie, che risponde: “Qualche volta. Qualche volta la vita fa schifo ma continui a vivere. È una bella serata, vero?” 12×06, Diane.

L’essenza di BoJack Horseman è tutta dentro queste parole. Il viaggio infinito verso la scoperta di un’essenza che non ha mai realmente trovato ci ha devastati, lasciandoci sospesi tra quello che non abbiamo mai realmente compreso e tutto quello che sappiamo che – per primo – ci ha sempre spaventati. Ecco cosa è Churro Gratis: un salto nel buio, una corsa verso chi siamo che non vede mai la bandiera che segna l’arrivo.

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