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Dovete assolutamente guardare Boardwalk Empire, la serie capolavoro di HBO fin troppo snobbata in Italia

Ve la siete persa, vero? Magari è una di quelle serie che avete segnato su quella lista che, invece di accorciarsi, settimana dopo settimana diventa sempre più lunga.
Vi siete ripromessi di guardarla il prima possibile, anche perché avete quell’amico che, quando ha scoperto la vostra mancanza, vi ha presi in giro. Magari dicendovi: “non hai mai visto Boardwalk Empire? Non sai cosa ti sei perso“, sottolineando con un tono di voce carico di sufficienza la vostra lacuna e scatenando in voi un fastidioso quanto inutile senso di colpa?
Beh, ci piacerebbe dirvi che il vostro amico ha torto. Che non è una faccenda così grave. Ma mentiremmo e non sarebbe carino nei vostri confronti. Saremo, invece, onesti e cercheremo di spiegarvi perché, ora e non domani, dovreste iniziare a guardare Boardwalk Empire, una delle migliori serie uscite negli ultimi quindici anni, reperibile attualmente su Now.

“Atlantic City, 1920. When alcohol was outlawed, outlaws became kings“.
In poche, semplici e significative parole c’è tutto quello che occorre sapere sulla serie andata in onda tra il 2010 e il 2014 (in Italia, dal 2011 al 2015) su HBO, uno tra i più conosciuti e importanti canali via cavo americani.
La tagline della serie, com’è giusto che sia, fa il suo dovere e ci proietta, subito, in un’altra epoca, ormai lontana: il 1920. Mentre l’Europa è ancora intenta a leccarsi le ferite conseguenti la tragica fine della Prima Guerra Mondiale, negli Stati Uniti sta per entrare in vigore il XVIII Emendamento e il Volstead Act, atto legislativo che porta il nome del suo ideatore, Andrew Volstead. Emendamento e legge in sostanza sanciscono quanto segue: negli Stati Uniti è vietato produrre, vendere, trasportare, importare ed esportare bevande alcoliche. Con questa importante decisione gli Stati Uniti dichiarano guerra alla dipendenza da alcol dando vita a quel periodo storico che prende il nome di Proibizionismo: “quando l’alcol divenne fuorilegge, i fuorilegge divennero re“.

Atlantic City 640×360

Dunque, se vi piace il Proibizionismo come periodo storico e le storie di gangster, questo è un ottimo motivo per guardare la serie. Anche perché a capo del progetto c’è un autore che di malavitosi se ne intende: Terence Winter. Il produttore e sceneggiatore americano, infatti, ha nel suo curriculum la sceneggiatura di The Wolf of Wall Street ma soprattutto I Soprano, il cui finale ha destato non poco stupore ed è definita dal New York Times come “la più grande opera della cultura pop americana dell’ultimo quarto di secolo“.
E con Boardwalk Empire è riuscito a superare se stesso scrivendo una storia grandiosa, persino epica, che racconta l’epopea di uomini e donne perennemente in lotta per la sopravvivenza e, al tempo stesso, il dominio e controllo del potere derivante dai traffici illeciti. La serie, però, non è tutta farina del suo sacco. In realtà, Terence Winter si è ispirato a “Boardwalk Empire: The Birth, High Times, and Corruption of Atlantic City“, saggio scritto da Nelson Johnson, ex giudice della corte suprema del New Jersey, nel quale viene raccontata in maniera piuttosto accurata la storia di Enoch L. Johnson, politico e malavitoso di Atlantic City.
Terence Winter ha trovato affascinante il personaggio, capace di avere una facciata pubblica di prim’ordine (era capo della sezione politica della città nonché tesoriere della contea e, persino, sceriffo) e un lato oscuro tale da renderlo tra i boss più importanti e feroci durante il Proibizionismo. Concedendosi piena libertà di inventare ha voluto usarlo come spunto per raccontare la vita di Enoch ‘Nucky’ Thompson, il protagonista, magistralmente interpretato da Steve Buscemi.

Proprio l’attore americano, che aveva già lavorato con Terence Winter interpretando Tony Blundetto ne I Soprano, è uno dei motivi per cui vale davvero la pena di guardare Boardwalk Empire.

Del resto lo showrunner ha costruito il personaggio proprio sulle caratteristiche fisiche e attoriale di Buscemi: “Johnson, il vero boss, era grande e grosso e sarebbe stato perfetto interpretato da James Gandolfini che, però, aveva già fatto Tony Soprano. Avendo conosciuto Buscemi sul set de I Soprano ho pensato e ho costruito un personaggio che poteva essere esclusivamente interpretato da lui e da nessun altro“.
Il risultato è una critica entusiasta e i fan dell’attore in visibilio, perché l’interpretazione di Buscemi è perfetta tanto da fargli ottenere due nomination agli Emmy e vincere due Screen Actors Guild Awards e un Golden Globe come miglior attore protagonista.

A favorire certamente l’interpretazione di Buscemi, ma non solo la sua, c’è lo zampino di un grande regista che ha diretto il pilot: Martin Scorsese, altro esperto di gangster. Il regista, premio Oscar per The Departed, ha accettato subito e di buongrado la proposta di girare il primo episodio per lasciare una impronta tutta sua nello show. Dopo, insieme a Mark Wahlberg, ha preferito ritagliarsi il ruolo di executive producer di tutti e 54 gli episodi, spalmati su cinque stagioni. Ma il suo tocco è rimasto, non fosse perché tantissimi attori si sono presentati alla porta di Winter per poter lavorare con l’incredibile regista.


Il pilot di Boardwalk Empire, andato in onda il 19 settembre del 2010, è un vero e proprio capolavoro cinematografico riportato per la televisione.

A questo proposito Scorsese dice: “io e altri registi della mia età sapevamo che prima o poi la grandezza del cinema, con i suoi mezzi e i suoi costi, sarebbe approdata in televisione. È stata solo una questione di tempo. La HBO, in questo, è stata all’avanguardia e ha spalancato le porte a un nuovo modo di fare televisione. Ho avuto carta bianca e ho ottenuto quello che volevo. Non posso essere più soddisfatto di così“.
Effettivamente per il pilot il budget previsto aveva un tetto massimo di 50 milioni di dollari ma ne vennero spesi soltanto, si fa per dire, 18: un record assoluto per una singola puntata televisiva. Ma al di là dei costi lo spettacolo creato da Scorsese, e poi imitato dagli altri registi che si sono susseguiti per dare un senso di continuità, è qualcosa di unico e inaspettato. La ricostruzione di Atlantic City, i dettagli maniacali nei vestiti, la cura nella creazione della colonna sonora, tutto concorre nel fare del primo episodio un vero gioiello inimitabile e inarrivabile.

Boardwalk Empire
Terence Winter, Martin Scorsese, Steve Buscemi 640×360

Al di là dei costi, capaci come sempre di fare la differenza, la serie ha dalla sua anche la brillante idea di mischiare realtà e finzione. Accanto ai personaggi romanzati, infatti, ce ne sono altri realmente esistiti che si incastrano meravigliosamente all’interno della storia. In questo modo la saga di Boardwalk Empire assume una connotazione di verosimiglianza davvero impressionante. I personaggi reali sono stati studiati, scritti e poi caratterizzati in scena con una quasi maniacale precisione che si ripercuote su quelle romanzati, costretti a muoversi entro certi limiti, comunque piuttosto ampi, per non apparire, come può accadere, ridicoli. Così, le storie che si dipanano tra Atlantic City, New York e Chicago sono raccontate attraverso personaggi scritti meravigliosamente, ciascuno con un background che li caratterizza, ciascuno con una particolare peculiarità morale nei confronti del business del contrabbando.
Non è un caso, infatti, che la serie abbia ottenuto 184 candidature vincendo 64 premi. E, al di là dei canonici quanto meritatissimi premi come miglior serie, di questi, diciassette sono Creative Arts Emmy Awards, tra i quali: migliori costumi, migliore fotografia, migliore montaggio sonoro, migliori effetti visivi, miglior acconciatura. Diciassette riconoscimenti che premiano la cura con la quale questa serie è stata fatta. Diciassette premi che mettono in mostra la qualità che c’è dietro. Riconoscimenti che decretano come Boardwalk Empire sia uno dei migliori spettacoli televisivi mai andante in onda.

Ricapitolando, in ordine sparso abbiamo: un’epoca, gli anni Venti, meravigliosa; una situazione storica e politica, il Proibizionismo, invitante; un protagonista, Steve Buscemi, superlativo; una sceneggiatura, di Terence Winter, strepitosa; una regia, di Martin Scorsese, eccelsa; un canale distributore, HBO, che non ne sbaglia una. A tutto ciò aggiungiamo la critica in estasi e i fan in visibilio. E per concludere una pioggia i premi, prestigiosi.
Insomma, cosa stata aspettando? Volete che il vostro amico continui a prendervi in giro? Come mai non siete ancora lì a guardare Boardwalk Empire, magari gustandovi un bicchierino di quello giusto?
È arrivato il tempo di porre rimedio alla vostra mancanza. Fidatevi, non ve ne pentirete!