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Lettera del Capitano Flint a John Silver

Silver,

ti chiederai perché ti sto scrivendo. Forse, secondo il tuo giudizio, ora io avrei dovuto raggiungere la serenità. Dovrei essere nel mio campo di lavoro e non pensare più a te o al mio passato, finalmente. Come un deus ex machina ti sei impegnato per far sì che io e Thomas fossimo riuniti, sperando di mettermi fuori dai giochi o, mi auguro, per darmi la pace. Ma questi sono pensieri troppo ottimisti. Forse sei davvero un manipolatore senza alcun tipo di sentimento, come ti dipingevano (e ti dipingevi a tua volta). Si potrebbe dire che il cambiamento in te sia avvenuto grazie a Madi, alla quale hai aperto il tuo cuore; ma in realtà hai pugnalato alle spalle anche lei, facendo vincere, come sempre, il tuo egoismo. A volte ci sono cose più grandi e importanti di noi e Madi lo sapeva bene.

Potrei sembrarti ingrato: dopotutto hai scoperto che Thomas era ancora in vita e, a modo tuo, hai fatto in modo che potessi rivederlo. Mi hai risparmiato la vita e mi hai restituito la serenità che mi era mancata negli ultimi dieci anni. Allora perché sono ancora così arrabbiato? Perché non riesco mai a essere soddisfatto di quello che ho? Forse sono cambiato così tanto, che ciò che avevo prima non è più adatto a me?

Certo è che sono un uomo molto diverso dal tenente James McGraw che Thomas è stato costretto a lasciare tanti anni addietro. Tante vite sono state stroncate dalla mia pistola, dai miei cannoni e dalla mia spada. Anche le mie mani si sono sporcate di sangue, spesso di quello di amici. Sono stati lunghi i dieci anni che mi hanno portato a essere il temibile Capitano Flint, demonio dell’Atlantico, senza scrupoli e senza un’anima.

Perché allora sento che solo gli ultimi, quelli in cui sei comparso nella mia vita, abbiano un significato?

Ricordo il tuo sguardo smarrito la prima volta che ti vidi sulla Walrus. Ne ha fatta di strada il ladro che si spacciava per cuoco pur di scampare a morte certa. Sei diventato Long John Silver: sei stato scelto, tuo malgrado, come volto della rivolta di Nassau, come volto della guerra allo status quo. Pensavo che non saresti stato capace di assolvere questo ruolo, soprattutto pensando alle tue motivazioni egoistiche e, in parte, superficiali.

Non eri motivato da un dolore incontenibile e dalla vendetta come me; non ti spingeva la sete di giustizia per il popolo umiliato e ridotto in schiavitù di Madi. Tutto era nato dalla voglia di arricchirsi e poi è come se ti fossi trovato invischiato in un cosa più grande di te. Ormai eri in ballo e hai continuato a ballare. Forse per orgoglio o forse perché alla fine, in un certo qual modo, la causa aveva coinvolto anche te.

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Come un infido serpente sei riuscito a insinuarti sotto la mia pelle e nel mio cervello, anche se ti avevo detto che non eri il benvenuto. Mi hai manipolato come hai fatto con i membri dell’equipaggio. Sei riuscito a diventare l’unica persona di cui mi fidassi, dopo la morte di Miranda. Pian piano, a partire da quando mi hai salvato dopo la nostra avventura sull’Urca de Lima al tuo sacrificio per l’intera ciurma – quando pur di non tradire gli altri hai perso una gamba – sei riuscito a guadagnare la mia stima.

Silver, tu sei stato per me un vero pari. Una persona in grado di fornirmi supporto morale e materiale.

Probabilmente sto perdendo colpi, ma nonostante mi stia contraddicendo più volte durante questa folle missiva (tutto ciò che ti riguarda è confusione e incertezza), io voglio credere nella tua buona fede. Sarà che sono arrabbiato, deluso, per l’ennesima volta abbandonato… o forse è il mio orgoglio che non può accettare di essere stato gabbato così facilmente da un ladruncolo qualunque, senza nemmeno un passato.

In poco tempo ti sei trasformato, portando al massimo sviluppo le tue capacità di leadership. Da quando hai intrapreso il tuo viaggio da quartiermastro, poi, sei diventato ancora più indispensabile per me. Il tuo compito era tenermi sotto controllo e fare l’interesse della ciurma. Spesso, però, supportavi le mie decisioni e mi facevi da spalla. Il fatto che fossimo una coppia vincente era stato chiaro fin dall’inizio. Ogni tanto anche Dufresne ci vedeva giusto; come quando avvertì Billy della nostra capacità di convincere la ciurma a fare ciò che volessimo: “Roba da non credere. Quando senti parlare lui e il capitano, capisci che non ci sono più limiti alla capacità di manipolare i sentimenti della ciurma“.    

Nonostante tutti i tradimenti, i voltafaccia e le perdite, del nostro rapporto non posso che conservare un ricordo positivo. Non credevo sarei stato capace di legarmi a qualcun altro, dopo Thomas e Miranda. Tu, invece, con il tuo umorismo, la tua capacità di adattarti e la tua lealtà (lo so, sembro pazzo a parlare allo stesso tempo di tradimenti e lealtà… ma chi ti conosce come me sa che in te le due cose possono convivere) hai fatto sì che mi aprissi. Si può dire che tu sappia tutto di me: conosci il mio passato in Marina, la mia storia d’amore e tormento, le mie insicurezze, i miei punti fermi.

Io non so niente di te se non quello che hai voluto mostrarmi. Ma non credo di essere lontano dalla verità se affermo che anche tu sei cambiato, grazie a me.

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Anche io, a mio modo, ti sono entrato nella testa e ti ho reso quello che sei. Non solo ispirando il sanguinario Long John Silver, ormai inebriato dall’oscurità e che non sa se vuole uscirne. Spero di averti insegnato anche cosa vuol dire lottare per una causa. Ma in fondo, forse la cosa migliore sarebbe che tu rimanessi il solito Silver, irriverente, egoista ma fondamentalmente buono.

Non so se vivrai una lunga vita con Madi, se avrai figli e se riuscirai ad abbandonare il mare come speravi. Io so che ci sto provando, ma è difficile. Certe esperienze segnano ed è impossibile tornare indietro. Si può togliere l’uomo dal mare ma non il mare dall’uomo. Non so cosa ti riserverà il futuro ma so che lo affronterai con il solito spirito combattivo che ho imparato ad amare. Da parte mia, cercherò di adeguarmi alla mia nuova vita, a questa nuova condizione, traendo giovamento solo dalla vicinanza del mio Thomas. Forse un giorno fuggiremo da qui per solcare nuovamente le onde. E forse io e te ci rincontreremo.

Nel frattempo ti saluto Long John Silver,

James il Capitano Flint.

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