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Ora Black Mirror non può più sbagliare

Quando andò in onda la prima stagione di Black Mirror, in quell’ormai lontano 2011, il pubblico di Channel 4 si trovò di fronte qualcosa di completamente inaspettato. Certo, la serie tv creata da Charlie Brooker aveva alle spalle un precedente di tutto rispetto quale The Twilight Zone. Il “mentore” che già negli anni Sessanta aveva esplorato i limiti, le paure e i vizi dell’animo umano in chiave fantascientifica. Ma Twilight Zone, anche nei revival a venire, si è sempre distinto per un’impronta propriamente sci-fi e mai interessata alla tecnologia o al ruolo dei social. Non solo. Se Black Mirror opta, spesso e volentieri, per una narrazione verbosa e a incastro, quella sui cui si poggia The Twilight Zone è una struttura sintetica e ridotta all’osso.

Ed è stato, per l’appunto, quell’analisi cinica della tecnologia e delle sue ripercussioni nella società ad aver rappresentato la chiave di volta per il successo dello show di Brooker. Come un filo invisibile, la tecnologia è il comune denominatore che ha unito, seppur in modi diversi, tutti gli episodi di Black Mirror: la trasformazione della vita privata in spettacolo pubblico; l’amore 2.0; la coscienza in formato pocket. Quelle citate sono solo alcune delle tematiche più evidenti che, nel corso degli anni, Black Mirror ha continuato a eviscerare da differenti angolazioni. Pensiamo, per esempio a puntate come “15 milioni di celebrità”, “Caduta libera” o “Orso bianco” in cui il potere dei social network ha ripercussioni terrificanti sulla vita dei singoli. Oppure la visione distorta dell’amore che si realizza in episodi quali “Ricordi pericolosi”, “Torna da me” e il capolavoro “Bianco Natale”.

Black Mirror
The Entire History of You (640×344)

Qualcosa, però, comincia a incepparsi nel meccanismo praticamente perfetto di Black Mirror quando i diritti per la serie tv vengono acquisiti da Netflix. Che sia, quindi, a causa di un’imposizione all’alto o perché, come purtroppo accade, il successo svilisce l’arte, anche Black Mirror ha iniziato a imboccare la strada del mainstream. Questo non significa che lo show abbia perso in toto il proprio mordente o che ci sia stato un crollo in termini qualitativi ma, semplicemente, che il passaggio da un canale di nicchia a un colosso streaming si è percepito eccome.

E se la terza stagione rimane, quasi all’unanimità, una raccolta potente, angosciante ed egregiamente eseguita, lo stesso non si può dire per la quarta e la quinta stagione. Escludendo, infatti, episodi come “USS Callister” e “Black Museum”, il resto della quarta stagione è composto da storie mal gestite e topoi ripresi fino allo sfinimento. Persino l’esperimento di “Metalhead” ha convinto pochissime persone, finendo per diventare l’episodio più dimenticabile dell’intera serie tv.

Altro esperimento semi-fallito è stato quello di “Bandersnatch”, con il quale Black Mirror ha voluto, quasi certamente, osare troppo.

Rachel, Jack e Ashley Too (640×426)

La situazione non è migliorata, poi, con la quinta stagione, a lungo attesa ma molto deludente. I tre episodi, resi disponibili sulla piattaforma nel 2010, erano piatti, superficiali e facevano affidamento su una sceneggiatura sterile che non rende per niente giustizia a quanto visto fino ad allora. Il viaggio di Black Mirror ci ha sempre portati in territori inesplorati dell’inconsco, mettendoci di fronte alle nostre più recondite paure e al modo in cui la tecnologia, sempre più, ci controlla e direziona. In questo viaggio ci siamo ritrovati esploratori, insieme spaventati e ammaliati dalle storie angoscianti che Brooker ci ha man mano raccontato. La quinta stagione manca di tutto ciò, imboccando lo spettatore come fosse un bambino duro di comprendonio.

Siamo lontani anni luce dalla profondità e ambiguità espressiva del primo Black Mirror, il quale sembra, in tal modo, essersi venduto l’anima in favore del business. Di fronte a questo arrivederci dolceamaro, con il quale la serie tv ci ha salutato fino ad oggi, l’annuncio inatteso di una sesta stagione porta con sé legittimi timori e aspettative. In arrivo a giugno, ben quattro anni dopo l’ultima, la nuova stagione si è già presentata in pompa magna, con un cast stellare (Aaron Paul, Ben Barnes, Salma Hayek, Josh Hartnett, Kate Mara) e un trailer che promette moltissimo. Ma sarà davvero così?

Black Mirror
Beyond The Sea (640×360)

La sfida che si pone davanti ai nuovi episodi di Black Mirror è duplice. Da un lato, devono riuscire a superare il ricordo spiacevole dei predecessori, riportando la serie tv alla qualità con la quale l’abbiamo conosciuta. Dall’altro, i nuovi episodi si stagliano in un momento storico che già di per sé sembra una puntata di Black Mirror. Il famoso detto “la realtà supera la fantasia” è più che mai veritiero e il paradosso è che lo show sarà chiamato a invertire tale detto. Sono stati già resi disponibili i titoli dei nuovi quattro capitoli, le cui trame sembrano riprendere alcune delle tematiche più care a Charlie Brooker, ancora una volta sceneggiatore di ogni singola storia.

Non si tratta di un reset ma di un’espansione dell’universo. Le storie sono ancora tutte in stile Black Mirror, ma con delle oscillazioni pazzesche e una maggiore varietà rispetto al passato.

Con queste parole, Brooker si è espresso riguardo alla nuova stagione imminente promettendo, perciò, sia un ritorno alle origini ma anche un rinnovamento che possa rendere Black Mirror una serie tv fruibile, appetibile e coerente con l’attuale presente. Se nel 2011, lo show aveva anticipato un mondo che, ben presto, è diventato spaventosamente realistico, non possiamo non chiederci se ancora una volta, Black Mirror sarà l’oracolo del 2023.