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When the going gets tough, you don’t want a criminal lawyer, all right? You want a criminal lawyer

Jesse Pinkman.

Jimmy McGill. Saul Goodman. Gene. Sono diversi i nomi con cui lo conosciamo. E diverse sono anche le identità che assume in ognuna di queste “vite”. Breaking Bad ci ha fatto conoscere Saul. Better Call Saul ci ha fatto conoscere Jimmy e Gene. Oggi tuttavia proveremo a rispondere a una domanda apparentemente semplice, lineare, scontata, e approfitteremo del senno di poi fornitoci dallo spin-off di Breaking Bad. Infatti, senza esso saremmo limitati nel valutare la complessità che circonda il personaggio interpretato da Bob Odenkirk. Ecco dunque il quesito: Saul Goodman (e non, si badi, Jimmy McGill) è un assassino?

breaking bad

Qualche tempo fa avevamo approfondito la personalità di Jimmy McGill e, in riferimento alle prime due stagioni di Better Call Saul, lo avevamo accostato all’italiano truffaldino (qui potete trovare l’articolo). Ma con Saul Goodman il discorso è diverso. La citazione iniziale di Jesse Pinkman, nella seconda stagione di Breaking Bad, sembra racchiudere perfettamente in quelle poche parole l’essenza di Saul. Egli è un criminale. Che poi sia anche un avvocato è un altro paio di maniche: che sfrutti la sua posizione per commettere reati è un’ulteriore aggravante. Ma l’assassino è qualcosa in più, qualcosa che va oltre: la capacità e soprattutto l’accettare l’idea di poter togliere la vita a un altro essere umano richiede il sacrificio della parte buona di se stessi. Per dirla alla Harry Potter, uccidere fa a pezzi l’anima.

Ma chi è l’assassino? O meglio, cosa ti rende un assassino?

L’assassino è colui che commette un omicidio doloso, volontario. Ma, in questa sede non tecnico-giuridica, possiamo estendere il concetto anche a chi ordina o commissiona un omicidio. Del resto, è corretto ritenere i mandanti di un omicidio alla stregua di assassini in egual modo di chi preme il grilletto. Questo è un passaggio fondamentale in ottica Saul Goodman. L’avvocato è un personaggio che di certo non brilla per coraggio. Ma spregiudicatezza? Assolutamente sì.

Osservando Jimmy avremmo potuto dire tranquillamente che si tratta di un uomo fondamentalmente buono. Ma siamo altrettanto convinti che mai potremmo dire lo stesso di Saul. L’evoluzione/degenerazione che Jimmy vive nella quarta stagione di Better Call Saul (e che si completerà probabilmente nella quinta) lo avvicina molto all’uomo spregiudicato e spietato che conosciamo in Breaking Bad, ma è ancora lontano proprio per un aspetto. Sarebbe pacifico affermare che anche il Jimmy del finale della quarta stagione sia pronto a tutto per ottenere ciò che vuole, ma pronto alla morte di una persona? Gli manca ancora il passo necessario per diventare Saul: ecco perché ritengo che la quinta stagione abbia ancora qualcosa da dire sul passato dell’avvocato.

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Saul Goodman non ha problemi a risolvere gli ostacoli al suo percorso di arricchimento o di libertà attraverso l’omicidio. In Breaking Bad manifesta più volte la sua estrema malleabilità verso l’argomento, in particolare quando parla di Belize: la sua colorita metafora per intendere che forse è il momento che qualcuno venga eliminato. Lo suggerisce con Hank, mandando Walt (e non quindi una persona per bene qualunque) su tutte le furie. Lo suggestiona con Jesse, facendo riferimento alla storia di Zanna Gialla, e al fatto che il ragazzo per quanto fedele sia ormai da abbattere, come un cane rabbioso che perde il senno.

Saul Goodman è un assassino, perché è privo di quel briciolo di scrupolo che rimane invece in Jimmy (almeno nella versione che abbiamo conosciuto finora).

Breaking Bad ci mostra quello che, a parole, potrebbe essere l’unico limite che Saul si sarebbe voluto porre ma non ha potuto perché ingannato da Walt: fare del male a un bambino, nello specifico a Brock. Ma la situazione di vita o di morte in cui si trovava in quel momento (minacciato con una pistola da Jesse) probabilmente lo ha spinto a dire qualsiasi cosa pur di salvarsi la pelle.

È vero, Saul Goodman non preme mai il grilletto. Ma il sapere che un uomo possa morire per colpa sua, e non fare nulla al riguardo, lo rende ugualmente un assassino. Ancora peggio, se la morte di quell’uomo è da lui commissionata. Siamo al di là di ogni condotta morale di un avvocato: stiamo discutendo di morale nella vita.

E tutto ciò che fa Saul Goodman in Breaking Bad lo qualifica come criminale. Nello specifico, è anche un assassino.

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