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Better Call Saul 6×01/6×02: sangre por sangre

Saul Goodman è tornato. E con lui tutti i personaggi protagonisti di quello che è l’intrigo più rocambolesco del New Mexico. L’ultima stagione di Better Call Saul è pronta ad incantarci e a sorprenderci più che mai. Da ieri sono disponibili su Netflix le prime due puntate, anche se le prossime verranno rilasciate singolarmente, in due tranche tra maggio e luglio. Vediamo cosa bolle in pentola: la nostra recensione.

Il seguente articolo contiene SPOILER sull’ultima stagione di Better Call Saul

La morale secondo Kim

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Dalla scorsa stagione abbiamo cominciato ad avvertire i primi segnali di un profondo cambiamento nel personaggio di Kim Wexler. Il rapporto tra i fan e Kim è sempre stato idilliaco. Al contrario del binomio Skyler-Walter in quel di Breaking Bad, l’avvocato Wexler ha sempre mantenuto un profilo distaccato rispetto all’attitude del suo attuale marito. Kim non ha mai messo Jimmy di fronte ad alcun aut aut, non ha mai tentato di ostacolarne l’ascesa, nonostante il suo modus operandi sia sempre stato sotto i suoi occhi. E vedendo quanto effettivamente Jimmy abbia sempre tenuto a lei, non è stato difficile, per i fan, affezionarsi al suo personaggio, temendo però che da un momento all’altro la riluttanza nei confronti dell’immoralità di Saul e del suo arrivismo, potessero farle cambiare idea o, peggio ancora, metterla contro di lui (forse proprio per il timore che si potesse verificare uno Skyler-bis). Ed invece, la fine della scorsa e l’inizio di questa stagione confermano ciò che ci si aspettava di meno, all’inizio: Kim Wexler sa essere dannatamente meschina quando vuole. I due coniugi stanno portando avanti un piano, ideato dalla stessa Kim, per rovinare la carriera di Howard, cercando di infangare il suo nome tra i clienti e i partner della HHM.

Già nella scorsa stagione, Saul aveva cominciato a tormentare Howard con pesanti scherzi volti a rovinare la sua immagine e ad infastidirlo (le palle da bowling sull’auto e le prostitute al pranzo di lavoro) dopo che questi aveva proposto allo stesso protagonista di sposare la causa della HHM: di certo una richiesta un po’ spinta, visti i trascorsi, ma con una risposta decisamente esagerata da parte di Saul. Da questa stagione anche Kim vuole farla pagare all’ex collega, con un nuovo piano che mira a far passare Howard come un assiduo consumatore di cocaina. Kim e Saul vogliono sbarazzarsi del nemico e per farlo si servono di ogni mezzo possibile, arrivando fino a riesumare i Kettleman, la bizzarra coppia che già nella prima stagione era entrata in uno spiacevole giro di loschi affari, e che ora è rimasta senza niente. A sorprenderci è il fatto che sia la stessa Kim a forzare la mano con i Kettleman, sul finale della seconda puntata, minacciando di farli finire in carcere per frode fiscale qualora si fossero rifiutati di collaborare. E ciò che più ci turba in vista del futuro di questo personaggio (che come ben sappiamo non figura in Breaking Bad), è vedere lo sguardo di Saul ad ogni inusuale mossa della sua amata, che pian piano si trasforma in un mostro dalla dubbia moralità, alimentando così i nostri dubbi sul suo futuro all’interno della serie. Questo mostro, tuttavia, è una creazione dello stesso Saul, al quale non resta che riflettere sul peso delle proprie azioni.

Better Call Saul: che ne sarà di Nacho?

Una delle piacevoli e suggestive costanti dell’universo Breaking Bad, sono sempre stati gli inseguimenti nel deserto, e come Gilligan e Gould abbiano saputo utilizzarli nel miglior modo possibile sia narrativamente che scenograficamente, senza mai annoiare o risultare ripetitivi, cosa non semplice in un genere così complicato. In mezzo ad un deserto e a territori sconosciuti ed impervi si trova Nacho, che in seguito all’attentato fallito ai danni di Lalo, è diventato il nemico pubblico numero uno del cartello, e tenta in ogni modo di fuggire dal territorio dei Salamanca. L’uomo viene controllato a distanza da Fring e Mike, con quest’ultimo che ha preso parecchio a cuore la sua situazione, rivedendo probabilmente in lui e suo padre qualcosa del rapporto con suo figlio. Ma nel frattempo i Salamanca sono stati avvisati e si sono messi sulle sue tracce e, mentre Lalo tenta di ritornare negli Stati Uniti per occuparsi personalmente di Fring, i terrificanti gemelli Salamanca sembrano intenzionati a procurare a Nacho parecchio dolore, con lo scopo di ottenere una confessione su chi abbia ordito l’attentato. A Nacho non resta che lottare tra vita e morte, appeso ad un filo e senza più alcuna certezza sulle intenzioni delle persone che gli stanno vicino, passando dalle vaste lande del confine fino ad una claustrofobica stanza del più spartano dei motel, tenendo tutti col fiato sospeso nella speranza, sempre meno quotata, di una sua sopravvivenza alle angherie del cartello.

Quanto ci sei mancato, Saul

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La sesta stagione di Better Call Saul si apre con le immagini di un gruppo di operai intento a svuotare l’appartamento del fu Saul Goodman. Passiamo da una pioggia di inconfondibili cravatte colorate all’esplorazione del covo del bizzarro avvocato, sontuoso ed eccentrico quanto il personaggio che si è creato. La scena iniziale si conclude con un chiaro riferimento a Kim (in un futuro, ricordiamo, ambientato ai tempi del finale di Breaking Bad): dal furgone cade il tappo di Zafiro Anejo che la donna teneva nel suo ufficio nella scorsa stagione, il che ci fa capire che siamo molto vicini a scoprire quale sia il futuro dei due. E’ in scene come queste che ci si rende conto della maestria degli autori e dei registi di questa serie: Better Call Saul ha un disegno geometrico perfetto sia nella scrittura che in una regia sensuale e magnetica, capace, come ben sappiamo, di legarsi in modo perfetto al filo logico della serie originale, pur essendo stata scritta a ritroso in una totale incertezza. La storia di Saul Goodman è stata capace di reinventare un microcosmo, radendo al suolo le certezze sul quale questi era basato e ripartendo da pochi pilastri tutti da scoprire, finendo per regalare ai fan una trama corale con tanti personaggi avvincenti e perfettamente connotati. Siamo all’inizio della fine di un lungo viaggio che continua a soddisfare pienamente le attese e a promettere sempre meglio, in vista di un finale che resta tutt’ora difficile da pronosticare, nonostante le teorie più disparate che circolano sul web. E la famosa lentezza di cui si parla quando ci si riferisce alle opere di Gilligan non è mai stata così essenziale prima d’ora, perché tutti vogliamo scoprire come andrà a finire, ma nessuno di noi vuole che finisca. Quanto ci sei mancato, Saul.

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