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Beef: la rabbia genera rabbia

Beef è una serie televisiva originale e a tratti disturbante che ha debuttato su Netflix durante un periodo di scarse uscite di qualità, conquistando immediatamente il pubblico con la sua unicità e audacia. Creata da Lee Sung Jin, la serie è un vero gioiello per gli amanti della comicità tagliente e dei dialoghi brillanti ma intricati. Protagonizzata dai talentuosi attori Steven Yeun e Ali Wong, la serie si distingue per un’intensa chimica e dinamica tra i personaggi, che suscita un’energia contagiosa sullo schermo.

Beef viene definita da Netflix come una dark comedy capace persino di suscitare emozioni e questo è ciò che la rende unica nel suo genere, rappresentando la vera sorpresa di Netflix per il 2023. La serie affonda le sue radici in una vena intima e profonda, trattando temi emotivamente complessi, fornendo uno sguardo approfondito sui personaggi e sulle loro esperienze. Nonostante l’umorismo nero, Beef si distingue per la sua capacità di coinvolgere emotivamente il pubblico.

La geniale sceneggiatura

Beef (640×360)

Beef si snoda attraverso una trama avvolgente e misteriosa, in cui i temi principali si rivelano gradualmente, con un’atmosfera grottesca e un tocco di assurdità e disturbante. La storia si incentra sulla rabbia, esplorando diverse sfaccettature di questo sentimento attraverso i vari personaggi. Da un lato c’è Amy, un’imprenditrice di successo che cerca di costruire un futuro migliore per sé e per la sua famiglia, mentre dall’altro c’è Danny, un giovane in difficoltà che lotta per sopravvivere e prendersi cura dei suoi cari.

Ciò che rende Beef unica è la sua rappresentazione realistica della società contemporanea senza filtri, mostrando le molteplici microcomunità che compongono l’America odierna, comprese quelle di origine cinese, coreana e giapponese. La serie mette in discussione il mito del sogno americano, presentando personaggi complessi che non si possono facilmente classificare come buoni o cattivi. La rabbia emerge come un sentimento universale che accomuna tutti i protagonisti, indipendentemente dalla loro razza, fama, ricchezza o origini. Beef presenta una sceneggiatura quasi perfetta, minuziosa e curata in ogni singolo dialogo, nulla è lasciato al caso e ogni parola o frase trova il suo perfetto significato all’interno della serie tv. La rabbia viene dunque ostentata, espressa ed estremizzata, solo per dimostrare tutte le sfaccettature di questo terribile ma necessario sentimento (qua trovi qualche altro consiglio se sei in astinenza da serie come Beef).

La rabbia pienamente rappresentata in Beef

Beef (640×360)

Beef è di fatto una bomba pronta a esplodere, che porta gli spettatori a riflettere su temi forti e a sfidare le convenzioni delle serie televisive tradizionali. La serie risveglia gli spettatori dal torpore della monotonia, offrendo una prospettiva audace e non convenzionale che invita a una visione critica della realtà. In un panorama televisivo sempre più omologato, Beef si fa portavoce di una necessità di storie audaci, ben scritte e che coinvolgano attivamente gli spettatori, stimolandoli a essere partecipi attivi della narrazione.

Entrambi, Danny e Amy, sono furiosi per molte cose, grandi e piccole. Erano già arrabbiati prima di arrivare al parcheggio. Ma questo scambio, che li mette contro un nemico contro cui possono effettivamente combattere, piuttosto che contro le sfuggenti forze delle pressioni familiari, del capitalismo, del razzismo e del vuoto, consente loro di riversare tutta la loro rabbia l’uno contro l’altro. Saranno comunque arrabbiati, ma si sentiranno meno impotenti. Di fatto non si può descrivere in altro modo lo show, seppur molto riduttivo, come una commedia dark sulla maniera in cui questo conflitto inizialmente minore diventa incontrollabile. La maggior parte dei dieci episodi si concentra su altre questioni della vita di Danny e Amy: il matrimonio problematico di Amy, le difficoltà di Danny come imprenditore edile, il suo complicato rapporto con la chiesa e la famiglia, l’ansia di Amy riguardo alla vendita della sua azienda e persino un viaggio a Las Vegas nel mezzo di una crisi gemella che li fa scontrare nuovamente.

Non c’è miglior modo di rappresentare un sentimento

beef
Beef (640×360)

Beef è uno spettacolo sbalorditivo e sorprendente sulla complessa umanità di queste persone molto, molto confuse, e su una faida profondamente autodistruttiva, ma che alimenta anche un bisogno dentro di loro che nulla altro riesce a soddisfare. La serie si interessa a grandi e complesse questioni sul significato e lo scopo della vita e della natura – i titoli degli episodi sono tratti da fonti come Werner Herzog, Franz Kafka, Sylvia Plath e Joseph Campbell – e le affronta con inventiva e profonda empatia.

La commedia ha una tinta dark e intermezzi surreali dalla realtà iniziano a insinuarsi, ponendo interrogativi sull’identità e la mortalità. Tuttavia, allo stesso tempo, lo spettacolo non è cinico ma è pienamente coinvolto nel desiderio di connessione e redenzione di Amy e Danny, così come nella loro ferocia e vuotezza.

L’originale produzione A24 (Everything, Everywhere all at once) e Netflix oscilla nel suo ritmo strano e incontrollato partendo lentamente per entrare nel suo ritmo unico. Ma una volta che trova il suo equilibrio, è generalmente spietata e inarrestabile. Questo è fino agli ultimi episodi, dove l’azione irrazionale e l’emozione del finale potrebbero far perdere il punto a parte del suo pubblico, con una svolta che pende verso l’incredibilità. Questo potrebbe scoraggiare alcuni spettatori, mentre altri lo accoglieranno con entusiasmo, poiché termina con una nota di insinuazione che il pubblico dovrà interpretare nel modo che più ritiene familiare.