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Perché dovreste recuperare Bad Sisters

Attenzione: evita la lettura se non vuoi imbatterti in spoiler di Bad Sisters.

Apple Tv+ lo ha fatto ancora: un prodotto brillante, coinvolgente e originale. Un thriller come (forse) non lo avete mai visto. Bad Sisters, infatti, non è solo un altro giallo familiare, non è solo un altro caso da risolvere, non è solo un’altra storia adrenalinica in cui è coinvolto un omicidio. Bad Sisters è un ironico e sapiente mix tra quello che definiremmo un giallo e un noir che più nero non si può. Partiamo dalle basi: le sorelle Gavin sono cinque e ognuna di loro ha delle caratteristiche ben delineate e molto chiare agli occhi dello spettatore ma prima ancora l’una dell’altra. Sono molto legate e sono pronte a fare qualsiasi cosa purché questo legame non venga mai dissolto. Una di loro, Grace, ha un marito piuttosto problematico, John Paul, che si comporta in modo tossico con la sua famiglia e che ha dei trascorsi pessimi con ognuna delle sorelle Gavin. Le sorelle di Grace, perciò, decidono che forse è il caso di farlo fuori una volta per tutte e, tenendola all’oscuro di tutto, cercano di architettare vari piani per riuscire nel loro intento. Dopodiché si fa un salto nel futuro, quando John Paul è effettivamente morto, ma sul colpevole ci sono dei dubbi, che cercheranno di essere disvelati da una coppia improbabile di assicuratori che cercano di non pagare la vedova.

Bad Sisters

Può sembrare ingarbugliato e confuso e inizialmente il mood di Bad Sisters è effettivamente quello; lo scopo iniziale è, chiaramente, quello di confondere le acque, di giocare con l’intuito dello spettatore e di portare fuori strada qualsiasi supposizione. Le prime puntate sono dedicate più che altro alla presentazione dei personaggi, in primis le quattro sorelle che, ad una prima occhiata, sembrano le colpevoli. C’è Eva, la più grande che si è caricata dell’educazione delle altre sorelle da quando i loro genitori hanno perso la vita. Lavora insieme al tanto odiato John Paul e ha avuto qualche problema nella sua precedente relazione, acuito ancora di più, a quanto sembra, proprio da JP. C’è Bibi, la cattiva e dark Bibi. Ha perso un occhio in un incidente e questo ha reso ancora più nero il suo animo già piuttosto cinico. C’è Ursula, madre di famiglia che nasconde un segreto, infermiera devota. E infine c’è Becka, la più piccola, la sorellina da difendere che non ha nessuna intenzione di farsi difendere da nessuno. Ha problemi con le relazioni d’amore, anche se questa volta potrebbe sorprendere tutti. Impariamo a conoscere le sorelle Gavin pezzo per pezzo, sfruttando quell’espediente spesso utile che è il flashback.

Bad Sisters gioca con i piani temporali: vediamo continuamente cambiare la linea narrativa, che si snoda da una parte nel presente, dove JP è morto e gli assicuratori cercano di capire se è stato assassinato da qualcuno oppure se è stato un incidente come sostiene sua moglie, e una parte nel passato, dove vediamo JP mettere in atto tutte le azioni spiacevoli di cui viene accusato e la sorella Gavin che cercano di trovare il modo di toglierselo di torno. Entrambe le linee temporali sono molto ben delineate, anche attraverso i personaggi che le definiscono e, una volta intese entrambe le narrazioni, diventa molto facile distinguerle. Ma Bad Sisters ci tiene comunque a darci una mano e adotta anche l’espediente visivo delle diapositive che scorrono, che rende ancora più chiaro l’intento della storia e dona al tutto anche un’atmosfera retrò, che contribuisce alla fascinazione che la serie trasmette. Inoltre, la storia delineata su due piani ci restituisce un senso di temporalità molto coerente con quello che stiamo vedendo e rende Bad Sisters una serie del tutto originale e anche molto brillante dal punto di vista narrativo. Non è solo un espediente, ma piuttosto un modo di raccontare una storia da vari punti di vista diversi, il che ci permette di comprendere in modo molto più accurato ogni piccolo dettaglio.

Bad Sisters

L’originalità di Bad Sisters, quindi, sta sicuramente nella sua narrazione ma anche e soprattutto nel suo modo di portarla avanti. La serie è brillante perché non è solo un giallo in cui dobbiamo aspettare il finale per scoprire chi è il colpevole, ma è un giallo in cui si ribaltano quasi completamente le regole del genere. Sono, infatti, le sorelle Gavin che ci danno gli indizi strada facendo, solo loro che ci fanno mettere i tasselli al punto giusto e sono sempre loro che tendono a mettere lo spettatore sulla strada giusta per capire se davvero solo loro oppure no le assassine. Dall’altra parte, chi dovrebbe condurre le indagini e chi dovrebbe aiutarci a srotolare i fili ingarbugliati del caso, gli assicuratori Matt e Thomas, ci sviano completamente e la loro incompetenza (che è una delle principali fonti di ironia della serie) e lo loro goffaggine ci portano, fino alla fine, da tutt’altra parte rispetto alla verità. Ovviamente tutto ciò è funzionale alla risoluzione del caso, che anche stavolta, non è assolutamente legato a ciò che ci aspetteremmo. Insomma, Bad Sisters lavora sulla comprensione e sul fraintendimento creando una narrazione ironica e divertente ma anche molto seria e complessa, intrecciando un racconto leggero con uno strutturato e tortuoso.

Questa dualità è un elemento ricorrente in Bad Sisters, che fa della doppia faccia una sorta di stendardo da portare con fierezza. Le sorelle Gavin amano e odiano con la stessa identica intensità, con la stessa identica intenzione e con lo stesso identico scopo. Se da una parte si amano talmente tanto a vicenda da difendersi in qualsiasi caso, dall’altra odiano così profondamente John Paul da dimenticare la lucidità e diventare quasi delle altre persone. L’odio e l’amore sono sentimenti che in Bad Sisters sopraggiungono continuamente, che giocano con i personaggi e che delineano molte delle storie interne e parallele a quella principale. Entrambi sentimenti intensi, entrambi sentimenti che possono portare alla perdita della ragione, entrambi sentimenti che possono rendere chiunque diverso. Sembra che le sorelle Gavin, nessuna esclusa, abbiano fatto un patto non scritto con la vita: sacrificare la propria identità per l’amore o anche, laddove sia necessario, per l’odio. Eva, Bibi, Ursula e Becka mettono in discussione qualsiasi valore pur di dimostrare quanto l’amore prevalga su tutto e quanto l’odio possa giustificare qualsiasi azione. Grace, vittima di un amore odioso, sacrifica se stessa molto più delle altre, in nome di un amore sbagliato e complesso.

Bad Sisters

Le sorelle Gavin sanno di non avere giustificazioni, sanno cosa fanno, sono consapevoli di ogni pensiero maligno e di ogni azione deplorevole. Semplicemente, non hanno intenzione di curarsi dei giudizi di nessuno, tutto quello che devono fare è proteggersi a vicenda. E la protezione è il punto che forse più di tutti racconta Bad Sisters. Non è la semplice protezione familiare, quella che si dà quasi per scontata; non è una protezione materna come Eva pensa di capire: non è solamente una protezione amorevole. Quella tra le sorelle Galvin è una protezione ossessiva da qualcosa che è peggio di loro, è il male che cerca di combattere il malissimo, è qualcosa di sbagliato e a tratti malsano che viene giustificato da qualcosa che è ancora peggio. La protezione, in Bad Sisters, è machiavellica, è un fine che giustifica i mezzi e anche per questo è molto controversa. Non facciamo fatica ad odiare il villain, in Bad Sisters, e non facciamo fatica a empatizzare con le sorelle Galvin, ma più si va avanti e più ci si fa delle domande che sfociano spesso in interrogativi etici e morali. Bad Sisters ci spinge a riflettere sulla nostra moralità giocando con il tempo, con i sentimenti, con il destino e con l’amore.