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Dal 2 febbraio 2023 è disponibile su Apple Tv+ Dear Edward, una serie in dieci episodi prodotta da Jason Katims, noto al pubblico per due produzioni che hanno saputo fare un ottimo uso dell’elemento drammatico e del valore della comunità: Friday Night Lights e e Parenthood. Dear Edward non si discosta da questo genere, puntando l’attenzione sull’elaborazione del lutto, riuscendo sapientemente a bilanciare il percorso individuale e corale dei personaggi. La serie è basata su un romanzo di Ann Napolitano, ispirato allo schianto del volo Afriqiyah Airways 771 in cui persero la vita 104 persone eccetto un ragazzo. Mentre il romanzo sceglie di concentrarsi solo sull’unico sopravvissuto, Dear Edward preferisce allargare il focus non solo ad Edward, ma a tutte le persone che in quell’aereo hanno perso dei loro cari. Questo ampliamento di sguardo è una delle ragioni del successo della serie, in quanto riesce a restituire l’impressione di vedere una serie corale, per quanto spesso gli eventi dei personaggi siano slegati gli uni dagli altri, essendo accumunati dall’unico fatto di aver perso qualcuno su quell’aereo. Proprio per questo motivo, non abbiamo un amore a prima vista, ma Dear Edward è una storia che ti conquista man mano che si prosegue con la visione degli episodi. Quando si comincia ad affezionarsi alle storie dei protagonisti e ai loro percorsi di ripresa, che cercano di dare un senso alla tragedia sviluppando amicizie, amori e comunità inattese.

Il pilot di Dear Edward fa un buon lavoro nel presentare la pletora di personaggi che saranno colpiti dagli eventi. Troviamo ovviamente Edward, che a causa dell’incidente, acquisisce suo malgrado una fama straordinaria, tanto da ricevere lettere da ogni dove (da qui il titolo della serie Dear Edward). Questa visibilità ovviamente avrà un peso nella formazione e nel percorso di guarigione del lutto del ragazzo. Infatti, non solo Edward è l’unico sopravvissuto all’incidente aereo, ma nell’incidente hanno anche perso la vita sua madre, suo padre e suo fratello maggiore, aggiungendo così non solo il trauma del lutto, anche quello da senso di colpa per essere sopravvissuto. Accanto ad Edward troviamo Lacey, sorella della madre di Edward e interpretata da Taylor Schilling (già vista in Orange is the New Black). Lacey si ritroverà non solo a fare i conti con il rapporto irrisolto con la sorella, ormai deceduta, ma anche a vedersi realizzato il suo sogno – diventare madre – nel peggiore dei modi possibili. Incontriamo poi Adriana (Anna Uzele), un personaggio con una grande passione per la politica e per i temi della comunità. Si aggiungono Dee Dee, interpretata da una bravissima Connie Britton, Linda (Amy Forsyth) e Kojo (Idris DeBrand). La scelta di dedicare più tempo in scena sin dal primo episodio già a chi resta rispetto ai personaggi che di lì a poco ci lasceranno, si rivela vincente per preparare a suscitare empatia nello spettatore, vista la tragedia che tutti loro stanno per subire. Si vedrà se con l’andare avanti degli episodi gli sceneggiatori preferiranno continuare a darci il punto di vista su chi non c’è più filtrato solo da quelli che sono rimasti o ci mostreranno con flashback una differente angolazione.

In generale, però si può già affermare che la scelta in Dear Edward di concentrarsi su chi resta paga, anche perché questo dà modo di esplorare i diversi modi di affrontare il lutto, senza che ne esista per forza uno più giusto dell’altro.

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Alcuni sembrano gestire il lutto non affrontandolo, c’è chi è schiacciato dal senso di colpa, chi trova nei rispettivi compagni di sventura un’ancora di salvataggio. Tuttavia visto che non tutti i personaggi sono effettivamente coinvolti nelle vite altrui, non è ovvio aspettarsi che interagiscono tutti insieme. A questo si cerca di supplire con l’espediente narrativo del gruppo di sostegno per l’elaborazione del lutto offerto dalla compagnia aerea. In questi incontri, cominciamo a vedere sia i personaggi che interagiscono fra loro, sia le loro storie individuali. Forse fra tutti spicca il personaggio di Dee Dee, vedova del marito, che riesce ad alleggerire le scene, inevitabilmente influenzate dalla gravità della tragedia. Legata a lei troviamo Linda, una ragazza incinta del suo ragazzo, morto nello schianto. Le loro due storie sono anche accumunate dal fatto che i rispettivi partner avevano dei segreti con loro, per cui accompagniamo queste donne anche lungo il viaggio della scoperta di cosa si cela dietro questi segreti.

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Un’altra coppia di personaggi che vediamo immediatamente interagire sono Adriana, che nello schianto ha perso la nonna, deputata al Congresso, e Kojo che ha perso la sorella aspirante attrice nello schianto e si ritrova con la nipote a carico. Fra di loro sembra anche scoccare una “simpatia” che vedremo come e se evolverà in avanti. In generale però, traspare che i due gioveranno a vicenda dell’aiuto per superare questo lutto. Sembra anche essere funzionale e vincente il personaggio di Shay, una ragazza coetanea di Edward che lo aiuterà a riacquistare una parvenza di normalità nella sua vita. Se si può fare un appunto per primi episodi è che proprio per via di troppi personaggi, finisce che Edward rimanga un po’ nello sfondo ed è un peccato visto la bravura dell’attore che lo interpreta, Colin O’ Brien.

Un altro punto a favore di Dear Edward è che la serie sceglie di usare un tropo abbastanza comune nelle serie tv, come l’incidente aereo, senza però percorrere il genere mystery (come in Lost o Yellowjackets), ribadendo la dura realtà del caso: ogni tanto un incidente aereo è solo un incidente aereo, e chi si salva e chi no è frutto di una scelta puramente aleatoria.

In definitiva, il vero mistero della serie è piuttosto quello di capire come riuscire a rimettere insieme i pezzi e andare avanti con la propria vita, come chi “rimane” gestisce la perdita di un amante, figlio, genitore, ecc. E’ molto apprezzabile il fatto che la serie riesca a gestire l’elemento emotivo senza per forza cadere nel troppo pathos, ma puntando più sul sentimento di familiarità e forza vicendevole tipica degli esseri umani nella loro versione migliore, arrivando così a toccare le corde degli spettatori. Dear Edward è una serie ben recitata e realistica per la maggior parte, il cui anelito alla serietà e all’atmosfera agrodolce ricalca un po’ la formula vincente di This Is Us, pur non arrivando alla forza di quest’ultima. Forse paga un po’ le scelte musicali indie-pop non sempre in linea con il contesto visivo, però è apprezzabile la capacità di non rendere stucchevole o troppo deprimente la visione, anche se non escludiamo che in alcuni punti possa scendere una lacrima. Apple Tv+ porta così a casa un altro successo.