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Siamo stati all’anteprima di Flee, il film animato candidato a 3 Oscar

Flee è il primo film candidato al contempo a tre Premi Oscar 2022: Miglior Film Internazionale, Miglior Film di Animazione e Miglior Documentario. Diretto da Jonas Poher Rasmussen sarà al cinema dal 10 marzo. Noi di Hall of Series abbiamo avuto l’opportunità di vederlo in anteprima, qui potete trovare la nostra recensione della storia di Amid in Flee, una storia vera raccontata in modo magistrale dai protagonisti.

Amin ha 36 anni, vive in Danimarca, è un affermato docente universitario e sta per sposarsi con il suo compagno. Ma proprio poco prima delle nozze, il passato torna a fargli visita, facendogli ripercorrere gli anni della sua gioventù, quando dall’Afghanistan arrivò in nord Europa dopo un lungo viaggio, con la speranza di chiedere asilo. Flee è il racconto di una fuga che si trasforma in un inno alla vita e alla libertà, un percorso umano intessuto di sfide e gioia contagiosa, una cronaca veritiera e poetica della ricerca della felicità, che apprendiamo dalla viva voce del protagonista.

Nel gennaio 2021, è stato annunciato che Riz Ahmed (The Night Of) e Nikolaj Coster-Waldau (Game of Thrones) sarebbero stati produttori esecutivi del film e avrebbero narrato una versione in lingua inglese del film. Proprio Ahmed lo scorso si ritrovava a condividere l’emozione della nomination agli Oscar per la sua interpretazione in Sound of Metal, questa volta intervistato per IndieWire parla della sua partecipazione al progetto Flee:

Suroosh Alvi e Natalie Farrey di Vice hanno portato “Flee” alla mia attenzione poco prima del Sundance dell’anno scorso, dopo che erano stati coinvolti nel primo film della mia casa di produzione, “Mogul Mowgli”. Mi hanno detto: “Ascolta, c’è questo film davvero speciale. Ci piacerebbe che tu gli dessi un’occhiata”. Non avevo mai visto niente di simile. Abbiamo avuto documentari animati prima e abbiamo avuto rotoscoping su fiction narrative prima, ma c’era qualcosa di così creativamente audace in questo.

Continua poi dicendo:

Questo è fermamente un documentario, ma sta estendendo i confini di ciò che i documentari possono fare. Penso che questo sia il marchio dei film brillanti che espandono la cultura. Questa storia al suo centro è così vividamente portata alla vita. La cornice che viene usata intorno alla storia di Amin è così affascinante. In un certo senso, sì, ci porta nei suoi ricordi e nella sua immaginazione, ma è anche così onesto perché lo stesso processo di produzione è nel film.”

Nella stessa sede si è espresso anche l’attore di Game of Thrones:

Ne ho sentito parlare quando ha vinto il Gran Premio della Giuria al Sundance e ho capito che sarebbe stato un grande successo in Danimarca. Poi mi hanno chiamato all’improvviso e mi hanno chiesto se ero interessato a fare la voce di Jonas in inglese. Sono rimasto senza fiato quando ho visto il film. I documentari per natura richiedono di essere presenti e di catturare le cose al momento sulla pellicola per riflettere il momento in cui accadono. Qui, l’animazione è l’opposto di questo. Mi ha aperto a questa storia raccontata per la prima volta.”

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